25 aprile 2020

Ci rivediamo tra una settimana!

E si!... Ci rivedremo il 1 Maggio, giusto in tempo per celebrare la Festa dei Lavoratori.
Questa pausa di “riflessione e riposo” è dovuta al fatto che, grazie al lockdown, sono stati pubblicati 49 post in due mesi. Proprio uno via l'altro e per non cadere negli strali della legge 62/01, bisogna fermarsi per qualche giorno.
Questo blog non è registrato come testata giornalistica e, quindi, non ha direttore responsabile. Per avere questa “concessione”, gli aggiornamenti non devono essere periodici. Così per rientrare nella saltuarietà, di tanto in tanto bisogna saltare qualche giornata.
In questo periodo di quarantena sono usciti 49 post in 56 giorni, 24 a Marzo e, con questo, 25 ad Aprile. In pratica dal 11 Marzo tutti i giorni è uscito qualcosa ed un paio di volte ne sono usciti 2, in un giorno.
Comunque non c'è da preoccuparsi, ce n'è di materiale, anche se i PIA sono chiusi a casa. Lo “scrivano anonimo”, quel mio amico a cui ho già pubblicato due contributi, ha scoperto la sua vena letteraria e ha mandato altri due contributi. Dato che sono corposi bisogna pubblicarli a puntate, così i giorni bloccati aumentano. Il 1 Maggio si ripartirà con lui e la seconda puntata della serie “I vini d'Italia”. Invece il contributo “Erbe e spezie del Mediterraneo”, come deciso dal comitato di redazione (cioè io), sarà pubblicato come pagina nel blog “Lamia cucina”.
Come ho già chiarito con alcune madri di PIA e mogli di miei clienti, “La mia cucina” non vuole essere un blog di cucina, mi guardo bene da fare concorrenza a “GialloZafferano” o “Cookaround”, ma il mio block notes dove metto in salvo tutti i foglietti, che mi ritrovo in giro per casa. Pensando che era egoistico tenersi tutto per se, ho reso pubblico questo blocchetto con i miei appunti.
Sperando che il 25 Aprile di quest'anno non sia solo il 75° della Liberazione dal Nazi-Fascismo, ma sia anche l'inizio della liberazione dal COVID 19, vi saluto e vi aspetto Venerdì prossimo.

Per ascoltare "Bella ciao" al pianoforte. cliccate qui.

24 aprile 2020

I vini d'Italia

La conoscenza, di cui ho pubblicato un contributo due giorni fa, si è ripetuto e mi mandato uno scritto di circa 12 pagine.
L'argomento è interessante, anche se “I vini d'Italia” è un titolo più adatto al blog “La miacucina”, ma andiamo avanti. Il lavoro di editing è un pochino più complesso, perché bisogna dividere il testo in più puntate. Oggi partiamo con paragrafi sono al termine dell' opera originale; da Venerdì prossimo si parlerà dei vini regione per regione.


Abbinamento tra vino e cibo

L’abbinamento vino cibo fa leva sulle abitudini enogastronomiche tradizionali del territorio, prendendo in considerazione le ragioni di tipo storico ma anche culturale.
L’abbinamento legato alle stagioni segue l’andamento stagionale e tiene in considerazione soprattutto il clima. Durante la stagione calda si consumano comunemente cibi leggeri, freschi, che normalmente contengono pochi grassi; con preferenza le verdure, il pesce, i molluschi, i crostacei e le insalate di vario genere. Invece per la stagione fredda, durante la quale i cibi sono caldi, strutturati, più ricchi di grassi e con maggiore apporto calorico.
Quindi i piatti legati alla stagione calda vadano a braccetto con vini bianchi e rosati, freschi, meno strutturati, a preferenza frizzanti, serviti a basse temperature che non di rado vengono affiancati da rossi giovani, anch’essi serviti freddi, quando il piatto ha una struttura tale da richiederlo. Seguendo la logica di abbinamenti i piatti invernali conditi con sughi, a base di carni rosse, ricchi di principi nutritivi, richiedono vini rossi strutturati, maturi, che è consigliabile servire a temperatura ambiente.
Abbinare un vino ad un piatto significa esaltare tramite il vino la pietanza o viceversa.
Basandosi entrano in gioco le sensazioni che è possibile rilevare attraverso i tre livelli di analisi sia del cibo che del vino: il livello visivo, olfattivo gusto olfattivo.
Seguendo la linea degli abbinamenti l’ideale è abbinare a cibi grassi e tendenti al dolce con riferimento a formaggi, crostacei, ma anche surrogati di cereali.
Invece i vini con ottima acidità e sapidità, o meglio ancora vini effervescenti, in questo caso sarà il contrasto delle sensazioni al palato a ricreare il tanto ricercato equilibrio: l’acidità e la sapidità dell’uno è infatti capace di abbattere la grassezza o la dolcezza dell’altro.
Se il cibo che dobbiamo servire invece è caratterizzato da una certa untuosità o succulenza allora ci riferiamo a cibi con cotture complesse, serviti con abbondanza di olio e salse quindi l’ideale e abbinare la pietanza con vini alcolici e tannici. In questo caso l’alcolicità avrà una funzione detergente sicuramente gradita da parte dei commensali.
Se scegliete di servire la cena con piatti particolarmente speziati, con forte aromaticità e con un gusto intenso è bene associarvi un vino che ha le stesse caratteristiche organolettiche e che ha una notevole intensità gusto olfattiva. Tutto questo per evitare che il cibo abbia la meglio sul vino: e il pasto sarà una vera e esplosione di gusti e di aromi.
Non dimentichiamo che a tavola ogni piatto richiede il proprio vino: difficilmente un solo vino servito durante un pranzo o una cena può proporsi con tutti i piatti. Ricordando però la regola della progressione del colore, che consiglia di servire prima un bianco, in seguito un rosato ed infine un rosso, per evitare che il vino precedente abbia la meglio sul successivo. E’ bene iniziare il pasto con un vino più semplice per passare ad uno più complesso ed che il primo vino sia anche il più leggero per passare successivamente ad un vino più forte.

