29 agosto 2019

Il viaggio della Chimera

Questa è una mostra temporanea sita nella cripta di San Maurizio. Doveva finire il 12 Maggio, ma è stata prorogata sino al 6 Settembre, salvo ulteriore proroga.
Per prima cosa che cosa è una Chimera. Copiamo la descrizione dal foglietto destinato alle scuole.
"Se la osservi attentamente potrai vedere che è composta da più animali. Infatti ha la testa ed il corpo di un leone, sul dorso spunta una capra e la coda è a forma di serpente".
 La mitologia greca narra che lo sport preferito dalla Chimera era devastare, con una certa regolarità, le campagne della Licia. Come tutti i cattivi finì male. Fu uccisa da Bellerofonte che in groppa al cavallo alato Pegaso la colpi con una lancia di piombo.
Spero che con questa spiegazione, riesca ad evitare domande stupide da parte dei genitori dei PIA. Non vi immaginate cosa ho sentito, da quando pubblico post sui musei di Milano.
Torniamo a bomba sull'argomento di partenza. La mostra vuole illustrare il particolare rapporto tra la città di Milano, creatosi con il crescere delle collezioni private, le campagne di scavo organizzate dall'università e fondazioni della città.
Il libretto illustrativo destinato a visitatori adulti, inizia così.
"L'esposizione ripercorre l'intenso e fecondo rapporto che lega la città di Milano agli Etruschi, a partire dal Collezionismo ottocentesco e dalla nascita delle Civiche Raccolte. Nel 1955 Palazzo Reale ospita la "Mostra dell'arte e della civiltà etrusca".
Il percorso si snoda tra vari eventi partendo dal collezionismo etrusco a Milano nel XIX secolo, proseguendo con la grande mostra del 1955. Andando avanti abbiamo tre vetrine sulle campagne di scavo ed altrettante sulla presenza di questa popolazione a nord del Po. Si chiude con la collezione Rovati, ultimo episodio nel collezionismo milanese.
Riassunto sempre di poche righe in attesa dell'apertura del museo etrusco voluto dalla famiglia Rovati, con apertura prevista per l'estate 2020.

28 agosto 2019

Il Castello Sforzesco - La collezione Preistoria e Protostoria

Anche per il Castello Sforzesco saranno necessari più post, per poter dare una piccolissima descrizione dello stesso, proprio come per il Museo Archeologico. 
In questo post parlerò del settore connesso con il Museo archeologico, la collezione preistoria. Per la collezione Egizia bisognerà aspettare l'anno prossimo, dato che il nuovo allestimento e l'adattamento alle barriere architettonici, prevedono che il lavori durino sino a primavera.
Quindi ci rimane solo la sala dedicata alla Preistoria e Protostoria. Qui sono esposti reperti provenienti da scavi fatti prevalentemente in Lombardia, Databili dal IV millennio a.C. sino all'arrivo della civiltà romana ne II secolo a.C.
Anche in questo caso c'è da segnalare una guida molto ben fatta ad uso scolaresche e curiosi, come me.
Si va dai primi agglomerati su palafitte all'integrazione con Roma, passando dall'arte funeraria delle necropoli di Scamozzina e Canegrate, da reperti di pregio come la Tomba del Guerriero (Sesto Calende) o la Situla di Trezzo. In tutte le opere è chiara l'influenza celtica sulle popolazioni stanziali.
Non c'è molto da scrivere perché la sala è di medie dimensioni, ma c'è tanto da vedere.

