Nel post "Pane al coronavirus" del 29
Marzo avevo promesso di scrivere qualcosa sul problema Anisakis.
Un simile proposito ha gettato nello sconforto e
panico le massaie, madri di PIA, assidue lettrici del blog. Dato il
periodo si preoccupavano che fosse in arrivo qualche altro accidente,
ma non c'è da preoccuparsi, l'accidente è presente da tempo ed in
special modo tra i consumatori orientali di sushi.
Che cosa è l'Anisakis? E' un nematode presente
nelle carni del pesce crudo, che potrebbe generare una malattia
parassitaria, se ingerito dall'uomo. Ho usato il condizionale data la
scarsa diffusione. Dal 1876, anno in cui uno zoologo tedesco segnalò
il primo caso conosciuto, si sono avuto circa 20.000 casi. In Italia
il primo caso è stato nel 1996 a Bari.
Con la diffusione del sushi e del sashimi si è
avuto un certo incremento dei casi. Ora come ora, ogni anno vengono
segnalati 2.000 casi nuovi in tutto il mondo, ma più del 90% dei
casi sono localizzati in Giappone. In Europa la maggioranza dei casi sono stati riscontrati in Spagna, Olanda e Germania.
Non ho nessuna intenzione di descrivere come questo
parassita entri nella catena alimentare, per ciò andate a leggere
quanto ho segnalato in bibliografia. Focalizziamoci solo come evitare le
contaminazioni.
Le armi sono due, il freddo ed il caldo. Per il
freddo ci dobbiamo anche armare, attrezzatura e pazienza. Per il
caldo basta una pentola.
Per fare fuori la larva di Anisakis, dobbiamo
portare il pesce destinato al sushi, a temperature molto basse
rapidamente. Le normative comunitarie prevedono che il pesce venga
portato ad una delle seguenti temperature:
-15 °C per 96h o -20 °C per 24h o -35 °C per 15h al cuore del
prodotto.
Pertanto i produttori di sushi e sashimi si devono
attrezzare con un abbattitore che sia in grado di rispettare questi
parametri. Con la discesa dei prezzi, trovi questa macchina anche
nelle migliori cucine amatoriali.
Ovviamente il pesce surgelato è Anisakis free.
Se invece volete usare il caldo, dovete portare
l'interno del pesce a temperature superiori ai 60° C per un minuto.
Ciò penso che sia valido solo per una sogliola; i testi consultati
scrivono che per arrivare ad avere questa temperatura all'interno di
un pesce di 3 cm di spessore, lo dovremo cuocere per almeno 10
minuti.
Consideriamo altre possibilità di far fuori questo
parassita.
Affumicatura
– Solo quella a caldo è completamente sicura. Tempi da 3 ad 8 ore
a 70/80° C garantiscono la morte delle larve del parassita. Con
quella a freddo è meglio un passaggio in abbattitore.
Salagione
– Si è riscontrato che alte concentrazioni di sale
(concentrazioni di 8-9% di sale per 6 settimane) portano a morte le
larve dell'Anisakis.
Marinatura
– Questo è il sistema meno sicuro, causa dei casi riscontrati in
Italia e Spagna. E' consigliabile un passaggio in abbattitore.
Bibliografia:
- Per la pagina Wikipedia, clicca qui.
- Per il mauale pubblicato da ASP Basilicata, clicca qui.
- Per il mauale pubblicato da Azienda Unità Locale Socio Sanitaria 2 Marca Trevigiana, clicca qui.
- Per l'opuscolo del C.Re.N.A, clicca qui.
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