25 aprile 2017

Le ferrovie polacche migliorano?

Elettrotreno Newag Impuls II
Ieri sono rientrato dalla Polonia con la solita sequenza di mezzi. Il primo passaggio è via treno, che per orari è sempre un terno al lotto.  Domenica sera sono andato in stazione con mia moglie, per comprare il biglietto. La procedura è cercare il treno che potrebbe andare bene e comprare il biglietto per il treno prima. Non per altro per coprirsi le spalle da eventuali cancellazioni o ritardi.
Purtroppo il treno eligibile era un "Regio", cioè un treno interregionale, che ad essere gentile è da definire "Carro bestiame" per vetustà, scomodità e sporcizia. I nostri pendolari li dovrebbero  provare, per scoprire che c'è di peggio rispetto ai nostri "Locali".
Ma oggi c'è una sorpresa! Alle 15.05 arriva puntualissimo un treno di ultima generazione, grigio Mercedes, con sedili imbottiti in panno e, leggete e non credete. Internet. OK un WI-FI che a malapena arrivava ad 1Mbps di banda, ma c'era.
Il materiale rotabile era un tre casse intercomunicanti, con climatizzazione, ottima insonorizzazione, come ho già scritto grigio Mercedes all'esterno e grigio perla all'interno. Dimenticavo i sedili, blu marine in panno vellutato e finta pelle grigio topo. Il treno è un progetto totalmente polacco della Newag ed il modello è Impuls II, che in Italia è usato dalle Ferrovie del Sud-Est, in Puglia, e dalla Ferrovia Circumetnea in Sicilia.

Interno treno
Come servizi all'utenza c'era il WI-FI, la possibilità di acquisto del biglietto a bordo e dei monitor che facevano vedere dove era il treno lungo il percorso, spot pubblicitari, filmati vari, ora e velocità. Una vocina annunciava in Polacco ed Inglese le varie stazioni.
Nonostante le 15 fermate in 85 Kilometri, ci ha messo solo 7 minuti in più rispetto ad un "Intercity". Ciò significa che guadagna 25 minuti rispetto al vecchio "Carro bestiame".
Che si siano messi sulla buona strada?

24 aprile 2017

Perché si dice: "Tenere un piede in due scarpe"?

Maniera di dire che indica un atteggiamento alquanto ambiguo.
Questa è  l'interpretazione che ne dà il Vocabolario Treccani. Difatti scrive:
Tenere il piede in due staffe (meno comume tenere due piedi in una staffa, o anche tenere un piede in due scarpe, o due piedi in una scarpa), tenere un contegno ambiguo.
Wikipedia lo interpreta come indecisione o imbarazzo di una persona.
Due piedi in una scarpa/Due piedi in una staffa
Non decidersi tra due possibilità (ma è più corretta la frase "un piede in due scarpe"). Più usata invece col significato di sentirsi in difficoltà o in imbarazzo nei confronti di una persona per aver commesso qualcosa (stare con due piedi in una scarpa).
Come la metti non cambia molto. Di persone che ne han fatto uno stile di vita, di questo modo di dire, purtroppo ne conosco tante!
Vi sono varianti con staffe al posto delle scarpe, come nella citazione Treccani, con un significato più pesante nei confronti della persona interessata.

21 aprile 2017

Uccellini canterini 2

Imbarcata all'alba, la figlia sull'aereo per Malaga, mi sono dedicato alla ricerca dei sette uccellini canterini.
A dir la verità alle sei del mattino, qui è già giorno fatto. Siamo all'inizio del fuso orario del Centro Europa, mentre Bardonecchia è la fine. Quindi c'è un'ora di differenza come luce, tra Opole e Milano, ma questo e un argomento che tratteremo in un altro post.
Nel post "Uccellini canterini" 


1. Stazione ferroviaria
Agli albori del Festival della Canzone Polacca, era il punto di arrivo dei cantanti.
e dei loro fan. La pagina del sito comunale scrive che, a quell'epoca, il ristorante della stazione era l'unico posto della città aperto alla mattina presto, dove i supporter potevano mangiare e bere prima di ripartire.



2. Hotel Mercure
Questo e il nome attuale dell'albergo. Quando lavoravo ad Opole si chiamava Hotel Opole ed all'epoca del primo festival il nome era Hotel della Ferrovia. nel 1963 non era molto capiente e solo i maggiori Big della canzone potevano essere ospitati. Qui Maryla Rodowicz, Zbigniew Wodecki e Wlodzimierz Korcz si esibivano in improvvisate jam session lungo i corridoi dell'albergo.

3. La collina dell'Università
Nella pagina"trasa festiwalowa" del sito comunale, si parla della collina, ma in effetti bisognerebbe parlare di "Parco dell'Universita". In questo parco vi sono alcune statue che celebrano cantanti e poeti polacchi. per saperne di più leggete il post "Le statue a passeggio".







