30 giugno 2018

Che sbadati!

Certo che i miei lettori sentono il caldo! Fanno storie su tutto, virgole, libertà di linguaggio e persino sul chicco di riso, ma non si accorgono che un post è stato pubblicato con il titolo, l'allegato e null'altro. Non so perché non si pubblicato il testo, che è rimasto in qualche anfratto dei server di Google.
Cinque minuti fa ho scoperto l'inghippo per puro caso ed ho messo a posto il tutto. Non so il perché, forse perché parlavo di fake news e di Trump?
Scusatemi ancora.

29 giugno 2018

Ghislarengo


La Chiesa Madre
 Oggi mi sono trovato con un buco di poco più di un'ora. Il terzo intervento della mattina è stato più breve del previsto. Ufficialmente era da cambiare antenna e router, ma in pratica è bastato cambiare l'alimentatore, il cui cavo era stato mangiato dal coniglio di famiglia.
Cosa fare? Mi faccio un giro turistico per Ghislarengo! Ovviamente vi chiederete dove è questo buco?
È un paesino di 870 anime, nella pianura risaiola del vercellese, al confine con la provincia di Novara. Dal numero di abitanti avrete capito che il borgo, non è dei più grandi. Chiesa, municipio, scuola e risaie. Per vedere tutto sono bastati 20 minuti.
Questa è la zona di produzione del riso Arborio. Riso di tipo superfino, selezionato per utilizzo nei risotti, che prende nome dalla omonima e vicina cittadina.
Guardando le case capisci che l'attività principale è il riso. Tutte le case hanno ampi cortili dove si operava la spula dei chicchi e moltissime hanno la torre risaia, ove stoccare il riso prima della vendita. Ho trovato anche parecchie vendite dirette del riso locale.
Come vedrete nelle foto la movida locale è assai "rumorosa". Come in Sicilia c'erano i soliti vecchietti, seduti fuori del bar in piazza, che mi guardavano di sottecchi, diffidenti assai dello "straniero". E nessun altro!
Già che c'ero sono entrato nel bar, per mangiare un panino. Pure qui vi era una "grande folla", io ed un altro cliente che leggeva il giornale.
In pieno attacco di "Agorafobia" mi sono mangiato il panino e mi sono diretto a Cameri.

Casa con la torre risaia

L'affollamento della piazza












Bibliografia:

I tetti del paese



24 giugno 2018

Fake news

Le false notizie perseguitano il presidente Trump ed il ministro Di Maio. Questo uffiicialmente, ma, in effetti perseguitano un po' tutti.
A mezzogiorno, in un telegiornale, di cui non cito la testata, ho sentito la notizia che la sera prima avevano chiuso l'aeroporto di Bari, per invasione della pista da parte di una famigliola di cinghiali.
Non ci fatto molto caso dato che Linate fu chiso più volte a causa delle lepri in pista, che in parecchi scali del Nord Est sospendono l'operatività per il passo delle anatre e che, non mi ricordo dove, hanno ripetutamente problemi con una famiglia di falchetti.
Leggendo il Corriere Online mi sono reso conto che la situazione era ben diversa. Gli ungulati a Bari Palese c'erano veramente, ma non in pista. L'avvistamento è stato nel parco che è tra l'aerostazione e gli alberghi!!!
Adesso rimane da scoprire se è uno svarione del giornalista o se è stato fatto apposta per movimentare la calma piatta delle notizie domenicali.


Bibliografia:

Questa è nuova!!!

Oggi sul Corriere Online ho letto una notizia curiosa e sconvolgente allo stesso momento, per lo meno per me!
La parola "Ciao" è un neologismo che quest'anno compie 200 anni, che è la parola italiana più conosciuta al mondo dopo "Pizza" e che dopo varie peripezie storiche, si può far risalire alla parola latina "Sclavum", in Italiano "Schiavo".
Non mi dilungo sulla storia, andate a leggere l'articolo, ma cito solo alcuni passaggi. I primi cenni storici scritti risalgono al 1818. A Milano il tragediografo Francesco Benedetti la usa per indicare come i cittadini lo avessero salutato al suo ingresso alla Scala. A Verona la Contessa Giovanna Maffei la usa per annotare i progressi verbali del piccolo di casa.
141 anni dopo, cioè Febbraio 1959, Domenico Modugno e Johnny Dorelli portano al successo la canzone "Piove". Questo è il momento dell'exploit mondiale di questa parola. Il verso "Ciao, ciao bambina" diventa più famoso del titolo ed in tutte le lingue se ne fanno delle storpiature.
Comunque anche la canzone "Bella ciao" riesce ad avere una discreta diffusione popolare, nonostante il periodo non proprio ideale. E' la canzone dei partigiani antifascisti durante la Guerra di Liberazione.
Negli anni '70 avremo biscotti e cioccolata con questo nome. L'oggetto più famoso e pure di culto sarà il ciclomotore della Piaggio. Il Ciao insieme al Trotter della Moto Guzzi hanno motorizzato la mia generazione. In questi giorni è salito agli onori della cronaca la notizia del ritrovamento di un Ciao rubato 31 anni fa.
Nei social la parola viene rappresentata con un emoticon sorridente o con una mano vista di palmo e con tutte le cinque dita aperte. Impropriamente è rappresentato anche con una mano con quattro dita chiuse a pugno ed il pollice alto.
Chiudiamo il post con un bel ....

