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02 marzo 2025

Abbazia di San Pietro in Gessate

La chiesa al tramonto
In attesa di organizzare le visite alle Abbazie fuori alle mura, andiamo a fare un giro a San Pietro in Gessate.
Questa chiesa è l'unica del gruppo delle Abbazie milanesi che è all'interno delle mura difensive. Per la precisione si trova di fronte al Tribunale di Milano.
Era un tramonto di un paio di anni fa, quando decisi di entrare dentro a vedere la chiesa, tanto ero in anticipo sull'appuntamento.
San Pietro in Gessate, come la vediamo adesso, è frutto di un restauro fatto dopo la Seconda Guerra Mondiale, per curare i danni causati dai bombardamenti alleati nel estate del 1943.
Furono danneggiate tutte le cappelle della navata di destra e distrutto il Chiosco ed il convento. Il chiosco fu ricostruito ne 1954, ad opera dell'architetto Ernesto Rapisardi. Al posto del convento nel 1945 fu costruito il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, assurto alle cronache durante la Rivoluzione Studentesca del 1968. Il convento fu sede dei Martinitt dal 1770 al 1796, quando Napoleone li trasferì in un convento di Brera
L'altare con il crocifisso
La chiesa è un bell'esempio del quattrocento lombardo, nel chiaro stile del Solari. Ha una pianta a croce latina, con tre  navate e cinque cappelle per lato. Quelle di sinistra sono sopravvissute alla guerra, mentre quelle di destra sono andate distrutte.
Con il passaggio del monastero dagli Umiliati ai Benedettini, la precedente chiesa di SS: Pietro e Paolo in Glaxiate, fu sostituita nel 1460 con la costruzione della attuale. Parte dei lavori furono finanziati da Acerrito e Pigello Portinari, rappresentanti del Banco De' Medici in Milano.
Questi signori, che di soldi ne dovevano avere, finanziarono il coro, l'abside maggiore, il capitolo e la sagrestia. Qui si può ammirare ancora lo stemma della famiglia.
Oltre a Guiniforte e Cristoforo Solari, anche Bernardo Zenale, Bernardino Buttinone e Benedetto Briosco hanno contribuito al luogo con le loro opere.
Le ultime modifiche alla costuzione risalgono al 1912, quando Diego Brioschi modificò sostanzialmente la facciata a capanna originale.
Nel 1493 il Papa Alessandro VI converti il titolo di priorato in abbazia, a seguito di una istanza del Duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza.
Dal 1772 al 1938 fu proprietà del Pio Luogo Trivulzio per poi passare alla Provincia di Milano. Ora ha la condizione giuridica di proprietà di ente religioso cattolico.

Polittico della cappella di S. Antonio Abate


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Bibliografia:

23 febbraio 2025

San Nazaro in Brolo

Siamo arrivati alla terza basilica ambrosiana, conosciuta come Basilica di San Nazaro in Brolo, ma in effetti si chiama Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro.
Alla fondazione nel 382 dc Sant'Ambrogio la chiamò Basilica Apostolorum, scegliendo come sede, la strada che conduceva a Roma. Nel 395 dc, dopo la deposizione del corpo di San Nazaro, prese il nome di San Nazaro Maggiore.
L'inizio della storia di questa chiesa, è persecuzione e sangue. Il santo, perseguitato da Nerone, fu decapitato con Celso in località "Tre Muri". Questo posto dovrebbe corrispondere con l'attuale Porta Romana.
I Cristiani di Mediolanum, per paura dell'imperatore, trafugarono i corpi e li seppellirono in un luogo segreto, che fu dimenticato.
Nel 395 il luogo fu rivelato ad Ambrogio dal Signore. Il corpo di Celso fu lasciato lì dove fu trovato, mentre il corpo di Nazaro fu traslato in questa chiesa. Il luogo segreto era dove è la chiesa di San Celso in Corso Italia.
La chiesa di stile paleocristiano a pianta croce latina, ha la facciata romanica coperta dal corpo della cappella Trivulzio, che fa da vestibolo all'ingresso.
La cappella opera del Bramantino, fu iniziata nel 1512 ed è il sepolcro di Gian Giacomo Trivulzio e delle sue due mogli. Sulla sua tomba c'è una iscrizione in latino che il popolo ha tradotto in milanese "L'è staa mai cont i man in man" ( in italiano "Non è mai stato con le mani in mano").
Purtroppo quando sono passato di là, la chiesa era chiusa e non ho potuto fare foto degli interni. Sul sito di Lombardia Beni Culturali potete trovare una breve descrizione del sito. 