27 agosto 2019

Corso Magenta

Per completezza Corso Magenta 15. E' l'indirizzo del corpo storico del Civico Museo Archeologico di Milano.
Ricavato nei chiostri distrutti del convento di clausura delle Benedettine, sui ruderi del circo romano ed uno stabile di via Nirone, si difende egregiamente nonostante la ridotta dimensione.
Piccolino e children friendly, molto orientato nella divulgazione storica con scolaresche o ragazzini che vengono a visitare questo museo. Sono apprezzabili le schede di accompagnamento delle sezioni, che illustrano quanto esposto aggiungendo qualche giochetto. Da qui ho tratto i disegni delle mascotte delle singole sezioni.
Come al solito tralascio la storia, che potrete leggere su Wikipedia o sul sito del museo, passando direttamente ad una breve descrizione delle sale.
Il post è scarso di foto, perché ero talmente immerso nella visita che mi sono quasi dimenticato di farle!
Salendo la scalinata in Corso Magenta, si transita in un chiostro dove possiamo incominciare ad ammirare i primi reperti della Milano romana. Qui vi sono numerose stele funerarie e parti marmoree
provenienti da vari scavi in loco.
Nella prima sala si gira in mezzo a reperti della Milano tardo imperiale. Epitaffi, ritratti, ceramiche e mosaici di epoca tra la fine del III e prima meta del IV secolo.
Al centro della sala è esposto un plastico che sovrappone la Milano moderna con la Mediolanum di quell'epoca.
La Milano imperiale
Uscendo passi tra i resti di una villa ed del circo romano con le sue torri, di cui una è riattata  campanile in epoca medioevale.
Camminando sulle passerelle, arriviamo al fabbricato di via Nirone. Quattro piani per quattro epoche diverse.
Al piano terra c'era una mostra sugli scavi di Cesarea Marittima, Località a circa 40 Km da Haifa ricca di storia, ove vi sono varie campagne di scavo e ricerca. L'arte orafa di questa cittadina viene mostrata con cura ed abbondanza di reperti.
Prendiamo l'ascensore per salire al terzo piano ed incominciare a scendere seguendo la storia.

La dea Athena
 Sezione Greca
Accompagnati dalla dea Athena, visitiamo il terzo piano. Come ho già scritto, l'intento principale è una divulgazione semplice adatta a tutti. In questa sezione si introduce il visitatore nella vita della Grecia classica La crescita e l'educazione del fanciullo, la socialità delle famiglie, sino al culto dei morti.
Viene data particolare evidenza della vita quotidiana di uomini e donne dell'epoca. banchetti, matrimoni, teatro e guerre tra le città.

La sala greca












Tanaquilla l'Etrusco
Sezione Etrusca
Scendiamo di un piano ed entriamo nella sala del secondo piano
Anche qui viene data una buona infarinatura degli stili di vita di questa civiltà, dal suo sorgere sino alla definitiva romanizzazione.
La fine della visita è un'esposizione di arredi funebri, provenienti dalla necropoli di Cerveteri.

Velka da Tarquinia












Rodchis il Longobardo
Sezione Altomedioevale
Al primo piano si sono fermati i Longobardi, popolazione proveniente dal nord, che hanno finito la loro migrazione in questa parte della Pianura Padana, dando il nome Lombardia.
Sono interessanti i reperti provenienti dalla necropoli di Trezzo d'Adda e le statue che ricostruiscono il fisico di questa gente.
Prestate particolar attenzione ai monili. I longobardi erano dei fini orefici, molto apprezzati.






Anche qui il giudizio non può essere che: "Da vedere assolutamente".


Bibliografia:

25 agosto 2019

San Giovanni in Conca

I ruderi dell'abside
Martedì come prima visita ci siamo recati in visita a San Giovanni in Conca, o per lo meno a cosa rimane della chiesa.
In effetti, in Piazza Missori, rimane ben poco di questa chiesa, demolita nel 1951 per far posto a Via Albricci.
Chiesa sfigata. Eretta e demolita più volte nella storia, sorge per la prima volta in epoca paleocristiana, intitolata a San Giovanni Evangelista. L'aggiunta "In conca" dovrebbe venire dalla depressione del terreno su cui fu eretta.
Ricostruita una prima volta nel XI secolo, dopo danni non molto chiari. Ricostruita una seconda volta nel XIII secolo, a seguito della demolizione perpetrata da Federico Barbarossa nel 1162.
Le colonne della cripta
Così arriviamo al XIX secolo, quando il comune la cedette alla Comunità Valdese, che ricostruì la facciata tagliando la navata a fetta di salame. Questa originalità è stata necessaria per far posto all'attuale Via Mazzini. La chiesa sarà definitivamente demolita subito dopo la II Guerra Mondiale per creare l'asse viario Via Larga, Via Albricci, Piazza Missori.
Tra il 1948 ed il 1952 ci fu un trasferimento di opere verso altri siti. Il mosaico del pavimento fu portato al Civico Museo Archeologico. Altre opere, tra cui la statua equestre di Bernabò Visconti, al Museo di Arte Antica al Castello Sforzesco. La facciata fu smontata e rimontata in Via Francesco Sforza, alla nuova chiesa valdese.
La  cisterna
Nel sito di Piazza Missori puoi ammirare ciò che rimane dell'abside e la cripta. Chiaro esempio di cripta in stile romanico milanese di cui, in città, ne rimangono solo due esempi.
Nel sotterranei si possono vedere i resti di vari sarcofagi, che si possono far risalire al periodo tra il I ed il IV secolo dopo Cristo. Un pezzo del pavimento originale della chiesa paleocristiana fatto con esagoni neri di basalto e triangoli di marmo bianco. A destra entrando vi è anche una cisterna interrata, probabilmente dedita al ricupero dell'acqua piovana.
Visita molto veloce, un quarto d'ora al massimo, ma interessante lo stesso.
Il controllo degli accessi ed eventuali delucidazioni sono gestiti dai volontari del Touring Club, sempre molto disponibili e gentili. Dato che la visita è libera, se lasciate qualche monetina, per finanziare le opere di mantenimento, vi ringrazieranno pure!