4. Il ristorante "Pod Pajankiem"
Questo ristorante non esiste più. Non c'era già più quando vivevo ad Opole, alla fine degli anni '90.
Il ristorante occupava tutto in primo isolato di di Ul. Osmanczyka . Adesso i locali sono divisi tra un ristorante ed una birreria. Proprio nella attuale birreria vi era un palco dove si esibivano i cantanti, in un tipo di dopo festival.






5. La Walk of Fame
41 anni dopo il primo festival, il 28 Maggio 2004 viene murata la prima targa in bronzo a ricordo di Czeslaw Niemen, da allora sono state murate 48 targhe.
Sono poste alle spalle del municipio, sul tratto di marciapiede che unisce Ul. Krakoska con  Ul. Osmanczyka. Per ulteriori informazioni leggete il post "Walk of Fame".

6. La Fontana musicale
Nel corso della ristrutturazione del laghetto artificiale, posto tra la Torre dei Piast e l'Anfiteatro, e stata installata una fontana che fa uno spettacolo di "Son et Lumiere". Dal 1 Maggio al 1 Ottobre, dopo il tramonto ci sono tre spettacoli, in cui la fontana regola i getti e cambia colore a tempo di musica. I lavori sono stati finanziati dalla Comunita Europea con ampia contestazione della cittadinanza sui costi eccessivi dell'opera.





7. L'Anfiteatro
Questo è l'ultimo stop di questo percorso. Karol Musiol diede l'incarico all'architetto Florian Jesionowski, di realizzare un complesso, utilizzabile per concerti, congressi o altre manifestazioni pubbliche. Si pensava a tutto, ma non ad organizzare il festival.
Nel Febbraio 1963 Jerzy Grygolunas e Mateusz Swięcicki, due giornalisti musicali dell'epoca, gli proposero il festival, che inaugurò l'anfiteatro il 19 Giugno 1963.
Monumento a Karol Musiol
Karol Musiol è stato sindaco di Opole negli anni '60. Rieletto più volte, ha potuto portare a termine perecchie opere, tra cui l'anfiteatro.
La sua volontà portò in città il Festival della Canzone Polacca, che ancora oggi si svolge nel mese di Luglio.

20 aprile 2017

Si parte per Malaga


Dopo un anno torno a scrivere pure io. Si parte per l'annuale full immersion di Spagnolo, organizzato dalla mia scuola  "Gimnazium Nr. 10" di Opole. La destinazione di quest'anno sarà Malaga, incantevole cittadina sulla costa Sud della Spagna. Capitale della Comunità Autonoma di Andalusia, nota al mondo per la splendida spiaggia, il museo su Picasso ed il vino.
A dir la verità io non ci volevo andare, ma papà e mamma hanno insistito perché ci andassi, adducendo varie ragioni. Un ottima occasione per vedere un nuovo posto, mettere alla prova il mio Spagnolo e socializzare. Sarà così, ma parto.
Domani all'alba appuntamento nel parcheggio del Centro Commerciale Solaris, per partire verso l'aeroporto di Wrocław. Alle 10,20 parte il volo Ryanair e dopo 3 ore e mezza siamo a destinazione.
Le famiglie che ci ospiteranno saranno ad aspettarci alla Plaza de Toros e di li andremo a casa. Il programma non dice cosa faremo al pomeriggio ed a sera!
Una spiaggia di Malaga
Sperando che il tempo sia clemente, Sabato andremo alla spiaggia. La Costa del Sol allinea 150 km di splendide spiagge, ambite dai turisti inglesi, tedeschi e scandinavi.
Mercoledì andremo a visitare il Museo Picasso. Secondo me, solo questo vale tutto il viaggio. Giovedì visita a Cordova, dove antichità romane si mescolano a quelle arabe.
Purtroppo non abbiamo trovato biglietti per l'Alhambra a Granada.
Quest'anno mi è andata bene, la famiglia che ospiterà Iza e me è a 150 m dalla scuola, quindi con 5 minuti a piedi saremo a destinazione. Mateusz e Bàrnaba, gli sfigati di turno, sono a 45 minuti dalla scuola.
Caricata la SIM italiana e quella polacca, messo in tasca gli Euro, controllato il carico della valigia, manca solo che la nonna prepari i sandwich, cosi sarà tutto pronto.