Dall'interno si può accedere ad una zona archeologica dove si possono vedere anfore romane e tegole con impronte di animali.
Nei prati laterali all'abside si trovano dei sarcofagi in pietra rimanenza dell'area sepolcrale.
Con questo post abbiamo finito il giro per le Abbazie Ambrogine, ma, con l'arrivo della primavera, sto già pensando ad una visita alle Abbazie Milanesi.



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Bibliografia:
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18 febbraio 2025

Alla scoperta delle Abbazie

Dal sito www.cittametropolitana.mi.it
In questi giorni ho incominciato a scrivere dei post sulle Abbazie Ambrogine, cioè luoghi di culto fondati da Sant'Ambrogio o, in qualche maniera, legate a lui.
Cercando delle notizie di appoggio, mi sono ricordato che la Città Metropolitana aveva fatto qualcosa sulle Abbazie Milanesi. Posti nei dintorni della città, legati a monasteri di vari ordini.
Il progetto chiamato "Strada delle Abbazie" promuoveva dei giri in bicicletta dalla città ai vari luoghi, attraversando il Parco Sud.
Adesso vorrei riproporre gli stessi giri in maniera virtuale, scrivendo dei post, su queste sette Abbazie, che un tempo erano assai fuori città, i monaci volevano stare tranquilli, ora sono state inglobate dalla città ed una ha pure l'aeroporto di Linate alla porta. Tranquillità addio!
Facciamo un elenco su cui lavorare
  • Dal sito www.cittametropolitana.mi.it
    Chiaravalle
  • Mirasole
  • Monluè
  • Morimondo
  • San Pietro in Gessate
  • Santa Maria in Calvenzano
  • Viboldone
Ad esclusione di San Pietro in Gessate, che ho visitato un paio di anni fa, di cui ho già le foto in archivio, le visite me le organizzerò, non appena il tempo scalda un po'.
Quindi tornate a visitare il blog spesso. Io so quando saranno, ma voi no!












16 febbraio 2025

Sant'Ambrogio

Questa Domenica facciamo un giro a Sant'Ambrogio. La Basilica intitolata al Vescovo meneghino del IV secolo è il luogo di culto più visitato dopo il Duomo.
Dal 374 al 397 Ambrogio da Treviri, da inizio alla costruzione delle quattro basiliche fuori le mura dedicate a differenti santi. Cosa assai insolita per l'epoca.
La Basilica è stata costruita su di un cimitero di martiri cristiani dove vi erano anche i sepolcri dei Santi Gervasio e Protasio. Di qui il nome originale di "Basilica martirum". Solo nel X secolo sarà dedicata a Sant'Ambrogio.
Costruita in stile romanico e modificata più volte nei secoli, mantenendo in qualunque caso la linea originale.
L'estetica arrivata sino a noi è dovuta ai rifacimenti del 1088 e 1099, voluti dal vescovo Anselmo da Rho, cha voluto trasformarla in uno stile romanico più puro. Nella direzione dei lavori si sono alternate le migliori firme dell'epoca, come Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino.
Particolarità sono i due campanili. Quello di destra, del IX secolo, è detto dei "Monaci", quello di sinistra, eretto nel XII secolo è detto dei "Canonici".

Dal sito www.gallerieditalia.com
Tra il 15 ed il 23 Agosto 1943, i bombardamenti alleati colpirono pesantemente la zona di Sant'Ambrogio e dell'Università Cattolica, con danni ingenti alla Basilica.











Notevole è il ciborio, del IX secolo, realizzato con quattro colonne di porfido rosso e l'altare di Sant'Ambrogio, capolavoro orafo medioevale, realizzato da Volvinio.
Protetto da sacchi di sabbia si è salvato dai bombardamenti aerei alleati dell'Agosto 1943.
L'altare in oro era stato trasferito in Vaticano per toglierlo ad eventuali atti di saccheggio.










Nella navata centrale, nella posizione originale del IV secolo, troviamo il "Sarcofago di Stilicone".
Si ritiene che sia il sarcofago del generale Stilicone e della moglie Serena, 
E di tipo "Sarcofagi a porte di città", per la presenza di porte turrite negli sfondi dei bassorilievi.






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09 febbraio 2025

San Dionigi

Oggi voglio riprendere un vecchio progetto, risalente a fine 2021, di scrivere qualcosa sulle Basiliche ambrogine.
Sono solo quattro, tre ancora visibili ed una, purtroppo, distrutta. Vediamo quali sono.