Bibliografia:
Per la pagina Wikipedia, clicca qui.

24 agosto 2019

Il Famedio


Una delle pareti laterali
Il Famedio in origine doveva essere la chiesa del Cimitero Monumentale di Milano, ma mai completata come tale, poi destinato ad accogliere le spoglie mortali di milanesi illustri. O perlomeno l'idea era quella, tantevvero che troviamo la tomba di Quasimodo che non era milanese ed ancor meno sia morto a Milano.
Date le traversie passate dal cimitero, nel corso della sua realizzazione, anche il Famedio ha avuto una variazione in corso d'opera ed è stato aperto anche a figli adottivi che abbiano dato lustro alla città. Così il Famedio si è aperto anche a Salvatore Quasimodo e Leo Valiani.

La parete verso il cimitero
Prima che qualcuno lo chieda, vediamo che cosa significa Famedio. E' un neologismo creato nel 1889, unendo due parole latine, fama (fama) e aedes (tempio). Quindi in Italiano suona come "Tempio della fama" e vuole indicare un luogo dove sono sepolti o ricordati personaggi illustri.
In certi cimiteri potrebbe essere il posto dove sono sepolti i cittadini morti in guerra o in prigionia.
Luogo che nasce a forma di tempio ed è sempre all'ingresso del cimitero e potrebbe essere vicino alla cappella cimiteriale.
Chiusa la parte etimologica e tecnica, passiamo a cercare i nomi degli "eletti". Partiamo dai primi due, Alessandro Manzoni e Carlo Cattaneo

Alessandro Manzoni - Il corpo imbalsamato dello scrittore è arrivato nel Famedio, ancor in costruzione, nel 1883, nel decennale della sua morte.
Originalmente era posto in posizione laterale in un sarcofago gemello a quello di Carlo Cattaneo. La posizione centrale attuale risale al 1958. Il sarcofago è stato posto sopra un basamento in bronzo, con bassorilievi opera di Giannino Castiglioni.


Carlo Cattaneo - Il patriota milanese arrivò nella primavera successiva. Il suo sarcofago come il gemello di Manzoni ha inciso lo scudo crociato della città ad indicare la loro milanesità. All'incontrario di quello dello scrittore, è ancora nella posizione originale.




Entrando a sinistra troviamo i loculi relativi a Carlo Forlanini e Salvatore Quasimodo. Strano connubio tra il Premio Nobel per la letteratura (1956)  ed il medico inventore del pneumotorace.e dello sfigmomanometro nella versione che si usa ancora adesso.
Per trovare un altro Premio Nobel dovremo recarci nella cripta.
A destra ci sono i loculi di Leo Valiani, politico e fondatore del Partito Radicale, e Bruno Munari, artista futurista e designer moderno.








Mi manca la foto della tomba di Luca Beltrami per completare la rassegna dei sette grandi eletti al piano alto del Famedio.
Adesso ci trasferiamo in cantina per andare a trovare altri notabili, ma meno importanti dei precedenti

Partiamo subito con un altro Premio Nobel per la Letteratura.
In questi loculi riposano Dario Fo che lo vinse nel 1997. Anche lui è un importato. Ha vissuto e lavorato a Milano, ma è nato in un paesino del Lago Maggiore.
Franca Rame - moglie di Dario Fo, ottima attrice e senatore, attiva sessantottina e convinta femminista.
Franco Parenti - dei tre è l'unico nato e morto a Milano. Attore, regista ed autore televisivo. Molto attivo negli anni sessanta / settanta.