19 aprile 2017

Uno scherzo a luci rosse

Questa volta lo scherzo è stato fatto a me. Ero già all'università e doveva essere il 1975, se mi ricordo bene, di sicuro era di Natale.
Un bel giorno mi viene recapitato un pacchetto che, una volta aperto, presenta una sorpresa. All'interno trovai un VHS di un film porno, di qualità, ma pur sempre porno. Non mi passò per la mente di guardare se c'era un mittente e fare indagini a riguardo.
L'anno dopo arrivò un altro pacchetto con sorpresa. Questa volta le cassette porno erano due, di pessima qualità, sia come contenuto che come supporto. Immediatamente annotai l'indirizzo del mittente.
L'indirizzo era Via Gluck, non ricordo il civico, il nome del mittente Antonio Brambilla. La via è al fianco della Stazione Centrale ed è la via dove viveva Celentano in gioventù, famosa la canzone "Il ragazzo della Via Gluck" (1966).
Brambilla è un cognome molto diffuso a Milano, non come Rossi o Hu, ma il terzo posto se lo tiene stretto. Da una ricerca sull'elenco telefonica trovo una ventina di Antonio Brambilla, ma nessuno in Via Gluck.
Non avendo voglia di attraversare tutta la città, il giorno dopo telefonai alla  segretaria di un assicuratore di mia conoscenza, che abitava vicino a Via Gluck. Le chiesi di andare a dare un occhiata al citofono del civico.
Il giorno  dopo mi telefonò, comunicandomi che il civico non esisteva!!!
Il colpevole rimarrà nel buio in eterno.

18 aprile 2017

Perché si dice: "Prendere due piccioni con una fava"?

Questa settimana il post "Perché si dice..." lo pubblico di Martedì a causa delle feste pasquali. Ieri mi è sembrato più logico, parlare di usanze relative alla Pasquetta, che illustrare un modo di dire.
L'origine è da far risalire ad un metodo di caccia al piccione selvatico. Una fava veniva legata ad un cordino fissato a terra con un piolo. Quando il piccione ingoiava il legume, rimaneva bloccato dal cordino. Come prendere un pesce all'amo.
Dato che è impossibile prendere due piccioni in un solo colpo, il significato è conseguire un duplice vantaggio con poca fatica, casualmente due risultati favorevoli con una sola azione.
Di traslato si può anche dire, quando devi incontrare due persone e nel luogo dove avevi appuntamento con la prima, arriva anche la seconda, senza che tu l'abbia chiamata.
La fava e un leguminaceo, edibile sia fresco che secco.

17 aprile 2017

Il Lunedì bagnato

Anche questa è una traduzione in Italiano di una festività polacca. Quella che da noi si chiama "Pasquetta", in Polonia si chiama "Lany Poniedziałek", cioè appunto "Lunedì bagnato".
In questa giornata bisogna andare in giro guardinghi, guardandosi intorno, stando ben lontani da ragazzotti che hanno qualcosa in mano. Il rischio è di finire bagnati fradici in mezzo alla strada. Ogni mezzo è buono per sparare acqua. Pompette, pistole ad acqua, pompe per agricoltura e magari, anche, secchi.
Non si sa esattamente l'origine di questa usanza, che, nei periodi di gloria, vedeva baldi giovanotti correre dietro alle ragazze del villaggio, armati di secchi pieni d'acqua.
La tradizione dice anche, che devi bagnare la ragazza, a cui sei legato. Se riesci a bagnarla, lei ti deve invitare a mangiare a casa. Ora io dico, se per dimostrare amore alla tua fidanzata e per scroccare un pranzo, devi andare armato di un secchio d'acqua, non devi avere tutte le rotelle a posto.
Oggi si è divertito anche Giove Pluvio che ha tirato secchiate d'acqua per tutta la mattinata.

Bibliografia:
  • Per la pagina "7 cose da sapere per passare la Pasqua in Polonia, clicca qui.
  • Per la pagina " La top 5 dei più strani cibi polacchi", clicca qui.

15 aprile 2017

Il cestino da benedire

I cestini sul sagrato dei Gesuiti
Il titolo è la traduzione, in Italiano, dell'evento di oggi. Al Sabato di Pasqua le famiglie tipo polacche preparano un "Koszyk Wiklinowy", un cestino di vimini con una ghirlanda ricamata o in pizzo, riempito con ogni bene.
Il tutto viene portato in parrocchia per farlo benedire, per buon augurio e prosperità. Il cibo contenuto nel cestino benedetto, sarà usato per comporre la colazione del giorno di Pasqua.
In Opole, ogni parrocchia si dà delle regole proprie per questo evento. Io conosco l'organizzazione dai Francescani e dai Gesuiti, che sono le due chiese frequentate dalla famiglia di mia moglie.
Dai Francescani è una cerimonia più ieratica, diciamo seria. Il fedele lascia il cestino alla balaustra dell'altare e si va a sedere ai banchi. Un frate esce ogni mezz'ora, fa una breve omelia dall'altare, benedice i cestini e se ne va.
Ultima uscita alle ore 17,00.

Il prete inizia la cerimonia
Dai Gesuiti è una cerimonia più familiare. Sul sagrato sono allestiti due gazebo con una tavola coperta da una tovaglia bianca. Il fedele posa il cestino sul tavola e si ferma vicino, intorno al tavolo. Il prete non si allontana mai ed ogni quarto d'ora fa una chiacchierata con i fedeli, una preghiera e la benedizione.
Dato che l'acqua benedetta viene aspersa con uno strumento, molto simile ad una piccola scopa di saggina, può succedere che venga "benedetto" anche qualche fedele che è aldilà del tavolo.
Ultima benedizione alle 15,30.
Nel castino troviamo delle salsiccie bianche, delle uova sode e del pane. Le salsicce vengono utilizzate per lo "Zurek", zuppa del pranzo di Pasqua. Le uova sode vengono tagliate a pezzi e mangiate alla colazione di Pasqua, mentre i componenti della famiglia si fanno gli auguri.