Perché si dice vino novello
La tradizione vuole che il Novello sia immesso sul mercato non prima del 6 di novembre e si consiglia il consumarlo entro i sei mesi successivi.
Il vino novello si ottiene seguendo il metodo della macerazione carbonica e si distingue per varie ragioni dal vino più comune che viene sottoposto al processo di invecchiamento necessario prima di essere immesso sul mercato. Il suo colore intenso e vivido, con tonalità porpora. Il gusto inoltre è fresco e tutti gli aromi sono pieni e  facilmente riconoscibili.

Pizza e vino
In linea di massima gli esperti del settore consigliano di abbinare alla pizza vini a doppia fermentazione; il prosecco ad esempio è ottimo grazie alle sue bollicine funge da ottima spazzola salivare.

Vino e dessert
Per abbinare il vino al dessert dipenda appunto dal dessert, la regola generale prevede che il dolce vada abbinato assolutamente ad un vino dolce, meglio se ottenuto da uve aromatiche: esempi il Moscato o lo Spumante d’Asti, il Bracchetto d’Acqui, ma anche la Vernaccia nella sua variante dolce.

Venerdì 1 Maggio si parlerà dei vini del Nord-Ovest.

23 aprile 2020

Risparmiare energia - I pannelli solari

Per me, questa settimana, è un periodo dedicato all'energia solare. Giovedì scorso ho ordinato l'impianto termodinamico destinato ad essere montato sul tetto di casa. Era una offerta molto interessante, pensata per far muovere l'economia, in questo periodo disastrato.
Invece ieri ho fatto un affarone da Leroy Merlin. Ho trovato un pannello fotovoltaico stand alone completo per soli € 20,00. Con 'sta cifra non ci pagavi neanche la batteria.
Il kit comprendeva il pannello da 15 W, il regolatore di carica, la batteria, una barra led ed una lampadina a 12 V.
Voi direte, che ci fai con 15 W? Nulla è la risposta! E' la classica cosa che fai perché è costata molto poco, non hai un cazzo da fare e per fare esperienza.
Stamattina ci siamo messi con un vicino a far un po' di prove. La prima scoperta è che non era tanto giocattolo. In due ore ha caricato una batteria da antifurto (7 A), quindi con il sole pieno, tira come un disperato. Ed era appoggiato sul parabrezza della mia auto! In serata abbiamo notato che, poco, caricava ancora al tramonto.
Ma che cosa sono i pannelli solari? Storicamente sono le ali delle astronavi dei film di fantascienza. In pratica sono dei rettangoli di colore blu metallizzato da cui esce un filo rosso ed uno nero.
Sulla storia e la tecnologia non scrivo niente e vi rimando alla pagina Wikipedia. Sappiate che il primo a pensarci è stato Bequerel nel 1839, nel 1883 l'inventore statunitense Charles Fritz produce la prima cellasolare, che Einstein ha vinto il Nobel nel 1921, teorizzandoci sopra e che Sharp nel 1963 produsse i primi moduli commerciali.
Ma come fanno a farci risparmiare? Vendendo l'energia prodotta!
Gli impianti fotovoltaici sono di due tipi. “Stand alone” e “Scambio in luogo”.
Quelli stand alone o anche ad isola, producono caricando delle batterie, da cui prelevi alla notte. Sono costosi, ingombranti e non sono incentivati.
A noi interessano solo quelli con scambio in luogo. Questi producono energia che tu consumi durante il giorno. L'avanzo lo immetti in rete attraverso un contatore montato all'incontrario. Alla notte riacquisti dalla rete. A fine mese arriva una bolletta dove troverai la differenza tra il consumato ed il prodotto.
Se produci più del consumato, ti verranno dei soldi. Se consumi più del prodotto, pagherai solo la differenza. L'abilità sta nel spostare i consumi più gravosi, lavatrice e lavastoviglie, nelle ore più insolate del giorno.
Questo tipo di impianto sono incentivati. Lo stato ti riconosce dei crediti d'imposta pari al 50% del valore dell'impianto, nei 10 anni successivi al collaudo positivo, da parte del GSE.
I requisiti sono un tetto con una falda a Sud di almeno 20 mq, un sottotetto dove mettere l'inverter e tanta pazienza. Con una minima perdita di produzione, va bene anche una falda ad Ovest.


Precedenti post sull'argomento:
  • Per il post “Risparmiare energia - Climatizzazione” del 2 gen 2019, clicca qui.
  • Per il post “Risparmiare energia - Il decalogo” del 18 mar 2020, clicca qui.
  • Per il post "Risparmiare energia - Stand By ed Always On" del 25 mar 2020, clicca qui.
  • Per il post "Risparmiare energia - Stand By ed Always On 2" del 1 apr 2020, clicca qui.
  • Per il post "Risparmiare energia -Le lampadine LED" del 8 apr 2020, clicca qui.

Bibliografia:

22 aprile 2020

Frutta e verdura di stagione - Aprile

Aglio
Asparago
Quest'oggi pubblico il contributo di una mia conoscenza, arrivato ieri pomeriggio.
Cambiato il carattere e fatto un minimo di integrazione con gli stili del blog, via per la pubblicazione. Il maggiore problema è stato l'estensione del file. Purtroppo il formato .docx è un bastardo nato, quando ho passato il testo sull'editor di Blogger è venuto fuori di tutto, ovviamente non intelligibile! Però ce l'ho fatta.
 
Il mese di Aprile
Carciofo
Che differenza c'è tra quella di stagione e quella fuori stagione?
Frutta e verdura fuori stagione vengono coltivate in serre e con luce artificiale, raccolte acerbe e portate a maturazione in celle frigorifere. La non maturare sulla pianta non permette ai vegetali di arricchirsi di nutrienti importanti, soprattutto le vitamine, delle quali risultano perciò poveri.
Invece i Frutti e le Verdure di stagione che vengono portati a completa maturazione naturalmente, con la naturale luce del sole, sono più ricchi di vitamine, sali minerali e fitonutrienti.