 Ciao


Bibliografia:
Per l'articolo del Corriere Online, clicca qui.
Per l'articolo de La Repubblica Online, clicca qui.

15 giugno 2018

Corso Como

L'ingresso Sud
Ovviamente ai PIA non è sembrato vero avere l'occasione di chiedere perché è così importante parlare di vecchio negozio sito in Corso Como e che cosa ha d'importante questa via nella storia di Milano. Bisogna perdonare questa crassa ignoranza. Ai tempi della "Milano da bere" non erano ancora nati e non penso che i genitori fossero neanche sposati.
Corso Como è una via di circa 300 metri, che va dalla stazione di Porta Garibaldi a Piazza XXIV Aprile, la piazza dove era il teatro Smeraldo, per intenderci. Dopo questa piazza diventa Corso Garibaldi.
L'urbanizzazione di questa zona è iniziata nella seconda metà del XIX secolo, come quartiere di abitazioni popolare ed aggregazione di attività artigiane. Così è stato sino alla II Guerra Mondiale, da cui ne è uscito semi distrutto, a causa dei bombardamenti aerei alleati.
In queste condizioni si è trascinato sino alla fine degli anni '80, nonostante si stesse tentando di ricostruire. Molto poco purtroppo, perché l'interesse prioritario era il Centro Direzionale ed il quartiere Isola.
Negli anni '90 parte l'interesse degli stilisti e degli trend setter per questa via. Si apre la discoteca Hollywood, qualche show room e tanti pub. Così la via incomincia a vivere sulle 24 ore, rendendo difficoltosa la sopravvivenza dei poveri residenti.
Ma non è tutto oro, con la movida arriva la delinquenza comune e lo spaccio di droga. Con la crisi cala anche qui il giro di tutti gli affari, legali e non. La famiglia Sozzani vende Como 10, lo spazio di arte e cultura varia. Adesso muore anche la Comoretto, memoria storica della via.

10 giugno 2018

Un altro pezzo della vecchia Milano se ne va

Stamattina stavo scorrendo la home page del Corriere Online, quando ho trovato il trafiletto sulla morte di Ada Comoretto.
Chi non è di Milano ed i PIA si domanderanno chi possa essere questa signora. Era la proprietaria della Tecnoelettrica, negozio di materiale elettrico che si trova in Corso Como, a Milano.
Questo negozio era stato aperto dal padre alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in una via di abitazioni popolari, di cui non si pensava proprio che potesse diventare una delle strade della Movida e della moda. Era la via principale di un quartiere che usciva distrutto dai bombardamenti e basta!
Questa signora di novant'anni, friulana di nascita, ha portato avanti sino alla morte, questa attività che non le piaceva, ereditata  dal padre. Ha resistito sino alla morte, alle offerte dei vari stilisti che le offrivano milioni, purché lei vendesse il negozio.
Qui potevi trovare di tutto a norma ed non più a norma. Se dovevi restaurare un abat-jour antico, qui potevi trovare i ricambi. Difatti ero passato di là a metà Maggio, a cercare  un pezzo, per riparare un paralume di mia madre e la avevo vista pimpante, dietro la cassa con il suo camice azzurro. In tutti questi anni la si è vista sempre con il camice azzurro o blu con il colletto bianco. La signora si lamentava continuamente, che era sempre più difficile trovarne di nuovi, per sostituire quelli che si rompevano.
Speriamo che il figlio continui l'attività, perché Fontana a Corsico non è fornito di antichità.


Bibliografia:
Per l'articolo sul Corriere Online, clicca qui.