Basilica di Sant'Ambrogio
Basilica di San Nazaro in Brolo
Basilica di San Simpliciano
Basilica di San Dionigi

Di San Simpliciano ha già scritto il 22 Ottobre 2022, quindi oggi scrivo di San Dionigi, La Basilica andata persa.

Dal sito dei Beni Culturali Lombardia

Questa Basilica distrutta intorno al 1782, a seguito delle soppressioni volute da Giuseppe II d'Asburgo, si trovava dove adesso è il Museo di Scienze Naturali, nel Parco Montanelli a Porta Venezia.
La Basilica era famosa come luogo di sepoltura dell'aristocrazia milanese e dei santi Dionigi ed Arialdo. San Dionigi morì qui, a causa della sua avversione all'eresia ariana.
Nelle pertinenze della Basilica c'era anche un ospedale ed un monastero fondato da Ariberto d'Intimiano nel 1023. Dalla fondazione al XVI secolo gli affidatari furono i Benedettini, poi passo tutto ai Servi di Maria.
Duranti degli scavi condotti nell'autunno del 2017, furono trovati delle mura riconducibili a questa chiesa. Ora sono in corso delle indagini sulle sepolture, trovate vicino, per capire a quale periodo storico siano imputabili. Questi studi dovranno portare a stabilire l'esatta planimetria della Basilica e le sue dimensioni.
Oltre all'archivio documentale, della Basilica di San Dionigi rimangono un labrum di porfido, ora fonte battesimale del Duomo, il Crocefisso di Ariberto e la cosiddetta "Pietra del 13 Marzo".
Domenica prossima scriverò della ben più famosa Basilica di Sant'Ambrogio.


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24 dicembre 2024

Mercatini di Natale

Nel caso particolare sono quelli di Zurigo. Noi abbiamo visitato quello della Stazione Centrale delle
Ferrovie Elvetiche. Qui arrivate da Milano e ripartite per l’aeroporto o, guarda caso, per Kilchberg, per visitare il museo del cioccolato.
Dal 21 Novembre al 24 Dicembre di ogni anno, puoi visitare i cinque mercatini di Zurigo.
  • Zurigo Sechseläutenplatz.
  • Centro storico di Zurigo.
  • Stazione Centrale Zurigo.
  • Zurigo Münsterhof.
  • ZurigoWerdmühleplatz.
Il mercatino della Stazione Centrale è il coperto più grande d’Europa, con le sue 120 bancarelle, ove trovi da mangiare, piccola gioielleria e cagatine varie.
Ha anche un nome in tedesco “Christkindlimarkt”, che si distingue dagli altri per l’albero di Natale alto 10 metri.
Certo è in una posizione di forza. Se non hai una coincidenza a breve, tra un treno e l’altro sei indotto a fare un giro tra le bancarelle. L’odore di vin brûlé e di fonduta è forte ed invitante.

23 dicembre 2024

Home of Chocolate


I
eri abbiamo preso la macchina e ci siamo diretti verso Zurigo, per visitare il museo del cioccolato, sito
nella fabbrica Lindt di Kilchberg.
Il primo stop lo abbiamo fatto a Mozzate, per prendere una compagna di università di mia figlia, che è venuta con noi.
Il secondo stop è stato alla Stazione Centrale di Zurigo, dove abbiamo fatto un tour del più grande mercatino di Natale della città.
Il viaggio di andata non è stato del tutto tranquillo. Nella salita al tunnel del San Gottardo, ci siamo imbattuti in una tormenta di neve, non prevista dai bollettini meteo. Sulla rampa di Airolo abbiamo trovato una marea di Italiani, impantanati con SUV muniti solo di gomme estive. Per fortuna a Nord del tunnel pioveva e si è potuto andare via più lesti.
La Home of Chocolate, che è il nome del museo, è ospitato nel Head Quartier della Lindt & Sprüngli, ad un indirizzo che è tutto un programma, giusto per il luogo. Ovviamente una fabbrica di cioccolato può essere solo in Schokoladenplatz 1, cioè Piazza del Cioccolato 1.