La benedizione
Bibliografia:
  • Per la pagina "7 cose da sapere per passare la Pasqua in Polonia, clicca qui.
  • Per la pagina " La top 5 dei più strani cibi polacchi", clicca qui.


14 aprile 2017

Kamasutra

Oggi torniamo a raccontare di scherzi, che venivano fatti a scuola. Questa volta siamo al liceo, non mi ricorso se in terza o quarta, quindi si parla del 1972/1973.
Nella mia classe c'era una ragazza mezza suora, Toscana tutta casa, scuola e chiesa. Vestita sempre con gonne sotto il ginocchio, mai pantaloni, una taglia in più per non fare vedere le curve e tassativamente di colori scuri.
Per il compleanno le spedimmo un pacchetto anonimo, con una copia illustrata del Kamasutra. Il divertente che tutti si vergognavano di andare in libreria, per acquistare il libro. Sapete in Italia negli anni '70 erano più o meno tutti bacchettoni o falsi santi.
La sorella di una nostra compagna ci risolse il problema. Era in quinta, aveva compiuto i 18 anni ed aveva la fama di essere un po' leggerina. Solo di fama era libertina, di fatto la sua serietà era seconda solo alla vittima dello scherzo. Lo comprò da Feltrinelli, era l'unico posto dove si potesse trovare. Facemmo il pacchetto e qualcuno lo spedì da fuori Milano.
Un Lunedì mattina la ragazza arrivò sbraitando in maniera "oxfordiana", agitando il libro, che la gente pensasse solo a fare certi scherzi. E' rimasto in eterno il dubbio se lo avesse mai letto. Ma dopo questo regalo le gonne si sono accorciate lentamente, di colori più sgargianti e taglie più avvolgenti. Incominciò a venire alle feste, ma solo di pomeriggio e si trovo il fidanzato.
A ventun anni si sposò il fidanzato perché era incinta. Hanno avuto altri due figli e vivono ad Oporto. I soliti informati asseriscono che è pure nonna.
Tutto merito di quella copia del Kamasutra? Su certe persone può avere effetti molto strani!
Alla cena della Maturità, Giugno 1974, le confessammo tutto. I più vicini si presero un panino in testa!
Settimana prossima vi racconterò di uno scherzo "Red Light" fatto ai miei danni.
Il post viene pubblicato senza immagini per non incorrere nella censura di Google e le ire delle madri dei piccoli amici illetterati (ndr. Vedi i post sulla Litizzetto).

13 aprile 2017

Gli elfi di Wroclaw

Di fronte alla biglietteria della Stazione
Dopo che averli citati ieri, mi sono arrivate un paio di whatsappate che chiedevano lumi sugli elfi di Wroclaw.
Alcuni gli chiamano gnomi, altri nani, ma come siano chiamati poco importa, la cosa sicura che sono la fortuna turistica di Wroclaw.
Wroclaw, in Italiano Breslavia, è una cittadina universitaria di antiche origini, molto interessante dal lato turistico. Con Ryanair è molto semplice organizzare dei week end, dato che i voli da Bergamo sono al Venerdì ed al Lunedì.
Gli elfi sono nati negli anni '80 con intenti di contestazione politica. Il muro di Berlino non era ancora caduto e, non vorrei sbagliare, in Polonia vigeva la legge marziale. Il movimento di opposizione "Alternativa arancione", non avendo intenzione di scontrarsi apertamente con le autorità, aveva provato a riempire, nottetempo, la città di graffiti con le loro idee. Il problema era che il giorno dopo solerti operai provvedevano a coprirli tutti con vernice bianca. Per continuare l'opposizione basata sul nonsenso si inventarono queste statuette di bronzo, alte circa 30 cm.
Alla caduta del Muro di Berlino, gli gnomi hanno perso tutta la ragione di essere originale. Dopo qualche anno di decadenza, sono ripartiti con fini di arredo urbano e turistici. 
Il tutto nel caos più assoluto, le statuette apparivano e scomparivano senza alcuna regola. Nel 2001 la municipalità fa il primo tentativo di regolamentazione e censimento. Nel 2005 il Sindaco ordina cinque statuette a Tomasz Moczek da porre in posizioni strategiche della città.
Ora gli gnomi hanno un ufficio che autorizza il loro posizionamento e li censisce. Pensare che hanno pure un sito per la loro promozione turistica. Da questo sito ho saputo che ad inizio Aprile è stato installato il 265° gnomo.