Ciliegia
La specialità del mese

Uova di pesce
Le uova di pesce variano da gusto e prezzo in base alla loro provenienza, le più pregiate e costose sono quelle di Storione, molto più accessibile sono quelle si Salmone , fino a quelle più economiche ma non meno buone delle altre, il Lompo ed il Capelin.
Lavorazione: le uova si estraggono dai pesci, selezionate, lavate, salate, pastorizzate (il caviale più pregiato può anche essere fresco) e confezionate. Le uova di Salmone sono arancione brillante, sono più grasse delle altre, pastose e con un gusto deciso. Le uova di Lompo e di Capellin piccolo pesce nordico, sono i più comuni succedanei del caviale. Le uova di Storione ottime ed un gusto delicatissimo.
Kiwi
Fragola
Aprile dolce fiorire!
Lasciato l’inverno alle spalle, arriva la primavera, che oltre al sole porta con sé nuovi profumi, colori e nutrienti prodotti di stagione, pronti per essere assaporati sulle nostre tavole. Aprile è il mese in cui la natura rinasce dopo il lungo letargo invernale, la campagna si trasforma, la terra si risveglia e si prepara per la semina, e appaiono le prime
La data “ufficiale” di inizio della primavera è il 20 marzo.
Aprile è il quarto mese dell'anno in base al calendario gregoriano, e il secondo della primavera nell'emisfero boreale, dell'autunno nell'emisfero australe, conta 30 giorni e si colloca nella prima metà di un anno civile.

Lattuga
Limone
l clima di Aprile si presenta, di solito più mite, con giornate lunghe ed esposte alla luce solare, ma con un’elevata piovosità, un antico proverbio recita: “Quando tuona d’aprile buon segno per il barile”. Quindi avere un aprile abbastanza piovoso significava ottenere un abbondante raccolto. Ogni anno il 25 aprile si festeggia in Italia la Festa della Liberazione. Questa giornata è quella in cui dal 1946 si ricorda la liberazione dell'Italia dal governo fascista e dall'occupazione nazista.
Preparate il terreno per le piantine estive. Seminate e trapiantate in terreno aperto: peperoni, pomodori, melanzane; cetrioli, meloni, cocomeri, zucche e zucchine; cicoria da taglio, lattughe di tutti i tipi, sedano, prezzemolo, basilico; bieta da orto e da taglio, carote, agretti, fagiolini precoci, cavoli estivi.
Cominciate a trapiantare le varietà a fioritura estiva o autunnale. Seminate astri, zinnie, amaranti, petunie, begonie, viole. Preparate i nuovi vasi di crisantemi con i germogli delle vecchie piante.
 
Posizioni planetarie: Mercurio passa in Ariete l’11, in Toro il 27; Venere passa in Gemelli il giorno 3. Il Sole entra in Toro il 19 del mese. Marte insiste in Acquario, Giove in Capricorno, Saturno in Acquario, Urano in Toro è in congiunzione col Sole il giorno 26 e Nettuno in Pesci.
Nespole

Citazione di Giovanni Paolo II
"Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro".
Patata






Ravanello

 

21 aprile 2020

Lavarsi le mani

Lavarsi le mani è un'ottima azione in tempi normali ed in questi giorni è diventata anche una necessità, per la propria sicurezza e di chi vive insieme a noi.
Prima di Pasqua avevo incontrato la “Signola Madle” che girava tra le corsie dell'Eurospin con un carrello pieno di ogni ben di Dio. Tra un pacco di biscotti ed un barattolo di olive, mi aveva chiesto di scrivere qualcosa che invitasse i PIA a lavarsi le mani spesso e volentieri, perlomeno anche solo tornando a casa.
Nel marasma delle telefonate di disperati che si sentono soli ed abbandonati (da 25 a 40 minuti a telefonata!), l'impegno preso era caduto nel dimenticatoio.
Oggi leggendo una copia del 2018 di Altroconsumo, ho trovato qualcosa che mi ha fatto ricordare e dopo una passata a scanner, ho incominciato a scrivere.
Dal sito dell'Istituto Auxologico Italiano ho tratto il perché:
PERCHÉ LAVARSI LE MANI
I microrganismi che vivono normalmente sulla nostra pelle, come anche quelli che dimorano ad esempio nell’intestino, non sono tutti “cattivi”: alcuni svolgono funzioni utili.
Tuttavia, tra di essi possono nascondersi e proliferare microrganismi patogeni, responsabili di un gran numero di malattie, dal semplice raffreddore a quelle più gravi.
Il nostro sistema immunitario è preparato a far fronte a questi microrganismi (se così non fosse, ci ammaleremmo continuamente!) ma talvolta, soprattutto in alcune situazioni, è bene dargli una mano… lavandosele.
Un lavaggio accurato, eseguito nel modo giusto e con un prodotto idoneo, è sufficiente ad eliminare la maggior parte di questi ospiti sgraditi.
Girando per altri siti ho scoperto che è meglio usare saponi liquidi al posto di quelli solidi. La saponetta classica potrebbe diventare un luogo di cultura per batteri o virus.
Altra cosa che ho scoperto che per asciugarsi le mani è meglio l'asciugone o l'asciugamano industriale di carta. L'asciugamano di spugna andrebbe cambiato spesso e volentieri.
Le unghie tagliate corte e/o pulite con uno spazzolino, che dovrà essere lavato ed asciugato per evitare che, pure lui, diventi un luogo di ritrovo per batteri e virus.
Dato che il lavaggio con sapone, pur delicato che sia, asporta lo strato lipidico che protegge la nostra pelle, bisognerà pensare ad una idratazione delle mani. Le screpolature e le piccole feritine, che si possono creare sono una porta d'ingresso. Quindi dovrete pensare ad una crema idratante, da far sparire a madri e/o mogli, con cui massaggiare le mani. Io ho sequestrato a mia moglie un tubetto di Cera di Cupra!
Dimenticavo... Le mani sporche o pulite che siano, non mettetele in bocca ed ancor meno stropicciate gli occhi!