All’ingresso ti accoglie una fontana alta 9,3 m, ove scorrono 1400 Kg di cioccolato puro, che ti introduce all’inizio della visita.
Alle spalle della fontana è esposto anche l'orsetto Lindt ad altezza uomo, affianco a cui un'orda di turisti si sparavano dei selfie a raffica, essendo un simbolo conosciutissimo in tutto il mondo.
Un percorso multimediale ti porta dalle piantagioni selezionate nel Ghana, al prodotto finito come lo troviamo sugli scaffali dei negozi.
Segui la fava di cacao dalla pianta, con le prime lavorazioni fatte a mano, il trasporto in Europa e la sua trasformazione con procedimenti innovativi e macchinari all’avanguardia.
Nel percorso capisci come la Svizzera sia diventata famosa per il cioccolato, prima in barrette ed ora anche in praline.
I Maitres Chocolatiers svizzeri dal XIX secolo sono attivi nel campo, sperimentano ed innovano la realizzazione di capolavori in cioccolato.
Prima di andare via, passate dal Lindt Chocolate Shop, 500 mq di dolcezze, dove troverete tutto il catalogo e vi potrete far fare una barretta di cioccolato personalizzata.
Per vostra informazione, a Boffalora c'è un outlet Lindt ed a Milano, in Piazza Castello, trovate un Lindt Chocolate Shop.




Bibliografia:
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26 marzo 2024

Fetta di polenta

Settimana scorsa non ho parlato del Palazzo Scaccabarozzi, comunemente conosciuto come Fetta di polenta.
Pure qui c'è di mezzo l'architetto Antonelli, lo stesso della Mole Antonelliana o della cupola di San Gaudenzio.
La leggenda narra, che la moglie avesse portato in dote un pezzo di terreno, ritenuto dai più come inutile. Difatti un appezzamento di 16 m x 5 m x 54 cm, più che un prato non puoi fare.
Siamo nel quartiere Vanchiglia, all'angolo tra via San Maurizio e Via Giulia di Barolo, 500 m dalla Mole. Nel 1840 la società di cui faceva Alessandro Antonelli incomincia a costruire su quello sputo di terreno. E' poco più di scommessa!
Ma di piccolo ha solo la pianta! La palazzina attualmente è alta 24 metri e conta 9 piani, 2 interrati e 7 in elevazione. Gli interrati ed i primi 3 piani furono completati nel 1840. Nel 1881 fu fatta una sopraelevazione aggiungendo gli ultimi tre. L'impronta a terra e di soli 39 mq, in pratica un monolocale.
Dato che i menagramo di allora scommettevano per un crollo, Antonelli ci abitò per anni, con la moglie Francesca Scaccabarozzi, da cui deriva il nome del palazzo.
Alla faccia loro lo stabile sopravvisse allo scoppio di una polveriera a Borgo Dora (1852), un terremoto (1887) ed ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Lo sfruttamento degli spazi è degno di una IKEA ante litteram. Nel lato di 54 cm è stata ricavata la canna fumaria e la scala è propria ridotta ai minimi. Dato che le stanze sono trapezoidali, è stato necessario realizzare le mobilie su misura. Se andate sul blog "Urban File", c'è una pagina con foto e disegni degli interni.
Il nomignolo viene dalla forma a fetta e dal colore giallo ocra, che fanno pensare proprio ad una fetta di polenta.
Il palazzo ha avuto anche una sua visibilità nella storia d'Italia. Nei locali del pianterreno ebbe la sede il "Caffè del Progresso", punto di raccolta di carbonari e cospiratori sino all'unità d'Italia.

Oltre alla famiglia di Antonelli, anche Niccolò Tommaseo abitò nella Fetta di Polenta. Ci abitò nel 1859, quando stava scrivendo un dizionario della lingua italiana.







Questo è il lato di 56 cm che ospita la canna fumaria, lo scarico fognario e le condotte dell'acqua potabile.


















Bibliografia:

16 marzo 2024

Il Parlamento subalpino

Il Parlamento Subalpino

Il Parlamento Subalpino nome comune del Parlamento del Regno di Sardegna, istituito con lo Statuto Albertino, era un sistema parlamentare bicamerale perfetto.
Ieri pomeriggio ci siamo dedicati alla Camera dei Deputati, che è stata ospitata a Palazzo Carignano sino al 1864, a seguito del trasferimento della capitale del neonato Regno d'Italia.
Attraverso l'abbonamento ai musei del Piemonte, mia figlia ha trovato una visita guidata al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano ed al Parlamento Subalpino.
La camera dell'assemblea è situata nella parte seicentesca del Palazzo Carignano, ad opera di Guarino Guarini. L'architetto Carlo Sada la ricavò dal salone delle feste, sita nella parte bombata della facciata di Piazza Carignano.
Ci si arriva passando per le sale del museo, attraversando la storia del regno di Sardegna e del casato Savoia. Descrivere gli eventi  di 100 anni di storia è un po' difficile, specialmente nelle poche righe di un post.
Nel 1898 il Parlamento Subalpino fu dichiarato monumento nazionale. Qui si sono svolti gli atti principali e fondanti dell'Unità d'Italia. Qui Carlo Alberto concesse lo Statuto Albertino, che è rimasto in vigore sino alla promulga della Costituzione della Repubblica. Sempre qui Vittorio Emanuele II proclamava la nascita del Regno d'Italia.