08 giugno 2018

Le piste ciclabili a Milano

Parcheggio o pista ciclabile?
L'argomento di questo post è una nota dolente su cui si può scrivere abbondantemente ed a ripetizione. Molto si è fatto, ma c'è ancora tanto da fare. La cultura della pista ciclabile non esiste ancora, ma è preceduta dalla maleducazione imperante. Purtroppo!!!
La foto è stata scattata qualche giorno prima di Natale, in Via Stendhal angolo via Solari. Ci potete vedere un furgone bianco e blu parcheggiato di traverso alla pista ciclabile. Questa scena la ho rivista parecchie volte, tra cui la settimana scorsa scendendo dal 14, per andare dallo stesso cliente.
Il Codice della Strada definisce la pista ciclabile come:
"parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi" (art. 3, punto 39).
Quindi è chiaro l'uso che se ne deve fare. Circolazione delle biciclette ed assimilabili, come monopattini e tricicli e, in certa piste, pedoni.
Se ci parcheggio un furgone, ne faccio un uso improprio e sanzionabile, sulla carta! Di fatto l'assenza cronica di Vigili Urbani sulle strade, garantisce una impunità quasi totale. Gli Ausiliari della Sosta sono prevedibili. In una data via, passano sempre alla stessa ora, minuto più minuto meno. Se piove, neanche si vedono .
Dato che per costruire le piste ciclabili, spesso hanno ridotto i parcheggi, utilizziamole per andarci in bicicletta e non per altro. Se i ciclisti riempissero le piste, spero che i maleducati incomincino a rispettarle.


Bibliografia:

05 giugno 2018

La M4 avanza... in ritardo!

Dagli articoli che cito in bibliografia, sembra che sia stato ufficializzato quanto si mormorava nell'inverno. A causa dei ritrovamenti archeologici negli scavi della tratta centrale, i lavori sono in ritardo di circa dieci mesi. Niente di nuovo, attraversando il centro storico, c'era da aspettarselo che nei cantieri delle stazioni si potesse trovare qualcosa.
A fine dell'anno prossimo vorrebbero aprire la tratta Est, già scavata ed in via di allestimento. Non è chiaro se si andrà da Linate a Forlanini o se si arriverà a Dateo. Per me sarà una figata, andare da casa all'aeroporto in poco più di un ora, contro le due ore necessarie in questo momento.
Dall'altro lato, la corsa si allungherà sino a Buccinasco, poco oltre l'officina manutenzione, quindi dovrebbe essere alle spalle dell'Esselunga.
I reperti archeologici saranno visibili in parte nelle gallerie delle stazioni. Le rimanenze sono già state portate al parco archeologico, che è alle spalle di Corso Magenta. Non ne sono proprio sicuro dell'esatta posizione, mi informo e poi scriverò un post in merito.
Così dovremo aspettare l'estate 2023 per poter disporre di tutta la linea 4. Sperando che non ci siano aggiunte al ritardo attuale.
Nei maggiori oneri sono contabilizzati gli spostamenti dei reperti e lavori non previsti nel progetto originale. Guardando dentro all'elenco ho trovato il tunnel pedonale tra la stazione Sforza - Policlinico e Crocetta, sulla Linea 3.
Non si parla ancora del prolungamento a Segrate. Non disperate, ci sarà di sicuro! E logico che ci sia.

Bibliografia:
  • Per l'articolo del Corriere Online del 26/5/18, clicca qui.
  • Per l'articolo del Corriere Online del 27/5/18, clicca qui.
  • Per l'articolo del Corriere Online del 2/6/18, clicca qui.

03 giugno 2018

Che fine ha fatto la pensilina?

Trova la pensilina!
Lunedì scorso ho preso il Passante per la prima volta, dopo il ritorno dalla Polonia. Salendo dalle scale ho scoperto che, al posto della pensilina, vi erano dei lavori per la costruzione di una postazione semaforica.
Intanto che guardavo, una rappresentante del Comitato Pendolari mi ha chiesto che fine avesse fatto la pensilina. Le faccio notare che non ero della RFI, ma un utente che si stava facendo la stessa domanda.
Non era un'opera di pregio. Erano più lastre di policarbonato alveolare, curvate e tenute insieme da un telaio in alluminio. Era stata installata in autunno, dopo annose lotte per averla. Nulla di che, ma questo inverno ci ha protetto dalla pioggia.
Ora con i lavori dello snodo merci avanzano, la hanno tolta per far posto ai due semafori. Dovremo tornare ad aspettare il treno nel tunnel, se vorremo proteggerci dal vento e dalla pioggia. Invece di progredire, torniamo indietro!