In periodi non dubbi, una testata di Altroconsumo ha pubblicato un'inchiesta sui saponi corredato da questo box.

Da Inchieste (Altroconsumo) n° 330 - Novembre 2018, pag. 69

Per chi ha problemi di vista e non legge le scritte, cliccando sopra, la foto si ingrandirà.

  • Per il poster del Ministero della Salute, clicca qui.

20 aprile 2020

Perché si dice: "Essere in merda"

Essere in merda”, ma anche con i verbi “trovarsi” o “stare”, magari sostituendo “in” con “nella”, significa che ti trovi in un mare di guai, da cui non sai come tirarti fuori.
Non sono riuscito a trovare niente sull'origine. Ho trovato delle assurde giustificazioni pseudo psicologiche, ma nessuna seria o logica.
Nelle interpretazioni oniriche, cioè dei sogni, essere immersi nella cacca significa che è in arrivo una eredità o una grossa vittoria alla lotteria.
Nello slang della ristorazione si vuol indicare che la cucina non riesce a far fronte alle ordinazioni che arrivano dalla sala.
Dante, mi pare nella II Bolgia dell'Inferno, in merda (umana) ci mette gli adulatori. Qui ci trova un certo Alessio Interminelli da Lucca, grande adulatore dei potenti.
Modo di dire che è niente di più adatto al momento attuale. Solo che nella fossa biologica ci siamo tutti noi ed i politici non sanno proprio come tirarsi fuori. Ancor meno come tirare fuori la popolazione.

19 aprile 2020

Che cosa è l'Anisakis?

Nel post "Pane al coronavirus" del 29 Marzo avevo promesso di scrivere qualcosa sul problema Anisakis.
Un simile proposito ha gettato nello sconforto e panico le massaie, madri di PIA, assidue lettrici del blog. Dato il periodo si preoccupavano che fosse in arrivo qualche altro accidente, ma non c'è da preoccuparsi, l'accidente è presente da tempo ed in special modo tra i consumatori orientali di sushi.
Che cosa è l'Anisakis? E' un nematode presente nelle carni del pesce crudo, che potrebbe generare una malattia parassitaria, se ingerito dall'uomo. Ho usato il condizionale data la scarsa diffusione. Dal 1876, anno in cui uno zoologo tedesco segnalò il primo caso conosciuto, si sono avuto circa 20.000 casi. In Italia il primo caso è stato nel 1996 a Bari.
Con la diffusione del sushi e del sashimi si è avuto un certo incremento dei casi. Ora come ora, ogni anno vengono segnalati 2.000 casi nuovi in tutto il mondo, ma più del 90% dei casi sono localizzati in Giappone. In Europa la maggioranza dei casi sono stati riscontrati in Spagna, Olanda e Germania.
Non ho nessuna intenzione di descrivere come questo parassita entri nella catena alimentare, per ciò andate a leggere quanto ho segnalato in bibliografia. Focalizziamoci solo come evitare le contaminazioni.
Le armi sono due, il freddo ed il caldo. Per il freddo ci dobbiamo anche armare, attrezzatura e pazienza. Per il caldo basta una pentola.
Per fare fuori la larva di Anisakis, dobbiamo portare il pesce destinato al sushi, a temperature molto basse rapidamente. Le normative comunitarie prevedono che il pesce venga portato ad una delle seguenti temperature: -15 °C per 96h o -20 °C per 24h o -35 °C per 15h al cuore del prodotto.
Pertanto i produttori di sushi e sashimi si devono attrezzare con un abbattitore che sia in grado di rispettare questi parametri. Con la discesa dei prezzi, trovi questa macchina anche nelle migliori cucine amatoriali.
Ovviamente il pesce surgelato è Anisakis free.
Se invece volete usare il caldo, dovete portare l'interno del pesce a temperature superiori ai 60° C per un minuto. Ciò penso che sia valido solo per una sogliola; i testi consultati scrivono che per arrivare ad avere questa temperatura all'interno di un pesce di 3 cm di spessore, lo dovremo cuocere per almeno 10 minuti.
Consideriamo altre possibilità di far fuori questo parassita.

Affumicatura – Solo quella a caldo è completamente sicura. Tempi da 3 ad 8 ore a 70/80° C garantiscono la morte delle larve del parassita. Con quella a freddo è meglio un passaggio in abbattitore.

Salagione – Si è riscontrato che alte concentrazioni di sale (concentrazioni di 8-9% di sale per 6 settimane) portano a morte le larve dell'Anisakis.

Marinatura – Questo è il sistema meno sicuro, causa dei casi riscontrati in Italia e Spagna. E' consigliabile un passaggio in abbattitore.


Bibliografia:
  • Per la pagina Wikipedia, clicca qui
  • Per il mauale pubblicato da ASP Basilicata, clicca qui.
  • Per il mauale pubblicato da Azienda Unità Locale Socio Sanitaria 2 Marca Trevigiana, clicca qui.
  • Per l'opuscolo del C.Re.N.A, clicca qui.

18 aprile 2020

Che cosa significa c.v.d.?

Come al solito, ci risiamo a sindacare su cosa ci sia di misterioso dietro un acronimo, nel caso particolare “cvd”. Come al solito ci è arrivato in lascito dal Latino. Il Latino “quod erat demonstrandum” a su volta derivava dal Greco “hóper édei déixai”, che in Italiano suonano come “Quanto c'era da dimostrare”.
La versione in Greco era, spesso e volentieri, in bocca ad Euclide e Archimede, ma della versione in Latino non ho trovato utilizzatori. Nel periodo fascista si è tentato di cambiarlo in “cdd – Come Dovevasi Dimostrare”, variante caduta miseramente nel dopo guerra. Questa versione veniva usata ancora negli anni '60, nelle lezioni di matematica delle scuole che usavano il Metodo Montessori.
La scrittura in minuscolo senza punti è di pura estrazione giornalistica. La maniera corretta sarebbe, in minuscolo o maiuscolo non importa, con i puntini dopo le tre lettere.
L'utilizzo classico è alla fine di una dimostrazione di un teorema di matematica, che, quando si arriva al risultato, è uso scrivere “C.V.D.”.
Nell'Italiano parlato o giornalistico, l'acronimo non viene usato, e la frase ha un significato ironico, quasi di parodia, quando viene riferito un risultato non felice di un'azione. In genere viene utilizzato contro qualche esponente di governo o di un board aziendale, quando viene scoperta qualche cazzata.