La scalinata dei Gonfaloni











Gli affreschi di una sala












Bibliografia:
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  • Per la pagina Wikipedia sul Parlamento Subalpino, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia su Palazzo Carignano, clicca qui,

15 marzo 2024

Il Monte dei Cappuccini

 
La chiesa dei Cappuccini
Questo è stato un Venerdì culturale. Siamo andati a Torino, oltre per far visita a nostra zia, per vedere delle mostre. Mio fratello e la moglie avevano programmato di vedere la mostra di Robert Capa, mia figlia la mostra su Tim Burton al Museo del Cinema. Per chiudere la giornata, al pomeriggio abbiamo aggiunto una visita guidata al Parlamento Subalpino.
Ma che ho fatto io al mattino? Sono andato ai Cappuccini, era tempo che volevo tornarci. Pensato che ci ero stato alle elementari, negli anni '60.
E' un bel posto. Dal sagrato vedi la skyline di Torino, con una vista, se sei fortunato, sino al Gran Paradiso. Purtroppo il grattacielo di Intesa San Paolo rovina tutto.
Il nome reale è Santa Maria al Monte dei Cappuccini, bella chiesa tardo rinascimentale manierista con interni barocchi. Consacrata nel 1656, in occasione di una visita di Cristina di Svezia.
Costruzione molto travagliata per morte degli architetti, l'epidemia di peste del 1630 ed eventi bellici, ma completata con l'ausilio dei meglio nomi dell'arte, che esercitavano a Torino nel XVII secolo.
Presa a cannonate dagli Austriaci e dai Francesi, nei vari assedi di Torino e bombardata dagli Inglesi nella Seconda Guerra Mondiale è sempre risorta.
Il Monte dei Cappuccini è una collina di 325 metri, sul lato destro del Po, di fronte a Piazza Vittorio e Via Po. Di qui è facile controllare la città vecchia, con ottimi possibilità di portare avanti un assedio. Nella Seconda Guerra Mondiale all'interno della collina, fu ricavato un rifugio antiaereo di cospicue dimensioni. Ora i locali ricavati ospitano un laboratorio di fisica nucleare.
Il dopoguerra portò vari cambi sulla collina. Dismessa la funicolare, perché i danni erano tali, da rendere non economico il ripristino. Nei locali della birreria adesso c'è un ristorante e parte del monastero è occupato dal Museo Nazionale della Montagna.
Nel 1960 al posto della stazione alta della funicolare, è stata posta la statua della Vergine, dedicata ai lavoratori torinesi. La recinzione viene dalla grotta di Lourdes, che la diocesi francese regalò i lavoratori FIAT nel pellegrinaggio del 1958.
Dato che non ci sono parcheggi vicini, conviene salire a piedi dalla Gran Madre.

La Cupola











 

L'altare maggiore














Bibliografia:

03 marzo 2024

La Rocca di Bergamo

Il torrione della Rocca
Oggi finiamo il giro nella città vecchia, dando un'occhiata alla Rocca con la fortificazione trecentesca.
Siamo a circa cinquecento metri dalla funicolare, sulla collina di Santa Eufemia. Questo è l'insediamento più antico della città. I primi insediamenti si possono far risalire ai Celti, intorno al IV secolo.
I lavori per la costruzione della fortezza iniziano nel 1331 su spinta di Giovanni di Lussemburgo e finiti, cinque anni dopo, da Azzone Visconti.
Con l'inizio della dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, avviene la prima modifica con la costruzione del torrione e della Scuola dei Bombardieri.
Nel XIX secolo sarà caserma della guarnigione austriaca. Nel 1859 i Piemontesi lo trasformano in carcere e dal 1933 ospita il Museo del Risorgimento.
Il nome giusto del museo è "Museo ed archivio del Risorgimento Nazionale". Originalmente era ospitato nell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti. Il crescere delle donazioni ha obbligato alla ricerca di una sede più grande e fruibile. La scelta cadde sulla Scuola dei Bombardieri ed il suo parco.