Magda Olivero - Soprano grande interprete pucciniana, dalla doppia carriera, a causa della guerra, che a 99 anni non disdegnava le esibizioni concertistiche.
Enzo Jannacci - Cardiologo e cabarettista. Ha fatto parte del team di Cristiaan Barnard e del Derby Club. Chiaro esempio su come si possano fare bene due mestieri ben differenti.
Giorgio Gaslini - Autore, compositore e pianista. Era molto conosciuto come interprete jazz.


Qui svariamo in vari campi dell'arte e sport
Alda Merini - Bocciata in Italiano all'ammissione al Liceo Manzoni, divenne una delle più grandi poetesse e scrittrice italiana.
Milla Sannoner - Famosa attrice di cinema e televisione. Sono ricordate le sue interpretazioni nella "Freccia nera" e "Sandokan".
Giorgio Gaber - Autore, commediografo e cabarettista, degno compare di Jannacci e Celentano. Apprezzato anche come chitarrista e jazzista con Franco Cerri.
Antonio Maspes - Pistard sette volte Campione del Mondo Velocità, medaglia di bronzo ai giochi olimpici di Helsinki.
Chiudo la rassegna di personaggi illustri con qualcuno cui ho avuto l'onore di conoscere. Ambrogio Fogar, navigatore, scrittore e divulgatore televisivo, lo ho conosciuto a Bologna all'inizio degli anni '80. Lo ho rivisto nel 2000 in sedie a rotelle, dopo l'incidente alla Pechino - Parigi del 1992. Persona di carattere e preparazione, ma assai chiacchierato per le sue scelte. Uno dei pochi che ha dato il proprio nome ad un corpo celeste.


Altre commemorazioni

I benemeriti della città
I benemeriti della città
Il 2 Novembre il sindaco di Milano in carica presiede una cerimonia, per l'iscrizione al Famedio, dei nomi di personaggi che si sono distinti particolarmente nella vita.
I nomi vengono scelti da un'apposita commissione ed incise su lapidi poste ai lati.





23 agosto 2019

San Maurizio al monastero Maggiore

Partiamo dal più semplice e dal più bello. In effetti la definizione di Cappella Sistina di Milano è proprio meritata. Per 20 minuti giri con il maso all'insù, ammirando gli affreschi della volta.
Per la sua storia completa vi rimando alla pagina Wikipedia. Io mi limiterò ad i cenni principali. La chiesa che vediamo adesso è una ristrutturazione cinquecentesca di un chiesa paleocristiana, con facciata in pietra di Ornavasso ed gli affreschi sono di scuola leonardesca o forlivese, difatti sono attribuiti a Melozzo da Forli e Bernardino Luini.

Altare maggiore
La ristrutturazione, finanziata da alcune famiglie di notabili milanesi, era atta a dare una chiesa all'adiacente monastero di monache di clausura facenti capo all'ordine dei benedettini.
La chiesa in unica navata è divisa da un tramezzo con grata, che divideva la clausura dalla parte aperta ai fedeli.
Per aumentare la separazione della clausura dal mondo, il cardinale Borromeo fece ridurre la luce di questa grata.
Il tramezzo a cui si appoggia l'altare maggiore è finemente affrescato da Bernardino Luini, facendo contorno ad una pala di Antonio Campi, rappresentante l'adorazione dei Magi. La parete lato clausura è affrescata dal veneziano Simone Peterzano, maestro di Caravaggio.

Organo
Nell'aula delle suore si può ammirare un organo ecclesiastico a trasmissione meccanica del maestro organaro bresciano Gian Giacomo Antegnati, restaurato nel 1982.
Gli affreschi delle pareti sono attribuibili alla scuola di Vincenzo Foppa. Da ammirare la storia dell'arca di Noè, dipinta da Aurelio, figlio Bernardino Luini. I dipinti del loggione sono opera di Gian Antonio Boltraffio.

Padre Eterno benedicente


Gli scranni delle suore coriste












Le cappelle laterali
Sulle pareti laterali dei due settori vi sono delle cappelle gentilizie con volta a botte e loggione a serliana di origine romana o bizantina.
La famiglia Cerreto fu la maggiore finanziatrice di queste opere d'arte affrescate da componenti della famiglia di Bernardino Luini.






Chiudiamo parlando del campanile. Nel XVI secolo i ruderi della torre dei "carceres" del circo romano di Milano.sono stati utilizzati per erigere il campanile della chiesa. Tale è rimasto sino alla II Guerrra Mondiale quando, a seguito dei bombardamenti che hanno distrutto i due chiostri, venne inglobato nel museo archeologico.