Bibliografia:

17 aprile 2020

Eataly Milano

Fotografie fatte prima dell'inizio del lockdown su Milano

Il banco macelleria
Il settore ortofrutta











Una domenica sera di metà Gennaio, andando a prendere il passante a Porta Garibaldi, ho deciso di mettere il naso dentro a Eataly Milano. Era un po' di tempo che me lo proponevo, ma non avevo mai tempo di mettere in atto il proposito.
Un angolo dell'enoteca
Nel passato ero stato da Eataly a Torino e a Genova, che sono
parecchio più vecchi di quello di Milano. Quello di Torino è il più vecchio (2007), aperto al Lingotto in una fabbrica dismessa della Carpano. Quattro anni dopo viene aperto quello di Genova, al Porto Vecchio, vicino all'Acquario.
Da allora i punti vendita sono diventati 40 e sono diffusi su tutti i continenti. Eataly lo trovi su tre navi crociera MSC e sui treni Italo.
Non mi ricordo quando sia stato inaugurato questo punto vendita, penso che sia stato per l'EXPO 2015.
Come politica della società, anche il punto vendita di Milano è stato ricavato dal riadattamento di una struttura dismessa. Nel caso di Milano è stato utilizzato lo stabile del TeatroSmeraldo, che da tempo non era più operativo.
Il mercato visto dall'alto
Come tutti i punti di questa catena le bancarelle si alternano a ristoranti tematici, in maniera da dare soddisfazione a tutti i palati, con la disperazione dei portafogli!
E' rimasta l'impostazione del teatro; dal foyer è stata ricavata l'accoglienza e le casse, dalla platea una piazza mercato dove trovi ogni ben di Dio. I ristoranti sono posti nelle gallerie.
Dei Eataly che ho visto è quello che mi è piaciuto di più. Nonostante la folla della Domenica tardo pomeriggio, si passeggiava comodamente con un certo respiro. I ristoranti si stavano riempiendo ed altri clienti uscivano con pacchetti di rosticceria.
Da visitare di sicuro, non appena saranno riaperte le gabbie.

Pane e dolci


Bibliografia:

16 aprile 2020

Ma sembro così vecchio? 3

La quarantena, certe volte, ha anche dei risvolti positivi, special modo nelle code per entrare nei supermercati.
Settimana scorsa, approfittando di un permesso per lavoro, mi sono fermato al LIDL di Cornaredo. Mentre ero in coda, arriva il tipo della sicurezza che mi misura la temperatura e mi chiede l'età. Alla risposta che erano 65, il tipo mi indica l'ingresso e mi dice di saltare la coda.
E perché devo saltare la coda? Per via di una non meglio identificata ordinanza, gli over 65, gli handicappati, le donne incinta e tutti quelli che possano dimostrare di essere medici, infermieri o soccorritori, non fanno coda. Ben venga l'ordinanza!
Il giorno dopo stessa storia in un altro supermercato. Misura della temperatura, richiesta dell'età e coda saltata.
All'opposto c'è anche il troppo giovane. In Polonia a mia moglie è stato rifiutato l'ingresso in un supermercato perché non aveva 65 anni. Sembra che lì ci sia la regola che dalle 9 del mattino sino alle 14.00 devi avere superato i 65 anni o appartenere ad una categoria protetta.
La Comunità Europea dovrebbe rilasciare una direttiva che regolamenti le code in questi periodi di crisi. Penso che possa rimanere in coda senza problemi e come me tante altri “anziani”. E' vero anche che ci sono persone estremamente malati a 50 anni. Questi si che vanno agevolati in tutto e per tutto.


Post con argomento simile:
  • Per il post "Ma sembro così vecchio?" del 12 nov 2019, clicca qui.
  • Per il post "Ma sembro così vecchio? 2" del 14 nov 2019, clicca qui.

15 aprile 2020

Cosa hanno in comune la Quaresima e la quarantena?


In comune c'è solo la durata (teorica) di quaranta giorni. Vediamo singolarmente i due eventi.

Quaresima
Nella liturgia cattolica, la Quaresima è quel periodo che va dal Mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo e che traghetta i credenti dal Carnevale alla Pasqua. Quest'anno partiva il 26 Febbraio e finiva il 9 Aprile.
I PIA più svegli stanno già contando i giorni, contestando che i giorni sono quarantaquattro. Giusto!
Nelle varie riforme liturgiche si è deciso di abbandonare le originarie 5 settimane più la settimana santa, partendo di Domenica (5 x 7 = 35 + 5 = 40), optando per la partenza dall'imposizione delle Ceneri alla Coena Domini, in totale sono i 44 giorni che si dicevano.
Tutto cambia per il Rito Ambrosiano e per quello Bizantino, in cui la Quaresima parte alla Domenica successiva alle Ceneri, finendo sempre alla Coena Domini. Quaranta giorni tondi.
Ma perché 40 giorni? Si vogliono ricordare i 40 giorni passati da Gesù Cristo nel deserto, tra il battesimo nel Giordano e l'inizio della predicazione.
Ma nei testi sacri vi è una certa simbologia a riguardo.
Wikipedia scrive:
Nel determinare la durata della Quaresima ha un ruolo centrale il numero quaranta, che ricorre frequentemente nelle Scritture. In particolare, nel NuovoTestamento:
  • I quaranta giorni che Gesù passò digiunando nel deserto;
  • I quaranta giorni in cui Gesù ammaestrò i suoi discepoli tra la resurrezione e l'Ascensione.
Ancora più numerosi i riferimenti nell'AnticoTestamento:
  • i quaranta giorni del diluvio universale;
  • i quaranta giorni passati da Mosè sul monte Sinai;
  • i quaranta giorni che impiegarono gli esploratori ebrei per esplorare la terra in cui sarebbero entrati;
  • i quaranta giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb;
  • i quaranta giorni di tempo che, nella predicazione di Giona, Dio dà a Ninive prima di distruggerla;
  • i quaranta anni trascorsi da Israele nel deserto.
Il carattere originario della Quaresima fu riposto nella penitenza di tutta la comunità cristiana e dei singoli, protratta per quaranta giorni.
Poi quest'anno è stata pure una Quaresima non di digiuno e penitenza, ma di rigore e basta.