Bibliografia:


12 aprile 2017

Uccellini canterini

Vicino alla statua di Musiol
Dato che la comunicazione dalle istituzioni locali scarseggia, il sorgere di questi uccellini in bronzo, ha fatto pensare che fosse la risposta di Opole agli elfi di Wroclaw. Niente di più errato! Sono stati posti per marcare un percorso turistico, legato al Festival della Canzone Polacca.
Ieri mi sono messo di uzzo buono ed ho fatto alcune ricerche su cosa rappresentassero, quanti fossero e dove fossero. Il primo aiuto lo avuto dal QR code, trovato sotto l'uccellino posto ad un angolo del municipio. Da questa traccia ho ricavato altre informazioni che hanno chiarito la loro ragione d'essere.

Sul Municipio
Ho scoperto che marcano la "Trasa Festiwalowa", che è un percorso turistico, da fare a piedi, perché è tutto nell'isola pedonale. Dovrebbero essere 7 + 1, sette che cantano su una casetta a forma della Torre dei Piast, più quello affianco alla statua di Musiol, il sindaco che ha portato ad Opole il festival.
Il percorso è stato inaugurato il 28 Agosto 2016, come si evince dall'articolo di Nowa Trybuna Opolska.
Di seguito riporto l'elenco tratto dal sito del Municipio di Opole
  1. La stazione ferroviaria.
  2. Hotel Mercure.
  3. La collina dell'Università.
  4. Il ristorante "Pod Pajankem".
  5. La Walk of Fame.
  6. La fontana musicale.
  7. L'anfiteatro ed il museo del festival.



Nella stazione ferroviaria
Adesso che conosco i luoghi dove dovrebbero essere gli uccellini, mi farò un giro a controllare se vi siano realmente.
Vi sono posti, come il ristorante, che hanno cambiato nome, o lo stop 3 definito La collina della Università, ma sarebbe meglio chiamarlo "Il parco dell'Università". Difatti nel parco dell'Università vi sono le statue dei personaggi che hanno fatto la grandezza delle musica e della letteratura polacca.
Un'altra cosa da appurare è la razza. c'è chi dice che siano dei passerotti e chi dice che siano degli usignoli.











Bibliografia:
  • Se sai il Polacco, per leggere l'articolo di NTO, clicca qui.
  • Per la pagina sul sito del Municipio, clicca qui. 



11 aprile 2017

Repetita iuvant

Ieri ho scritto che, oggi, avrei applicato la frase latina "Repetita iuvant" nel senso originale. Così "Prendiamo due piccioni con una fava" e pubblichiamo un altro post sul metodo usato per scriverli.
La domanda di scrivere di nuovo sull'argomento, arriva da un nuovo piccolo illetterato amico, che non vuole fare la fatica, di andare a cercare il post nel passato. A dir la verità io lo ho cercato invano, ma incominciamo ad essere troppi!
Non appena trovo il vecchio post su come si scrivono, aggiungerò un link per visualizzarlo.

L'argomento - Può essere il commento ad una notizia, far parte di una serie (ndr Perché si dice..., La mobilità a Milano ecc.) o derivanti dallo stato d'animo ed accadimenti.

Il titolo - Ovviamente deve essere legato all'argomento. Magari fatto in maniera che crei un equivoco che generi curiosità. Comunque deve essere corto, invitante e pure spiritoso.

Il testo - Chiamato anche corpo del post, deve essere non troppo lungo e conciso.
Se il testo è troppo lungo, porterebbe il lettore pigro a non leggerlo, ritenendolo noioso a priori.
Se stai scrivendo sul tuo stato d'animo o su qualcosa che ti è successo, non ci vuole molto. La sintesi e l'Italiano sono le cose più importanti. In poche righe devi trasferire al lettore le tue sensazioni.
Diventa un po' più lungo se parli di argomenti storici o di attualità. Devi prima fare una ricerca, per approfondire l'argomento e trovare i link a siti, che trattino lo stesso argomento o correlati.
I link ad altri siti servono a non dilungarsi troppo ed a dare un aiuto al lettore, che voglia approfondire di più, o che non conosca l'evento, o il personaggio che hai citato.
Poi devi cercare in Internet delle immagini che, come il titolo, devono essere accattivanti e, magari, spiritose. Servono per alleggerire la grafica, devono essere un complemento e non sovrastare il testo. Quindi bisogna vedere quale dimensione sia migliore e se è necessaria una didascalia esplicativa.

Correzione - Sarebbe meglio trovare un amico che ti faccia da correttore di bozze. Un estraneo trova più errori ed inesattezze, rispetto a chi lo ha scritto.
Se non sei così fortunato, il post va riletto tre o quattro volte, per sistemare la punteggiatura e correggere gli errori di battitura.
A questo punto si apre l'anteprima e si controlla se il tutto corrisponde alle tue aspettative!

Spero che i post, che ho scritto negli ultimi due anni, rispondano a queste linee. Io ce la metto tutta e che i lettori li apprezzino.