Il controllo degli accessi ed eventuali delucidazioni sono gestiti dai volontari del Touring Club, sempre molto disponibili e gentili. Dato che la visita è libera, se lasciate qualche monetina, per finanziare le opere di mantenimento, vi ringrazieranno pure!
Sul sito di Milano Turismo potrete trovare una visita virtuale, con foto a 360°.


Bibliografia:

22 agosto 2019

Citylife

La piazza centrale
A chiusura del periodo estivo a Milano di mia moglie e mia figlia, siamo andati a fare un giro a Citylife. Una grandissima delusione...
Pure questa volta mi ha dato l'impressione di una brutta copia di qualcosa visto in una grande città americana o a Londra. Già avevo criticato gli appartamenti della parte residenziale, ma ora devo criticare anche la parte commerciale.
Non mi è piaciuta la dispersione delle attività a bordo di corsie larghe come una pista di aeroporto, con negozi ancor più grossi, dove la merce si perde. Solo OVS aveva una giusta densità di espositori.
Per certi negozi bisogna notare e criticare il cattivo gusto degli architetti che li hanno realizzati. Già il prezzo per turista americano o giapponese, ti fa passare la voglia, ma se viene esposto pure male ti passa definitivamente l'intenzione di comprare.
Non capisco come mia nipote ed amiche siano riuscite a perderci 6 ore.
La storia non la faccio, andate a leggerla su Wikipedia, ma sappiate che hanno iniziato a lavorare nel 2007 e stanno tuttora lavorando. Doveva essere pronto per EXPO 2015!!!
Speriamo che il centro di Arese sia meglio di questo.

Vista d'interno




Torre Hadid (Generali)










Torre Isozaki (Allianz)





Bibliografia:

20 agosto 2019

Il Museo Archeologico

Ovviamente di Milano. Piccolo, ma agguerrito. Il nome corretto è Civico Museo Archeologico di Milano, diviso in più sedi con precise aree tematiche.

Castello Sforzesco
Qui sono in mostra la collezione Preistoria e la collezione Egizia. Quest'ultima è momentaneamente chiusa per riallestimento.

Corso Magenta
Questa è la sede centrale. Oltre ai ruderi del circo romano e reperti provenienti da scavi per studio ed lavori della metropolitana, possiamo vedere la collezione Cesarea Marittima, Greca, Etrusca, Alto Medioevo e l'Arte del Gandhara.

San Giovanni in Conca
Sono i ruderi della cripta della chiesa romanica demolita agli inizi del XX secolo.

San Maurizio al Monastero Maggiore 
Non so che centri con un museo archeologico. Viene chiamata la Cappella Sistina di Milano per gli affreschi rinascimentali che l'abelliscono. E' adiacente al corpo principale del museo. il campanile è  ricavato da una delle torri del circo romano.

Anfiteatro e Antiquarium Alda Levi
Siamo arrivati in Via De Amicis. Anfiteatro romano utilizzato sino al V secolo intitolato alla studiosa che lo ha studiato per prima.

Con moglie e figlia abbiamo iniziato l'esplorazione delle varie sedi e, nonostante il caldo, siamo riuscite a visitarne quattro su cinque.
Ora rimane solo da scrivere i post che illustrano i siti. Ovviamente vedendo di ricuperare anche l'anfiteatro.

18 agosto 2019

Leonardo 3 Museum - il mondo di Leonardo

L'ultimo museo visitato Venerdì è stato il Leonardo 3 Museum, esposizione del 2013, che doveva essere temporanea, ma che diventata quasi permanente, dato che viene prorogata di anno in anno.
Fa parte di una serie di eventi a Milano ed in altre città del mondo, realizzate in occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Questa esposizione è ospitata nei locali di rappresentanza del Comune di Milano, siti in Galleria Vittorio Emanuele, lato Piazza Scala.
Di questo museo non ci sono foto, perche era vietato e c'era un controllo abbastanza asfissiante.
La mostra è organizzata in sei sale tematiche ove si possono vedere i modelli in legno delle macchine studiate da Leonardo, realizzate basandosi sui disegni originali.
A dir la verità non tutte le sale sono dedicate alle macchine infernali, ma due sono dedicate ad opere pittoriche. In una si può vedere la ricostruzione immaginabile del locale dove è stata dipinta la Dama con l'ermellino e di cosa potesse succedere in questa stanza.
L'altra sala è dedicata al restauro digitale dell'Ultima Cena sita in Santa Maria Delle Grazie.
Non è che si possa scrivere tanto. La mostra va vista con tranquillità, avendo una minima conoscenza del genio di Leonardo. Andate! Ne vale la pena.