Quarantena
Dal veneto “Quarantina” (sottinteso “di giorni”), periodo di isolamento a cui vengono sottoposti persone, animali o cose per evitare il propagarsi di malattie infettive.
Invenzione della Serenissima nel 1347 per difendersi dalla peste nera. Tutte le navi, che arrivavano dall'Oriente, complete di equipaggio e merci, venivano isolate per 40 giorni. Se passato questo periodo di osservazione, non si era manifestato nulla, si provvedeva allo sbarco.
Anche in questo caso i 40 giorni originari sono andati a farsi benedire. Se sei un cane che vuole entrare in Inghilterra, dovrai rimanere ospite della regina per sei mesi. Se torni dalla Luna devi rimanere in isolamento per 21 giorni. Attualmente per il coronavirus siamo a 14 giorni (la Regione Lombardia la vuole portare a 28 giorni). Per un attacco all'antrace mezza giornata, il tempo necessario perchè faccia effetto una doccia decontaminante.
In informatica è la ricerca e l'isolamento di file corrotti o infetti da trojan o malware.


Bibliografia:
  • Per la pagina "Quaresima" su Wikipedia, clicca qui.
  • Per la pagina "Quarantena" su Wikipedia, clicca qui.

14 aprile 2020

Carine queste

In questo periodo di quarantena girano le meglio stonzate. Bisogna rendersi conto che la gente non ha meglio da fare tutto il giorno!
Queste immagini sono arrivate a mia moglie, che ha pensato bene di girarmele. Almeno sono meglio di quelle che arrivano a me!


Questo è un tutorial, dove un cane insegna come si mette la mascherina in 10 secondi. Pensare che ci sono cristiani che non lo hanno ancora imparato!


Povero cane!
"Tutte le persone del nostro condominio si sono proprio  rincoglionite completamente!"

A dir la verità il cane si esprime in un Polacco assai volgare.





"Oggi siamo stati 20 volte a passeggio!"


13 aprile 2020

Perche Lunedi dell'Angelo

Oggi è il Lunedì dell'Angelo o Pasquetta. La domanda che sorge spontanea, perché Lunedì dell'Angelo?
I Vangeli narrano che in questo giorno, le pie donne si recarono al sepolcro, con l'intenzione di cospargere il corpo di Gesù Cristo con unguenti e profumi. Trovarono il sepolcro aperto e vuoto ed un angelo che annuncia loro la resurrezione e che le invita a portare la buona notizia ai discepoli.
Questo è l'evento commemorato, riassunto in tre righe. Di fatto non si è neanche sicuri del divenire dell'evento. Tradizioni popolari tramandano, che di fronte al sepolcro, ad aspettare le donne, fosse l'Arcangelo Michele. I Vangeli danno diverse versioni. Luca parla di due angeli, Giovanni non li menziona, Marco parla di un giovane in vesti bianche; solo Matteo descrive esplicitamente un angelo.
Troviamo confusione anche nel nome. Lunedì dell'Angelo e Pasquetta sono nomi tramandati dalla tradizione popolare.
Per la Chiesa oggi è il “Lunedì dell'Ottava di Pasqua” e non è festa di precetto, se non per la Germania, paesi germanofoni e Polonia.
Per lo Stato Italiano è il “Lunedì di Pasqua” e come tale è stato riconosciuto festività civile nel dopoguerra.
In genere la giornata è demandata alle gite fuori porta, picnic e visite alle case di campagna dei parenti. Quest'anno le previsioni meteo non sono delle migliori. Speriamo che tenga sino a stasera, anche se non possiamo allontanarci da casa.


 Bibliografia:

12 aprile 2020

The Last Supper: The Living Tableau

Sul Corriere TV del 8 Aprile è stato pubblicato “The Last Supper: The Living Tableau”, opera del regista Acosta, con la fotografia di Storaro, scenografia di Ferretti ed il decor di Lo Schiavio. Un bel po' di premi Oscar messi insieme.
In origine questo filmato di 9 minuti, doveva essere proiettato oggi sulle pareti di alcune basiliche romane, ma il lockdown ha fatto saltare l'evento.
Vedere l'Ultima Cena di Leonardo che si anima fa una certa impressione, ma va vista per la qualità dell'idea e l'ottimo risultato ottenuto.


Bibliografia:

Buona Pasqua (di quarantena)

Con il post di oggi, voglio fare gli auguri di Buona Pasqua ai miei famigliari, ai lettori, agli amici ed a tutti quelli che si aggirano nel mio mondo. Una Pasqua di quarantena grazie al coronavirus!
Quest'anno si festeggerà in famiglia, senza gita fuori porta, come la tradizione prevederebbe per domani. Ma non si può!
Ho scritto in famiglia, con chi vive con te sotto lo stesso tetto. Non si potrà neanche fare una grande tavolata con fratelli , sorelle zie e nonni. Il distanziamento sociale non lo permette
Quest'anno la Pasqua la dovremo vivere per il suo nome e la sua storia, non per la sua ricorrenza, che rappresenta il massimo evento per la cristianità.
Martedì scorso sul sito di Famiglia Cristiana c'era un articolo molto esauriente sulla Pasqua ebraica e cristiana.
Da questo articolo ho tratto l'etimologia di Pasqua
Deriva dal greco: pascha, a sua volta dall'aramaico pasah e significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.
Quindi la Pasqua è un passaggio verso la libertà dopo un periodo di schiavitù. Proprio come questo anno. Il periodo pasquale ci traghetterà verso la fine della quarantena, verso la liberazione dal virus.
Purtroppo non ci potrà ridare tutte le persone che sono morte, a cui dovremo pensare sempre, evitando di farle finire nel dimenticatoio.