Aggiornamento:
Il precedente post su come si scrive un post, scusate il gioco di parole, risale all'8 Marzo 2016. Se lo volete rileggere, cliccate qui.


10 aprile 2017

Perché si dice: "Repetita iuvant"?

Oggi andiamo sui latinismi, di cui si sta avendo un incremento dell'uso. Dato che nella scuola italiana non si insegna più il Latino seriamente, queste frasi sono usate spesso a sproposito senza conoscerne l'esatto significato. Molte volte il risultato è esilarante, ma sempre da un'idea del livello culturale della gioventù italiana.
Questa frase era proferita spesso da mio nonno paterno, per incitare noi nipoti, a continuare ad esercitarsi in tutto ciò che era inerente alla scuola.
In Italiano suona come "Le cose ripetute aiutano", quindi mio nonno aveva perfettamente ragione quando lo diceva. Un po' meno il Gesuita, che mi sono ritrovato come insegnante di Disegno Meccanico al Politecnico di Torino, quando mi bocciava all'esame, perché disegnavo con la sinistra, la mano del diavolo!

Il Vocabolario Treccani scrive:
repetita iuvant ‹... ùvant› (lat. «le cose ripetute piacciono, giovano»). – Sentenza latina d’incerta origine, che si pronuncia spesso, nell’uso corrente, quando si sta per ripetere qualche cosa che già si sia sperimentata come piacevole, e talora in altro senso, per affermare l’utilità di ripetere una raccomandazione, un precetto, un ammaestramento.
In campo giornalistico, questa frase è usata con intenti dispregiativi, contro quei giornalisti che rilanciamo le cosidette "Fake news" o gossip che non hanno fondamento.
Domani vedremo un'applicazione di "Repetita iuvant" in questo blog.

Stranezza o anomalia?

Come faccio tutti i giorni, sono andato a vedere le statistiche degli accessi ai blog. Su questo blog ho notato che, ieri, c'è stato un traffico eccezionale con ben 194 accessi, di cui 161 dall'Italia.
Spingendoci sul totale i visitatori totali sono 7.430, cioè significa che in 12 giorni il blog ha avuto 430 visite.
Non è che mi lamenti, ma limitiamoci all'ultima giornata. Ho scritto che ieri ci sono stati 194 accessi, ciò mi è sembrato strano, a causa della estrema differenza che c'è tra la solita media giornaliera e questo picco.
"Io sono..." è un blog di nicchia da una ventina di accessi al giorno, che ha raggiunto i cinquanta accessi in occasione dei post sull'Amatriciana solidale. Quindi capirete la sorpresa per un picco simile, di cui non so spiegare l'origine.
Poi c'è sempre la strampalateria del post più letto. E' un'altra cosa che suona strana, ma il post più letto è quello: "Come si va da IKEA".

08 aprile 2017

La Domenica delle Palme

Gesù Cristo entra in Gerusalemme
L'anno scorso ho trattato la Settimana Santa nella sua globalità, in un post ho sunteggiato sette giorni di liturgia della Chiesa Cattolica.
Quest'anno vorrei provare ad entrare nella singola giornata, non so se avrò abbastanza tempo libero, ma ci provo.
Incominciamo citando i due attentati davanti a due chiese copte in Egitto, ove si celebrava la festività odierna. Difatti la Domenica delle Palme è comune ai Cattolici, agli Ortodossi ed ai Protestanti. Le bombe davanti alla chiesa di Tanta e di Alessandria sono un chiaro esempio di intolleranza religiosa, verso una minoranza che essendo il 10% della popolazione, non è proprio da definire una minoranza.
Il Vangelo di oggi narra di Gesù che entra in Gerusalemme in groppa ad un asino circondato dalla popolazione in festa. Popolazione che lo condannerà a morte tra cinque giorni. Questa gente al passaggio di Gesù, agitava dei rami di palma e buttava sulla strada i mantelli.
Vediamo di chiarire perché nei Vangeli si parli di palme e perché nelle chiese vengano distribuiti dei rami di ulivo benedetto. Giovanni, nel suo Vangelo, parla di folle osannanti che agitano rami di palma, che è  simbolo di trionfo, ma non parla di ulivo.
E' semplicemente un problema di flora locale, legata alla migrazione della Chiesa Cristiana verso Roma. La Chiesa arcaica si è trovata davanti alla mancanza di palme nell'antica Roma. Scegliendo l'ulivo, che è simbolo di pace ed unità, si e sopperito a questa mancanza, iniziando una tradizione che si è tramandata sino a noi.
Se ci spostiamo più a nord i rametti di ulivo sono sostituiti da arbusti intrecciati e colorati portati in chiesa per la benedizione.
Il colore liturgico di questa Domenica è il rosso.

 Bibliografia:
  • Per la pagina Wikipedia, clicca qui.
  • Per l'articolo di Famiglia Cristiana Online, clicca qui.
  • Per l'articolo del Corriere della Sera Online sugli attentati in Egitto, clicca qui.