Il Parco delle Rimembranze
Il parco della Rocca, ora è chiamato Parco delle Rimembranze è da vedere per i cimeli delle Guerre d'Indipendenza e della Prima Guerra Mondiale.
Anche le viste della Pianura Padana, delle Prealpi Orobiche e della città vecchia, valgono la scarpinata per arrivare in cima. Se sei fortunato da capitare in una giornata limpida o di vento, si possono vedere i grattacieli di Milano.
Girando per il parco, un indigeno mi ha detto che la visita guidata della Rocca by night è molto bella ed interessante.


I cimeli della Prima Guerra Mondiale










Le torri ed i tetti della Città Vecchia visti dalla Rocca











La Pianura Padana in direzione dell'Aeroporto di Orio al Serio











Precedenti post sull'argomento:

25 febbraio 2024

Bergamo alta

La città alta vista dalla Rocca
Nell’ambito dello scambio colturale tra la Facoltà di Veterinaria di Milano e di Saragozza, il gruppo di studenti è andato a fare un giro a Bergamo, nel particolare Bergamo Alta.
Dato che mia figlia non ha la patente, ho dovuto dare un passaggio a lei ed alla ragazza spagnola, che era ospite da noi. Così mi sono fatto un giro pure io. Era tempo che ci volevo andare!
Lasciata la macchina nel parcheggio di piazza Libertà, mi sono diretto verso la funicolare. Le due carrozze di questo impianto, inaugurato nel 1887, portano su 50 passeggeri ciascuno verso città vecchia. In 3 minuti coprono 85 m di dislivello, con il 52% di pendenza. A Bergamo c’è anche un’altra funicolare che porta dalla città alta al colle di San Vigilio. La stazione bassa è presso la Porta di Sant’Alessandro e dal 1912 porta al Parco dei Colli.
Tenete conto che è un giro alla spera in Dio, niente di organizzato, senza sapere dove fossero i principali monumenti da vedere.
Arrivato alla Piazza del Mercato delle Scarpe, parto alla scoperta di “Berghém de hòta”. Dopo aver fatto 30 m il primo dubbio, vado prima in Piazza Vecchia o alla Rocca?
Seguendo la folla dei turisti mi infilo in Via Gombito e vengo trascinato sino a Piazza Vecchia. Qui ho speso quasi tutto il tempo a mia disposizione. Il palazzo della Ragione, il Duomo, la Cappella Colleoni e la basilica di Santa Maria Maggiore.
Sant'Alessandro
Il Duomo di Bergamo o Cattedrale di Sant’Alessandro, chiese a croce latina e navata unica, ove hanno lavorato i meglio architetti operanti nella Repubblica di Venezia. Qui trovi la cappella dedicata a Giovanni XXIII.
La prima pietra della Cattedrale fu posta nel 1459 con il Filarete come architetto. Fra alterne situazioni storiche ed un incendio, Carlo Fontana riuscì a completare l'opera nel 1693. Nel 2008 è stato inaugurato l'altare maggiore, dopo le opere di ristrutturazione. Nel 2012 è stato aperto il Museo della Cattedrale dove si possono ammirare i tesori della cattedrale ed i reperti derivanti dalla chiesa distrutta dai veneziani.
Difatti l'attuale Cattedrale è stata costruita sulle rovine dell'antica chiesa dedicata a San Vincenzo da Saragozza, dopo la distruzione avvenuta, per costruire le mura veneziane.
E' molto bella la facciata in marmo bianco di Botticino, costruita ad angolo con il retro del Palazzo della Ragione. La scalinata è stata realizzata in marmo rosa di Baveno.
La cupola è stata realizzata nel 1829, mentre il campanile è del 1690 e sopraelevata nel 1850, ospita 6 campane.
Di fronte vi è il Battistero a pianta ottagonale, ricostruito nel 1900 in stile neo gotico.
Il Palazzo della Ragione
Ho scritto subito del Duomo, ma dovevo trattare per primo il Palazzo della Ragione e dello scalone delle lapidi.
Posto a dividere Piazza del Duomo da Piazza Vecchia, fu costruito nella seconda metà del XII secolo. E' stato il centro delle attività politiche e commerciali di Bergamo dall'epoca dei comuni, attraverso gli anni della Serenissima, per poi cadere in disuso con l'avvento della Repubblica Cisalpina.
Nel 1513 il palazzo andò a fuoco, sembra per opera di alcuni cittadini, tanto è vero che a seguito di un altro incendio, nel 1519 fu messa una taglia sugli incendiari. Questi signori dovevano essere dei precursori dei moderni guerriglieri, dato che tutto ciò successe durante l'occupazione spagnola.
La Scalinata delle Lapidi
Sul lato destro c'è la scalinata che porta ai locali superiori. Il lato sinistro è loggiato con colonne che
sostengono il tetto che copre la scalinata. Il lato destro è in muratura dove sono stati posti dei bassorilievi ed epigrafi provenienti dall'ex chiesa di Sant'Agostino. 
Un piccolo cavalcavia coperto che unisce la scalinata alla Sala delle Capriate, dove vengano organizzate delle mostre.
Non la tiro lunga. In un altro post parlerò della Rocca e di quanto altro c'è d'interessante.