Bibliografia:

Gli auguri ricevuti da una cugina di mia moglie. A me è piaciuto moltissimo. Nella vecchia fattoria versione Pharrell Williams

11 aprile 2020

Che significa u.s.?

Stamattina mentre stavo ritirando la posta, mi sento chiamare dalla strada. Mi giro e vedo una donna stile incappucciata, con una sciarpa rossa che copriva tutto il viso, lasciando liberi solo gli occhi. E chi cacchio è questa qui? Era la madre di una PIA, che era andata a controllare, se il bancomat funzionasse.
La signora, da sotto la sciarpa, mi ha chiesto che cosa significasse "u.s." , che aveva letto nel post del 5 Aprile. Misterioso acronimo, sotto cui si nasconde qualcosa di spaventoso!
A prescindere che lo ho usato in maniera errata, nel linguaggio commerciale significa: “Ultimo Scorso (mese)”. Nel post ho scritto: “3 Marzo u.s.” anziché “ 3 u.s.”.
Il mio errore è avvallato dal Dizionario Treccani, che scrive
u.s. – Abbreviazione di ultimo scorso (sottint. mese), usata soprattutto nelle lettere commerciali: rispondiamo alla Vostra pregiata del 24 u. s.
Come lo ho scritto erroneamente, eventualmente, si va capire, che questo post era stato pubblicato il 3 Marzo 2019!
Può succedere ai migliori scrittori!!!

10 aprile 2020

Il caffe

Il caffè di Silvestro
Volete mettere una bella tazzina di caffè fumante, bevuta al banco di un bar? Ma cosa c'è dietro a
questa tazzina?
Questa bevanda diffusa in tutto il mondo, anche più del the o del vino, è amata e contestata in tutto e per tutto. Un giorno uno studio dice che fa bene ed il giorno dopo un altro dice l'esatto contrario.
Anche l'origine del nome è contestato. Certi ben informati asseriscono che derivi dall'Arabo "qahwa", in Italiano "Eccitante". Si pensa che possa derivare anche dalla città etiope Caffa, dove fu coltivato in origine.
Il Cairo diventerà il punto di smistamento del caffè portato dalle carovane. In Italia sbarcò a Venezia nel XVII secolo, al seguito dell'espansione dell'impero Ottomano.
La Chiesa Cattolica mise all'indice "Il vino d'Arabia" definendolo "Bevanda del diavolo". L'accusa era che l'uso portava ad azioni disinibite anche le persone più morigerate. La colpa era di una leggenda tramandata da un frate maronita, insegnante di teologia alla Sorbona. Il religioso asseriva che l'arcangelo Gabriele avesse offerto il caffè al profeta Maometto, il quale dopo averlo bevuto
"disarcionò in battaglia ben quaranta cavalieri e rese felici sul talamo addirittura 40 donne".
Non l'avesse mai detto! Comunque la fama di bevanda per consumatori dediti ad una vita notturna viziosa e licenziosa, duro sino al tardo XVIII secolo. Nel 1732 Bach scrisse una ballata sulla disperazione di un padre, per la vita dissoluta della figlia, che frequentava le meglio caffetterie di Lipsia.
La diffusione della coltivazione al di fuori dell'Arabia e dell'Etiopia fu frutto di una serie di furti.
Il primo fu compiuto da degli Olandesi che trafugarono le piantine a Ceylon e a Giava. Il secondo avvenne a Versailles Dove un ex ufficiale di marina rubò la piantina regalata a Luigi XIV dal borgomastro di Amsterdam. Con un viaggio degno dei migliori romanzi d'avventura, la piantina arrivò in Martinica, diffondendosi a macchia d'olio tanto da poter soddisfare il consumo europeo. Di qui si diffuse in tutti i Caraibi.
Lasciamo la realtà storica, per non farla lunga. Nel blog “La mia cucina” aprirò una pagina con una trattazione più diffusa.
Per chiudere parliamo di due ultimi argomenti. A partire dal XVIII secolo a Napoli si sviluppano scuole filosofiche e culinarie sul caffè. Verranno composte varie canzoni di successo e commedie.
Nel 1750 Goldoni pubblicò la commedia “La bottega del caffè”, seguito dall'abate gesuita Pietro Chiari con il dramma “Il caffè di campagna”.
L'ora migliore per bere un caffè è tra le 9,30 e le 11,30, in mezzo a due picchi del cortisolo. Ma perché? Il cortisolo è un ormone che attiva lo stato di allerta, cioè ci tiene svegli, che viene generato con l'esposizione al sole, attraverso sensazioni che arrivano dalla retina. Quindi alzandosi ed aprendo gli scuri, la retina colpita dalla luce da il comando per la produzione dell'ormone. Si avrà un calo intorno alle 9,00 ed una risalita dalle 12,00 alle 13,00. Quindi in mezzo ci sta benissimo una tazzina di caffè, senza rischiare l'assuefazione alla caffeina. Può sembrare strano, il togliersi gli occhiali da sole, fa più effetto di un espresso.


Bibliografia:
  • Per l'articolo del 16 Ago 2019 sul Corriere Online, clicca qui.
  • Per l'articolo del 18 Set 2019 sul Corriere Online, clicca qui.
  • Per l'articolo del 5 Gen 2020 sul Corriere Online, clicca qui.
  • Per l'articolo del 7 Apr 2020 sul Corriere Online, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia, clicca qui.