06 aprile 2017

Felicità

Il Quokka
L'idea di scrivere questo post, mi è venuta quando ho letto un articolo del Corriere Online sul Quokka, un simpatico marsupiade, che è la impersonificazione della felicità.
Questo piccolo animale, tipico del Sud Ovest dell'Australia Occidentale, è tutt'altro che  intimorito dall'uomo e si presta a fare dei selfie, l'importante che non gli si dia da mangiare o lo si ferisca. La particolare anatomia del suo musetto lo fa apparire sempre molto sorridente.
Vedremo che la "Felicità" è un qualcosa studiato e ricercato da quando esiste l'uomo. Epicuro, nel terzo secolo ante Cristo, ci filosofeggiava sopra, tanto da scrivere la "Lettera sulla Felicita".
Nei secoli altri scrittori hanno versato inchiostro sull'argomento. Il Muratori, a meta del diciottesimo secolo, pubblico "Della pubblica felicita".
La pagina Wikipedia relativa a questa parola, inizia con questa definizione:
La felicità è lo stato d'animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.
Quindi la "Felicità" è uno stato d'animo a cui l'uomo deve tendere per ritenersi appagato.
Per il profilo biologico e filosofico vi rimando alla pagina Wikipedia, io mi fermerò solo sul profilo psicologico e spirituale. Come vedremo sono due tipi di felicità abbastanza simili nelle fondamenta. In tutti i due casi la definizione di felicità variano con le condizioni sociali, culturali ed ambientali.
Abbiamo visto che dal lato psicologico, la felicità  è  il raggiungimento  di una meta ambita, se si sviluppa in senso intelettuale. Se invece si sviluppa in senso materiale la felicità può  essere un evento come un matrimonio, la nascita di un bambino o la vittoria della squadra del cuore. Charlie Brown diceva che "La felicità è stringere un cucciolo caldo".
La cultura popolare trova la felicità  nell'accontentarsi del poco che si ha. Il proverbio "Meglio un uovo oggi che una gallina domani" la riassume.
Un altro proverbio mette in guardia dai falsi idoli. "I soldi non sono la felicità " mette in guardia dal cercare la felicità  in qualcosa di effimero, che nasconde l'ingordicia di volere di più.
Il profilo spirituale defisce la felicità  come la serenità  dell'anima, quella dei santi. Nel Cristianesimo e nell'Ebraismo, la felicità  risiede nella visione di Dio, quindi il raggiungimento della beatitudine.
Nel Buddismo la Felicità interiore viene definita con due frasi:
"La causa della sofferenza è l'inconsapevole desiderio di piacere"
"La sofferenza è sopprimibile mediante la cessazione del desiderio e la rinuncia"

Il Vocabolario Treccani scrive:
felicità s. f. [dal lat. felicĭtas -atis]. – 1. Stato e sentimento di chi è felice: piena, intera f.; una f. serena, pura, tranquilla, senza ombre; aspirare alla f.; trovare la f. sulla terra; godere, assaporare momenti di f.; l’eterna f., la beatitudine celeste; felicità!, augurio (oggi molto meno com. di salute, e talora scherz.) a chi starnuta. Con senso più prossimo a «gioia»: provò un’intima f.; iron., che f.!, a proposito di cosa molesta, di grattacapi e sim. 2. Opportunità, convenienza, e in genere la qualità di ciò che è riuscito in modo eccellente: f. di una frase, di un’espressione, di un’idea; con quanta f. i suoi concetti descrivesse (Machiavelli).
Nuvole felici
Bibliografia:

03 aprile 2017

Perché si dice: "Pettinare le bambole".

È  un modo  di dire un po' strafottente, una battuta spiritosa per indicare che una persona non ha meglio da fare, se non cose inutili e da perditempo.
Ora come ora vuole anche indicare una persona che non ha cura di se stesso, che passa molte ore al computer senza rendersi che si è  fatto sera.
Nei secoli passati erano i nobili a "pettinare le bambole", buttando le giornate tra ozii e vizii di vario genere. Pensando solo alle parrucche incipriate ed alle crinoline.
Il pettinare le bambole è  gioco prettamente femminile, che le bambine fanno quando non sanno più  che fare con le compagne di gioco.
È stato scelto un esempio femminile, perché  nel credo maschilista le attività  femminili, da sempre, sono considerate di importanza inferiore e senza senso.
Tutto sommato, penso che si possa dire che i politici attuali, pettino le bambole, senza pensare che sono lì  per fare cose sensate ed utili alle nazione.

