La
conoscenza, di cui ho pubblicato un contributo due giorni fa, si è
ripetuto e mi mandato uno scritto di circa 12 pagine.
L'argomento
è interessante, anche se “I vini d'Italia”
è un titolo più adatto al blog “La miacucina”, ma andiamo avanti. Il lavoro di
editing è un pochino più complesso, perché bisogna dividere il
testo in più puntate. Oggi partiamo con paragrafi sono al termine
dell' opera originale; da Venerdì prossimo si parlerà dei vini
regione per regione.
Abbinamento
tra vino e cibo
L’abbinamento
vino cibo fa leva sulle abitudini enogastronomiche
tradizionali del territorio, prendendo in considerazione le ragioni
di tipo storico ma anche culturale.
L’abbinamento
legato alle stagioni segue l’andamento stagionale e tiene in
considerazione soprattutto il clima. Durante la stagione calda si
consumano comunemente cibi leggeri, freschi, che normalmente
contengono pochi grassi; con preferenza le verdure, il pesce, i
molluschi, i crostacei e le insalate di vario genere. Invece per la
stagione fredda, durante la quale i cibi sono caldi, strutturati, più
ricchi di grassi e con maggiore apporto calorico.
Quindi
i piatti legati alla stagione calda vadano a braccetto con vini
bianchi e rosati, freschi, meno strutturati, a preferenza frizzanti,
serviti a basse temperature che non di rado vengono affiancati da
rossi giovani, anch’essi serviti freddi, quando il piatto ha una
struttura tale da richiederlo. Seguendo la logica di abbinamenti i
piatti invernali conditi con sughi, a base di carni rosse, ricchi di
principi nutritivi, richiedono vini rossi strutturati, maturi, che è
consigliabile servire a temperatura ambiente.
Abbinare
un vino ad un piatto significa esaltare tramite il vino la
pietanza o viceversa.
Basandosi
entrano in gioco le sensazioni che è possibile rilevare attraverso i
tre livelli di analisi sia del cibo che del vino: il livello
visivo, olfattivo e gusto
olfattivo.
Seguendo
la linea degli abbinamenti l’ideale è abbinare a cibi
grassi e tendenti al dolce con
riferimento a formaggi, crostacei, ma anche surrogati di cereali.
Invece
i vini con ottima acidità e
sapidità, o meglio ancora vini effervescenti,
in questo caso sarà il contrasto delle sensazioni al palato a
ricreare il tanto ricercato equilibrio: l’acidità e la sapidità
dell’uno è infatti capace di abbattere la grassezza o la dolcezza
dell’altro.
Se
il cibo che dobbiamo servire invece è caratterizzato da una
certa untuosità o
succulenza allora ci riferiamo a cibi con cotture
complesse, serviti con abbondanza di olio e salse quindi l’ideale e
abbinare la pietanza con vini
alcolici e tannici. In questo caso l’alcolicità avrà una
funzione detergente sicuramente gradita da parte dei commensali.
Se
scegliete di servire la cena con piatti
particolarmente speziati, con forte
aromaticità e con un gusto intenso è bene associarvi un
vino che ha le stesse caratteristiche organolettiche e che ha
una notevole intensità gusto
olfattiva. Tutto questo per evitare che il cibo abbia la
meglio sul vino: e il pasto sarà una vera e esplosione di gusti e di
aromi.
Non
dimentichiamo che a tavola ogni
piatto richiede il proprio vino: difficilmente un solo vino
servito durante un pranzo o una cena può proporsi con tutti i
piatti. Ricordando però la regola
della progressione del colore, che consiglia di servire
prima un bianco, in seguito un rosato ed infine un rosso, per evitare
che il vino precedente abbia la meglio sul successivo. E’ bene
iniziare il pasto con un vino più semplice per passare ad uno più
complesso ed che il primo vino sia anche il più leggero per passare
successivamente ad un vino più forte.
Perché
si dice vino novello
La
tradizione vuole che il Novello sia immesso sul mercato non prima del
6 di novembre e si consiglia il consumarlo entro i sei mesi
successivi.
Il
vino novello si ottiene seguendo il metodo della macerazione
carbonica e si distingue per varie ragioni dal vino più comune
che viene sottoposto al processo di invecchiamento necessario
prima di essere immesso sul mercato. Il suo colore intenso e vivido,
con tonalità porpora. Il gusto inoltre è fresco e tutti gli aromi
sono pieni e facilmente riconoscibili.
Pizza
e vino
In
linea di massima gli esperti del settore consigliano di abbinare alla
pizza vini a doppia fermentazione; il prosecco ad esempio è ottimo
grazie alle sue bollicine funge da ottima spazzola salivare.
Vino
e dessert
Per
abbinare il vino al dessert dipenda appunto dal dessert, la regola
generale prevede che il dolce vada abbinato assolutamente ad un vino
dolce, meglio se ottenuto da uve aromatiche: esempi il Moscato o
lo Spumante d’Asti, il Bracchetto d’Acqui, ma
anche la Vernaccia nella sua variante dolce.
Venerdì 1 Maggio si parlerà dei vini del Nord-Ovest.
Venerdì 1 Maggio si parlerà dei vini del Nord-Ovest.
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