Bibliografia:

19 febbraio 2024

La Certosa di Garegnano

Oggi, nei miei giri per lavoro, mi sono fermato alla Certosa di Garegnano, nome più conosciuto della Parrocchia di Santa Maria Assunta alla Certosa di Garegnano.
La sua storia parte il 19 Settembre 1349, con la posa della prima pietra, da parte di Giovanni Visconti. Otto anni dopo, a cantiere ancora aperto, ospiterà il Petrarca, in transito da Milano.
Il monastero fu completato nel 1352, ma i lavori sono proseguiti sino al 1367, quando la chiesa fu definitivamente consacrata.
L'Arcivescovo Visconti dotò il monastero di ampie proprietà a Trenno, per permettere il sostentamento dei monaci Certosini, che qui vivevano.
Del complesso originale rimane poco, La chiesa, il cortile dell'Elemosina, il cortile d'Onore e qualche porzione degli edifici dei Certosini intorno al chiostro della foresteria, da cui si accede all'antico refettorio monastico.
Ora vediamo perché viene definita "La Sistina di Milano". In questa chiesahanno esercitato i migliori pittori rappresentanti il barocco lombardo. La prima pennellata fu data nel 1578 da parte di Simone Peterzano che finirà nel 1572. Gli stucchi di Marsilio de Siolis completano magistralmente l'opera.
Il Peterzano, bergamasco di nascita, ma veneziano d'istruzione, dopo essere statol'insegnante di disegno di Michelangelo Merisi, incomincia ad affrescare le volte della Certosa.
Qui dipingerà il Presepe e l'Epifania nel presbiterio e nel catino dell'abside il Crocefisso con gli angeli e la Maddalena inginocchiat
Le tre tele nel coro raffigurano la Resurrezione di Cristo, il trono con la Vergine ed i santi Bruno, Giovanni Battista, Gerolamo e Ambrogio e l’Ascensione di Gesù al Cielo.
Nella cupola, a forma ottagonale, troviamo otto figure di Angeli e al centro della cupola, l’Eterno Padre.
Nel tamburo vediamo i profeti, le otto sibille ed i quattro Evangelisti.
Daniele Crespi ha affrescato la volta e la navata della chiesa, finendo nel 1628. Nella navata ha illustrato la vita di San Bruno in sette lunette. Ai lati della porta d’ingresso, troviamo le monache certosine Beata Beatrice e S. Margherita d’Oingt.
Sopra le lunette delle porte, la scelta cade sui monaci martiri inglesi ed i monaci scrittori.
La volta a botte è affrescato con motivi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Nei riquadri troviamo dei busti di monaci certosini.
Le cappelle sono state dipinte da altri pittori. Al Solari è attribuito l'altare della sacrestia.
Dato che per salvaguardare l'integrità degli affreschi, la cappella è sempre in penombra, è meglio visitare la chiesa con le visite guidate, tutti i giorni alle 15,30. Sul sito ufficiale si trova il link per accedere alle prenotazioni.



Bibliografia:

31 gennaio 2024

Pinocchio


Ieri cercando dove potesse essere un posto, ho scoperto che in Corso Indipendenza c'è una fontana con un monumento dedicato al famoso burattino.
Di questo personaggio, creato da Carlo Lorenzini, giornalista fiorentino del XIX secolo, che come scrittore firmava con lo pseudonimo di Carlo Collodi, sapevo che vi era il cartone animato di Walt Disney, due serial realizzati dalla RAI ed un parco tematico, ma non una fontana.
Comunque é un romanzo di un certo spessore, dato che nelle varie trasposizioni cinematografiche e televisive, si sono cimentati i meglio nomi come Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Roberto Benigni, Ciccio e Franco, tanto per citarne alcuni.
La fontana si trova nel prato centrale tra le corsie di Corso Indipendenza, tra Via Bronzetti e Via Mameli, così oggi, andando da un appuntamento all'altro, ci ho fatto una capatina veloce.
La fontana esiste dal 1956 e fino a ieri ne ignoravo l'esistenza, nonostante che i nonni paterni abitassero a non più di 500 metri, in Via Fratelli Bronzetti.
E' un dono della Famiglia Artistica Milanese alla cittadinanza ed inaugurata il 13 Maggio 1956. nel 2013 è stato eseguito un restauro conservativo, per ripulirla ed adeguarla tecnicamente.
La vasca è ellittica in granito di Baveno con un fondo in mosaico vetroso. Il basamento del monumento è in serizzo valmasino grigio scuro, mentre le statue in bronzo sono opera dello scultore Attilio Fagioli e poggiano su di un tronco di piramide in marmo verde.

Le statue in bronzo sono quattro. Sul punto più alto vi è un Pinocchio bambino in piena salute. Alla base c'è un burattino esanime, a sinistra la volpe ed a destra il gatto. La statua del gatto è stata trafugate da ignoti, all'inizio degli anni '70.
Sulla parte frontale vi sono i versi del poeta Antonio Negri, dedicati al burattino.
In caratteri dorati, leggi:
Come ero buffo quando ero un burattino...e tu che mi guardi sei ben sicuro di aver domato il burattino che vive in te?
Nel restauro del 2013, la statua è stata dotata di un nuovo sistema di filtraggio delle impurità, un gioco d'acqua a cascata ed un impianto luci a LED. Si è provveduto anche alla sostituzione del gatto fregata da ignoti.
Il monumento è posto sotto i vincoli della Soprintendenza ai Beni Architettonici.
























Bibliografia:

22 gennaio 2024

Mangiare a... Milano - Flower Burger

 

La sede di Via Garibaldi 34 - Milano

Ieri, per festeggiare il compleanno di mia figlia, abbiamo deciso di fare qualcosa di alternativo, per non andare in un ristorante cinese, come da tradizione.
Nell'andare a zonzo per siti, aveva scoperto l'esistenza di una catena di burgerie completamente vegane, dai burger ai dolcetti. Così dopo un'attenta analisi del menù, abbiamo deciso di provare.
Siamo andati allo shop di Corso Garibaldi, perché facilmente raggiungibile con il passante, in maniera molto ecologica.
Il posto non è grandissimo, penso poco più di 20 coperti, arredato in maniera molto psichedelica, da figlio dei fiori, come intenzione del fondatore. Sul soffitto sopra il nostro tavolino, era disegnato il sottomarino giallo dei Beatles.
Spicy Cecio e Patatas
I panini vengono serviti in un cestino in legno per la frutta. Come potete vedere dalla foto, il panino è giallo, colorato con la curcuma. Di fatto una particolarità è proprio il colore che cambia con il tipo di panino ordinato. Il mio, un Spicy Cecio, era giallo, quello di mia figlia, un Flower Burger, era violetto. La colorazione è ottenuta con prodotti naturali. Come detto il giallo è curcuma, il violetto è ottenuto con estratto di carota nera o ciliegia per il rosa. E' un'originalità che può piacere.
L'ordine può essere fatto come burger singolo o menu. Le patate sono in due versioni, una base con prezzo compreso nel menù ed una più raffinata, che richiede un piccolo supplemento. Nella lista sono previsti anche degli appetizer, dolcetti, birra o acqua.

Il soffitto psichedelico
Il locale è tranquillo e, quando siamo andati noi, silenzioso, senza musica di sottofondo.
Il personale è molto gentile e paziente. Noi abbiamo fatto un po' di casino con l'app, per avere il burger omaggio per il compleanno ed i punti sul conto.
Visto che non mi faccio mai i fatti miei, ho fatto una piccola inchiesta sul traffico degli impiegati nei mezzogiorni feriali. Per quando sono in centro, potrebbe essere un'ottima idea per un pasto veloce.
Flower Burger è una iniziativa avviata nel 2015, con l'intenzione di essere il primo fast food al mondo, ad avere una proposta culinaria 100% vegan con la inequivocabile specialità - burger colorati. Oggi si è diffusa in Italia con 21 locali, 1 ciascuno per Francia, Inghilterra ed Olanda. L'obbiettivo di questa catena è di offrire un'esperienza culinaria aperta a tutti i gusti, in ambienti allegri e rilassanti.
Giudizio finale è provarlo di sicuro con spirito aperto e di condivisione. Approvato!!!

Il biscottino