Bibliografia:

17 agosto 2019

Il grande Museo del Duomo

Modello in legno del Duomo

Continuando il nostro girovagare museale, nel pomeriggio di ieri, siamo andati al museo del Duomo ed alla mostra Leonardo 3.
In prima media (1965) ero già andato a vedere il Museo del Duomo, era l'allestimento fatto su 19 sale aperto un paio di anni prima. C'era già il tesoro del Duomo ed i modelli in legno ralizzati da Bernardino Zenale, ma agli occhi di un ragazzino era un museo noioso.
l'allestimento attuale, aperto nell'Autunno del 2013, basato su 26 sale, è molto più ricco ed interessante. Nel passaggio che porta alla chiesa di San Gottardo in Corte, è stata posta la riproduzione in legno della Madonnina, realizzata per l'EXPO del 2015.
Le sale sono messe in ordine cronologico, dalla prima pietra (1386) ai giorni nostri. Le aree tematiche sono 14, in cui si possono vedere le varie influenze artistiche e come si sono espresse nella cattedrale.
Da annotare, purtroppo, anche l'influenza che l'inquinamento ha sul marmo di Candoglia. Molte statue sono grigie o giallastre, con chiari segni della corrosione data dalle pioggie acide.
Mi è piaciuta moltissino l'illuminazione delle opere. Quella penombra continua da cui emergono le singole opere, dà un particolare risalto, staccandole dall'architettura viscontea delle sale, non vorrei sbagliarmi, ex scuderie del Palazzo Reale. 
Come giudizio finale, non posso altro che dire che sono due ore ben impiegate, giusto complemento alla visita del "Dòmm de Milan".

Marysia con la Madonnina EXPO

Sant'Agnese

Le vetrate












Formelle e statuette in marmo e terracotta

Bibliografia:

16 agosto 2019

Il Cimitero Monumentale di Milano

Il Famedio visto dalla Galleria di Ponente

Stamattina ci siamo dedicati al necroturismo, cioè giri turistici in cimitero con interessi storici e/o artistici.
Approfittando dei nuovi biglietti per i servizi pubblici integrati, abbiamo deciso di fare una visita al Cimitero Monumentale ed al museo del Duomo, con intermezzo culinario nella pizzeria del mio amico Domenico.
Lasciando perdere le traversie del progetto e della realizzazione, dovute ai fermenti rivoluzionari che si svilupparono a metà del XIX secolo, si arrivò all'inaugurazione solo il 2 Novembre 1866, dopo ventinove anni di discussioni e blocchi lavori.
Figlio dell'Editto di Saint Cloud (1804) e dell' editto "della Polizia Medica" (1806), che non hanno mai avuto applicazione nel Regno Lombardo-Veneto, ma che hanno portato in ogni caso a costruzione dei cimiteri  fuori porta, doveva essere costruito alle Cascine Abbadesse, zona Piazza Carbonari. Nel progetto definitivo del Maciacchini, venne spostato in un area di 250.000 mq, posta tra Porta Tenaglia e Porta Comasina.
Nato con uno spirito di pietas nel confronto dei  cittadini e di lustro per Milano, il podestà Gabrio Casati nel 1837 bandiva il concorso con la frase:
degno del lustro di Milano, onde riunirvi lapidi e monumenti per distinti cittadini e sepolcri di famiglia, e vasto a raccogliere tutte le spoglie dei trapassati
Negli anni ha virato verso a cimitero aperto a tutti i milanesi
a tutte le forme e tutte le fortune
Sino ad essere considerato un museo a cielo aperto.

Il monumento ai deportati nei campi di concentramento

Sul fatto che sia o sia stato un cimitero aperto a tutti i milanesi, ho i miei bravi dubbi. A prescindere dal fatto che non vi è più posto, qui una tomba costerebbe come un appartamento. Concordo sulle forme e fortune. Qui trovi esercizi dei maggiori architetti, scultori e pittori. Lasciando perdere Medardo Rossi che si è progettato lui la tomba, trovi opere di Arnaldo Pomodoro, Lucio Fontana, Mario Labò , tanto per citarne alcuni.
Le maggiori famiglie di notabili milanesi hanno qui la dimora eterna. Edicole, mausolei e tombe sono intitolate a Bracco (Medicinali), Erba (Medicinali), Falk (Industriali acciaio), Bocconi (Università), Borletti (La Rinascente) e per finire Giovanni Treccani (Enciclopedia) che ho citato in parecchi post. Non sono tutti, sono solo quelli che ricordo.
Questo è il Cimitero Monumentale in poche righe. In un prossimo post tratterò del Famedio e dei suoi ospiti.
Magari un giorno andrò pure a fare un giro al cimitero di Staglieno, a Genova, altro posto di un certo rilievo artistico.

Il sepolcro di Alessandro Manzoni


Bibliografia:

05 agosto 2019

Il Castello Sforzesco - La Pietà Rondanini

Visione laterale
Questo è il remake del post originale, che ho dovuto rivedere a causa della crassa ignoranza  di alcuni genitori dei PIA. In questo caso due padri.
Ho mantenuto la posizione originale del post anche se tra le due versioni sia passato un mese. 
I due ignorantoni "sanno" che la Pietà di Michelangelo sia figlia unica e che dimori in San Pietro. I poveretti non "sanno" che le Pietà michelangiolesche sono ben quattro, tre firmate ed una attribuita.
Alle sculture si deve aggiungere un disegno a gessetti, denominata Pietà per Vittoria Colonna, realizzata in occasione della morte della sua amica poetessa.
Ovviamente in questo post non mi dilungherò più di un tanto sulle altre opere, probabilmente ci dedicherò del tempo per dei post per singola scultura.
Se volete informarvi prima, in bibliografia vi do i link alle pagine Wikipedia
Di seguito la cronologia e la localizzazione delle opere incriminate.
  • Pietà Vaticana (1497 - 1499) Città del Vaticano - San Pietro.
  • Pietà Bandini (1547 - 1555) Firenze - Museo dell'Opera del Duomo.
  • Pietà di Palestrina (1555 ca) Firenze - Galleria dell'Accademia.
  • Pietà Rondanini  (1552 - 1553 / 1555 - 1564) Milano - Museo del Castello Sforzesco
Primo  piano
Ritorniamo all'opera incompiuta di Michelangelo.
La scultura la si può ammirare all'Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco. Entrando nella Piazza d'Armi da Piazza Castello, troverete l'ingresso a sinistra, lungo le mura esterne.
Questo allestimento molto minimalista, a mio dire, è stato criticato ferocemente sia da Vittorio Sgarbi (atto vandalico) che da Philippe Daverio (scempio).
In effetti si poteva fare meglio, ma non è una situazione tragica, come asseriscono i due critici. L'esposizione della statua al centro di una stanza vuota non la trovo una cattiva idea. La vista cade subito sulla scultura e poi passa agli affreschi delle volte, per poi ritornare giù verso la Pietà. Il visitatore non viene distratto da altro.
Quello che non mi è piaciuto, è l'orientamento della scultura, con le spalle all'ingresso dei visitatori. Percorri mezza sala vedendo solo le terga curve della Madonna.
L'architetto De Lucchi, che ha curato la nuova esposizione, giustifica così la scelta:
«Il nuovo allestimento ribalta completamente la visione ad oggi consueta dell’opera: entrando i visitatori vedranno infatti la scultura di spalle e scorgeranno per prima cosa ciò che Michelangelo scolpì per ultima, la schiena della Madonna ricurva sul Cristo, rendendo ancora più intensa l’emozione per l’opera. Solo girando attorno alla statua si vedrà la parte anteriore, con il Cristo cadente sostenuto dalla Madre: una prospettiva assolutamente inedita, voluta per mettere in risalto quella dimensione della scultura, incompiuta, prima impossibile da osservare nella sua completezza»
Va bene che le vetrine, con le spiegazioni ed altri reperti, siano in fondo la sala. Puoi leggere, mentre guardi l'opera.
Nelle nicchie laterali sono esposti i basamenti precedenti.
E' certo che ci dovrebbe essere una maggiore sorveglianza. Quando ero nella sala, ho visto delle turiste sudamericane fare dei selfie con pose molto dubbie ed irrispettose verso l'opera.

La storia
Secondo le intenzioni di Michelangelo, la scultura doveva essere parte della sua tomba, ma nella tomba ci finì prima di riuscire a completarla. E qui incomincia il lungo viaggio che la porterà a Milano nel 1952.
  • Nel 1652 Pietro da Cortona la vede nel magazzino di una bottega romana.
  • Nel 1744 viene acquistata dai marchesi Rondanini che la espongono in una nicchia della loro biblioteca a Roma.
  • Nel 1904 il palazzo di Via del Corso fu acquistato dal conte Roberto Vimercati-Sanseverino e, grazie alla rinuncia al diritto di prelazione da parte del Ministero dell pubblica istruzione, fu cambiata di basamento ed esposta al pubblico.
  • Nel 1952 è stata acquistata dal Comune di Milano, con destino Raccolte Civiche del Castello Sforzesco.
E' sempre stata ammirabile al Museo d’Arte Antica del Castello, all’interno della Sala degli Scarlioni,
dal 1956 quando fu riaperto il museo, dopo il periodo bellico, al 2015, tranne un piccolo periodo nel 2004, quando fu sottoposta ad un restauro di pulizia. In occasione dell'EXPO fu trasferita. dove la si può vedere ancora oggi.


Bibliografia:
  • Per la pagina Wikipedia sulla Pietà Rondanini, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia sulla Pietà Bandini, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia sulla Pietà Vaticana, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia sulla Pietà di Palestrina, clicca qui.
  • Per la pagina del sito del Castello Sforzesco, clicca qui.

04 agosto 2019

Il Castello Sforzesco

La Piazza d'Armi
Oggi ci siamo dedicati ad una full immersion nei musei del Castello Sforzesco. Appuntamento con Ottavia alle 10,30 in Piazza d'Armi, per poi mettersi in coda per i biglietti, nella Corte della Rocchetta.
Ci è andata bene, solo mezz'ora ed abbiamo avuto i nostri quattro biglietti. I preziosi talloncini sono giornalieri e ti permettono di entrare in tutti i musei ed esposizioni temporanee. Altri 10 minuti di attesa e siamo entrati Nel Museo di Arte Antica.
Con un taglia ed incolla da Wikipedia facciamo l'elenco dei musei che si possono visitare.
La fontana della Loggetta
I link sono gli originali dell'enciclopedia universale.

Quanto vediamo oggi, non è più l'originale del XV secolo. Nei secoli è stato ampiamente modificato per assecondare i voleri delle signorie che si sono alternate. L'ultima ristrutturazione risale agli inizi degli anni '50 per sanare i danni causati dalla Seconda Guerra Mondiale. 
Per i Mondiali del 90 fu costruita una nuova fontana, davanti alla Torre del Filarete. I cortili sono stati ripristinati dopo i lavori del metro che corre sotto il castello.
Nel 2005 si è dato mano all'ultimo restauro delle sale.
I lavori di costruzioni iniziarono nel 1450 su ordine di Francesco Sforza, per farne la sua residenza.
Nel 1492 sale al potere Ludovico il Moro che chiamò i maggiori architetti dell'epoca, Bramante e Leonardo da Vinci. Divenne una sontuosa corte di livello europeo.
Mentre con gli Sforza fu una strada in discesa, con gli Spagnoli e gli Austriaci conobbe il declino. Con Napoleone rischiò anche la demolizione.
Verso Porta Giovia
Con il ritorno degli Austriaci divenne simbolo di oppressione e prigionia. Dagli spalti del Castello, il Generale Radetzky bombardò i rivoltosi, durante le cinque giornate di Milano
Dopo l'arrivo dei Savoia, rischiò di nuovo di essere demolito. Nel 1861 fu saccheggiato e danneggiato seriamente dalla popolazione.
Dopo vent'anni di discussioni, fu affidata all'architetto Beltrami la totale ristrutturazione e restauro.
I lavori durarono dal 1890 al 1905 e finirono con l'inaugurazione della Torre del Filarete.
Sino al 1920 fu sede della Galleria di Arte Moderna e dal 1906 al 1999 sede della Scuola Superiore di Arte applicata.
Se volete vedere tutto con tranquillità, dovete programmare un week end completo. In una Domenica siamo riusciti a vedere solo il 75% del vedibile. Se vi sbrigate riuscirete vedere ancora la mostra su Leonardo dove c'è uno spettacolo basato su ologrammi. Molto bello!!!

La corte ducale











Bibliografia:
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  • Per la pagina Wikipedia, clicca qui.
  • Per il post "Il Castello Sforzesco - La Pietà Rondanini", clicca qui
  • Per il post "Il Castello Sforzesco - La collezione Preistoria e Protostoria", clicca qui.

La pianta del castello e posizione dei musei