02 aprile 2017

M4, siamo ad Argonne

Possiamo vedere che le polemiche e le proteste dei cittadini fanno bene. Dopo le più o meno velate accuse di poca trasparenza sui lavori e sui tempi di realizzazione, la comunicazione è molto migliorata.
Oggi sul Corriere Online è uscito un altro trafiletto, completo di video, sui lavori. Ieri la talpa, che si chiama Stefania, come mia madre, è arrivata alla stazione Argonne.
Adesso sarà necessario spostare la talpa alla fine della stazione e dopo un po' di manutenzione, via verso Piazzale Susa.
Bisogna chiarire che questo è solo metà dell'opera. La talpa, che tecnicamente si chiama Tunnel Boring Machine (TBM), ha scavato la galleria dispari, per il binario che da Linate va verso il centro.


Bibliografia:
  • Per il trafiletto del Corriere della Sera (2/4/2017), clicca qui
  • Per il reportage del Corriere della Sera (23/3/2017), clicca qui
  • Per l'articolo del Corriere della Sera (23/8/2015), clicca qui.
  • Per il sito istituzionale della linea, clicca qui.
  • Per la mappa del percorso, clicca qui.
  • Per la pagina sul sito Salini Impregilo, clicca qui
  • Per la pagina Wikipedia, clicca qui.
  • Per il post "M4, la linea avanza" (23/3/2017), clicca qui.
  • Per il post "Metropolitana Milanese - Linea 4" (18/11/2017), clicca qui


Aprile

Con Aprile arriviamo alla fine della galoppata tra i mesi, iniziata un anno fa. 
Quarto mese del calendario gregoriano, ha un origine del nome con due giustificazioni plausibili. La prima origine fa risalire il nome all'Etrusco  Apro, che, a sua volta, deriva dal Greco Afrodite. Un'altra origine fa risalire al verbo Latino "Aperire" e, quindi, indica l'aprirsi dei fiori.
E' certo che ad Aprile le giornate si allungano e si scaldano, facendo fiorire le piante da frutto, ma porta anche in giro i pollini, disperazione degli allergici.
Ieri come è andato con il pesce d'Aprile?
Come proverbio del mese citerei:
"Aprile doce dormire"
Come segno  zodiacale. il 21 entriamo nel secondo segno dell'anno, il Toro.
Per i nati cito subito  Giuliana De Sio, che stiamo ammirando in "Ballando con le stelle". Ma troviamo anche Flavio Briatore, Alec Baldwin, il grande Arrigo Sacchi, CLaudia Cardinale e Lilli Gruber, che insieme a Paola Saluzzi erano i due folli amori televisivi di mio  suocero.
Per i modi di dire non ho la minima idea di cosa parlare.
Quest'anno Pasqua è all'inizio del mese, il 7 per l'esattezza. Altra festa è al 25 (Festa della liberazione). Qui possiamo organizzare un ponte, con il 24 di ferie, si sta a casa dal 22 al 25. Aggiungendo altri tre giorni di ferie, torniamo  a lavorare Martedì 2 Maggio.

Bibliografia:

01 aprile 2017

Pesce d'Aprile

Da dove nasce l'usanza del pesce d'Aprile? Manco farlo a posta, potrebbe derivare da qualche usanza dell'antica Roma. A dir la verità  l'origine è dibattuta, ce ne sono parecchie tutte quasi attendibili.
Qualcuno vorrebbe far risalire l'uso di burlarsi  degli altri all'Hilaria romana o all'Holi induista, due allegre festività  primaverili. Anche L’Encyclopædia Britannica avvalla queste origini legate all'equinozio di  Primavera.
Su Wikipedia si possono trovare altre possibili origini di questa usanza e sul Corriere della Sera quelli più famosi e riusciti.
Comunque l'origine moderna è da far risalire all'Editto di  Roussilion (1542), che in pratica promulga in Francia il calendario gregoriano. Questi due atti spostarono l'inizio dell'anno dal 1° Aprile al 1° Gennaio. Dopo questa riforma, il popolo incominciò a regalare pacchi vuoti al 1° Aprile.
Di pesci d'Aprile ne ho fatti tanti nella mia vita, anche a persone conosciute pubblicamente, ma uno lo ricordo in particolare.
Come ho già scritto, ho fatto le classi elementari alla Scuola Svizzera di Torino. In terza o in quarta ho partecipato all'organizzazione di un pesce ai danni della preside. L'esecutrice era la contessina Laura Vattelapesca, cinquant'anni dopo non mi ricordo il cognome, La preside era una Svizzera Francese, classica nonna di campagna, che girò tutta la mattina con un merluzzo di carta, appeso sulla schiena. Sorrisini delle maestre e ridarola degli alunni.
A mezzogiorno ci siamo dovuto sorbire una conferenza sul rispetto dovuto alle persone più anziane, ma nulla di più.
Chi se l'è presa è stata la vicepreside, zitella Svizzera Tedesca, che ha menato le tolle per una settimana, organizzando una plenaria di tutti i genitori della scuola e minacciando di sospendere per tre giorni metà degli alunni.

Bibliografia:
Per la pagina Wikipedia, clicca qui 
Per l'articolo del  Corriere della Sera, clicca qui..