09 aprile 2020

Il Baroccio Lombardo

Sempre per dare una mano ai PIA, vado a riprendere una richiesta, ricevuta in Autunno. Che cosa fosse il Baroccio Lombardo. Sui testi lo troviamo lo troviamo anche come “Barocco lombardo” o “Barocco a Milano”, forma artistica diffusasi all'inizio del XVII secolo.
Questo stile incominciò a diffondersi con l'elevazione alla cattedra arcivescovile di FedericoBorromeo (1595), che da grande mecenate spronò e finanziò i più grandi pittori ed architetti dell'epoca. Il massimo splendore si manifestò con l'apertura dell'Accademia Ambrosiana, dove si formeranno i maggiori pittori lombardi. L'esperienza si chiuse nel 1630 con la peste manzoniana e la morte del cardinale, avvenuta nell'autunno del 1631.
Dato che io non sono un insegnante di storia dell'arte e devo dare solo una traccia, su cui basare una ricerca, vi rimando alle pagine segnalate, ove troverete una trattazione completa.
All'inizio il Barocco lombardo si presenta con una certa continuità del tardo manierismo spinto da Carlo Borromeo, che si evolverà in uno stile a se stante, con gli influssi del Barocco romano, introdotti dal Binago (Sant'Alessandroin Zebedia). Gli architetti Mangone e Richini furono i maggiori esponenti di questa fiorente, ma breve stagione. Tutti e due escono dal crogiolo della Veneranda Fabbrica del Duomo e dalla loro collaborazione nacquero la Pinacoteca e l'Accademia Ambrosiana.
L'arte del Richini arrivo a tali livelli che, per vedere qualcosa di migliore, si dovrà aspettare il Piermarini alla fine del XVIII secolo.


Bibliografia:

08 aprile 2020

Risparmiare energia - Le lampadine LED

Finita l'epopea della lampadina ad incandescenza, del tubo neon, delle lampade alogene e a basso consumo, ci sono rimaste le lampade LED.
E' una tecnologia che ci fa risparmiare parecchio sulle bollette, però ci crea una marea di problemi e dubbi all'acquisto.
Quando ero giovane, per comprare una lampadina bastava sapere l'attacco ed i watt, pagavi ed andavi a casa contento.
Ora come ora oltre all'attacco devi sapere i lumen, la temperatura di colore e l'angolo di illuminazione. Ma che sono e a che servono tutti 'sti benedetti dati?
Vediamo una cosa alla volta, non facciamo bordello!


Attacco è quella parte dove la lampadina si connette all'impianto elettrico. Ai miei tempi i principali erano due.
  • Edison ora E27 è l'attacco a vite più grosso di diametro
  • Mignon ora E14 quello con la vite più piccola
Lumen è la nuova unità di misura per la luminosità di una lampadina. Come unità di misura esiste da svariato tempo, ma in passato gli era stato preferito il Watt. Attualmente è l'unica maniera di fare una comparazione tra le lampadine del passato e del presente. La vecchia lampadina ad incandescenza da 100 W corrisponde a circa 1.500 Lumen.

Temperatura di colore è la tonalità resa dalla lampada accesa. Non sto a spiegare di nuovo cosa sia, andate a leggere il post “Il colore delle lampadine”. Viene misurata in Kelvin ed il salire a valori più alti porta ad avere una tonalità sempre più bianca. La vecchia lampadina ad incandescenza da 100 W corrisponde a circa 2700 K.

Angolo d'illuminazione è su quanti gradi si diffonde il fascio luminoso. In passato veniva dato solo nei faretti per arredamento, ora è un dato in tutti i tipi di lampade. I corpi LED più comuni hanno un angolo di 180° o 270° e ciò significa che dal lato attacco vi è un sensibile calo di luminosità. Le vecchie lampadine avevano un angolo di 360°, raggiungibile con il LED a filamento in tecnologia COB.

A pagina 50 della rivista "Inchieste" di Novembre (N° 341) troviamo una spiegazione molto succinta, ma anche esaustiva delle quattro caratteristiche che abbiamo citato. Ovviamente essendo una rivista che fa capo ad Altroconsumo, a seguire c'è anche un inchiesta su alcuni prodotti sul mercato.
Adesso trattiamo il lato ecologico. Pur rimanendo il diritto a poter vendere le scorte di magazzino, tra il Settembre 2009 ed il pari mese del 2012, è stata vietata progressivamente la produzione delle lampade a filamento. Così dopo 152 anni questo tipo fu messo in pensione. Nel 2016 tocca simil sorte anche alle lampadine alogene. Mi pare che nel 2019 sia stata vietata la produzione delle lampadine a basso consumo. Intanto il costo delle lampadine LED scendeva!
La parte interessante è il rendimento rispetto alle lampade ad incandescenza. La vecchia lampadina arrivava a malapena a 16 lumen/W con 1.000 ore di vita, disperdeva il 95% in calore. Si sale a 60 lumen/W con le lampade a basso consumo o con i neon. Le LED commerciali fanno 150 lumen/W con (teoriche) 100.000 ore di vita. Lampade sperimentali sono arrivate anche a 303 lumen/W. Soldoni significa che a pari illuminazione siamo passati da 100W a 10W, con una vita 100 volte più lunga.
Tutto ciò è bello, ma porta ad una situazione psicologica chiamata “Effetto rimbalzo”. Dato che si consuma 10 volte di meno, l'uomo tende a sovrailluminare i locali, con potenze superiori al necessario e/o non spegnere la luce quando esce. Così i vantaggi energetici vanno a farsi fottere!
Altro errore che viene comunemente fatto è sulla temperatura di colore. Per essere riposante per gli occhi, la luce deve essere tra 3.000 K e 4.000 K. Certe persone, pensando che ci sia più luce, ti montano lampade da 6.400 K, che è una tonalità da impianto stradale. E gli occhi, a lungo andare, non ringraziano di certo.
Quando muoiono sono da considerare rifiuto RAEE, quindi vanno portate negli Ecocentri o nei negozi che hanno il servizio RAEE 1x0


Precedenti post sull'argomento:
  • Per il post “Risparmiare energia – Climatizzazione” del 2 gen 2019, clicca qui.
  • Per il post “Risparmiare energia – Il decalogo” del 18 mar 2020, clicca qui.
  • Per il post "Risparmiare energia - Stand By ed Always On" del 25 mar 2020, clicca qui.
  • Per il post "Risparmiare energia - Stand By ed Always On 2" del 1 apr 2020, clicca qui.

Bibliografia: