30 luglio 2018

Mangiare a... Opole - Antica Trattoria

La veranda sulla strada
In occasione del trigesimo del mio compleanno, abbiamo deciso di andare a mangiare una pizza da Ostrowek. il 28 abbiamo soprasseduto causa un concerto all'Anfiteatro. Ieri si e' sentita male la nonna ed oggi il ristorante era chiuso per turno settimanale. Quindi necessitava un cambio destinazione.
Era tempo che volevamo provare due ristoranti di  cucina italiana. Dopo consulto a tre abbiamo scelto "L'Antica Trattoria". Il ristorante e' sulla strada che porta alla Chiesa di Maria Vergine, un  isolato prima della scalinata.
La sala interna
Il ristorante e' organizzato con una veranda esterna, Una cucina a vista con il forno a legna ed un locale interno. Mal contati saranno una cinquantina di coperti.
Entrati siamo stati accolti da due camerieri che ci hanno portato al tavolo. Dato che era in un settore dove non arrivava l'aria condizionata, abbiamo chiesto il cambio con un altro. Il cameriere dopo averci portato ad un altro tavolo, ci ha chiesto scusa per i menù che erano solo in polacco ed inglese. Nie ma sprawe, non c'è problema. Per fortuna che non c'erano i menù in italiano, già cosi abbiamo trovato due errori. "Capricciosa" aveva una esse in più e dolce era scritto in spagnolo.
Abbiamo deciso di fare come nel programma "4 ristoranti", abbiamo ordinato tre pizze diverse e ce le siano fatte girare. Abbiamo aspettato circa 15 minuti per avere le nostre pizze.
Le pizze erano come a Napoli, centro molto fine e bordo alto. La pasta era morbida e ben cotta. Come tutte le pizze fatte all'estero e' stato usato il formaggio giallo al posto della mozzarella.
L'ingresso
Mia moglie ha ordinato una "Capriciossa", con funghi, olive, carciofini e prosciutto cotto. Mia figlia una "Tonno", fatta con tonno e cipolla di Tropea. Per ultima la mia "Romana" con salame piccante, grana e gorgonzola. Poi come nel programma di Borghese abbiamo scommesso sul conto, sbagliando tutti. Per tre pizze, una birra media, un succo d'arancia ed un acqua minerale, abbiamo speso 90 Zloty (circa 22,5 Euro).
Il locale e' stato approvato, ma si e' giocato le cinque stelle sui coltelli da affilare ed un giro di mosche rompiscatole.

Indirizzo del ristorante:

Antica Trattoria
ul. Sw. Wojciecha 7
45-015 Opole


Bibliografia:

28 luglio 2018

Mangiare a... Cracovia - Kuchnia Domova

Ul. Miodowa 25
In albergo ci avevano raccomandato due ristoranti al quartiere ebraico di Kazimierz, tutti e due in Miodowa, uno al numero 17 e l'altro al numero 25. Martedì, dopo la visita al Museo Nazionale, ci siamo diretti verso il quartiere. Li abbiamo trovati tutti e due, ma quello del numero 17 era chiuso per restauri. Gioco forza ci siamo diretti al numero 25.
Esternamente il ristorante si presenta più come una birreria che trattoria con cucina casalinga. Il locale e' organizzato con quattro tavoli all'esterno, una sala divisa tra tavoli e la cucina a vista ed una saletta interna con altri cinque tavoli. Una cinquantina di coperti in tutto.All'esterno e nella saletta interna c'è il servizio ai tavoli di fisso, ai tavoli della sala di fronte alla cucina vige il self service.
I camerieri sono due ragazze e due ragazzi, in cucina c'è il padrone ed un altro signore.
Qui abbiamo trovato una cucina polacca assai tradizionale. Un'offerta di zuppe come zurek e borscz, gulasch con patate, cotolette di maiale e di pollo ed insalate miste.
Il servizio e' abbastanza veloce e non si attende molto per avere un tavolo. I camerieri sono gentili e ti spiegano come e' composto il piatto che vorresti ordinare. Ad esclusione della birra, i costi sono contenuti e nella media.

La cucina
La saletta interna











Nella saletta interna c'è una parte di muro destinata ai commenti dei clienti, dove abbiamo trovato anche commenti di Italiani. Due avevano scritto anche la città di provenienza Ladispoli e Brindisi.
Nonostante l'affollamento ci siamo trovati bene e siamo tornati anche Giovedì.

Il muro delle dediche

27 luglio 2018

Mangiare a... Cracovia - U Babci Maliny

Questo è il tipico posto di cui è meglio non tradurre il nome, noi Italiani incominceremmo a ridere come dei pazzi. Perlomeno ci chiederemmo se è un posto serio.
I locali sono due, il ristorante e la trattoria. Noi abbiamo provato la trattoria dove si mangia solo tipico polacco.
Kuchnia U Babci Maliny è facilmente trovabile ed è comoda se tu stai girando nella città vecchia. Quando arrivi alla fine dell'ul. Florianska giri a destra costeggiando le antiche mura. Quando finiscono, giri di nuovo a destra in ul Szpitalna e quando vedi a sinistra vedi il teatro dell'opera, cerchi a destra l'ingresso del locale. occhio che è molto piccolo con una sola vetrina.
Il locale è su tre livelli. L'interrato è ristorante servito a tavola. Il piano terra ed il primo piano è self service, direi molto mangia e vai. Ottimo per un turista che non voglia perder tempo.
Il settore self service è tutta in legno, stile baita dei Monti Tatra. Quindi tavoli e panche dai contorni molto irregolari, dove puoi sederti in sei e forse, stringendosi un poco, anche in otto. dato che il posto non è grandissimo, ma anche affollato, è meglio trovare il posto ed uno alla volta andare alla finestra della cucina per fare l'ordine.
Per ordinare il pranzo devi andare alla finestra della cucina, dove paghi anche. Ti danno un numero che chiameranno quando la comanda è pronta. Le recensioni di Trip Advisor parlano di personale che parla anche italiano. Saremo stati sfortunati, ma non ce ne siamo resi conto.
Abbiamo ordinato due bei piatti di Pierogi ruskie smażone, che essendo abbondanti ce li siamo divisi in tre. Questa preparazione consiste nella cottura saltata in padella dei pierogi, anziché la classica cottura a vapore.
Anche la birra, solo in bottiglia, è stata di buona qualità. Ci hanno consigliato una bruna che ci siamo gustati.
Trattoria approvata sia dal lato cucina che prezzo. Da provare, se trovate posto!
Comunque la versione italiana del nome è: "Cucina da nonna lampone".

Indirizzo:

Kuchnia U Babci Maliny
ul. Szpitalna 38
31-024 Krakow

26 luglio 2018

Cracovia - Il quarto giorno

Siamo arrivati all'ultimo giorno della visita a Cracovia. La giornata di oggi sarà dedicata al quartiere ebraico, un giro veloce al castello di Wawel ed la parte ovest della città vecchia.
Fatta colazione, preparate le valigie e fatto il check out dall'albergo, ci siamo diretti verso Kazimierz, il vecchio quartiere ebraico. Il primo stop e' stata la vecchia Sinagoga.
La vecchia Sinagoga e' stata il punto di culto degli ebrei di Cracovia negli ultimi cinque secoli. Danneggiata e restaurata più volte, nel 1959 e' stata ceduta allo Stato Polacco, che ne ha fatto un museo della cultura ebraica.
L'altare

La sala interna
Stara Synagoga












La seconda fermata l'abbiamo fatta al Museo dell'Ingegneria Polacca. Niente di interessante. Una sala con giochi per bambini ed un magazzino con dei tram restaurati. Qui ci siamo fatti una chiacchierata con una coppia di Australiani, venuti in Europa per vedere questa città.

La sala giochi
I tram restaurati












Le sedie vuote
Approfittando che moglie e figlia si siano fermate in un outlet, io ho attraversato la Vistola e mi sono diretto al ghetto, per vedere la piazza delle sedie vuote.
Le sedie in bronzo che riempiono la pazza vogliono ricordare tutti gli ebrei che non ce l'hanno fatta a tornare a casa.
Essendo le 14.00 siamo andati a mangiare nello stesso ristorante di Martedì. Dopo mangiato abbiamo attraversato a piedi Kazimierz e ci siamo diretti al castello di Wawel.


La visita al castello di Wawel e' stata mordi e fuggi. abbiamo fatto un giro per i cortili alla ricerca del "Czakram", una specie di pietra filosofale alla Harry Potter. Mi sono reso conto che per vedere il castello e la cattedrale ci vuole una giornata completa, se ti va bene!
Ovviamente non incontro qualcuno di conosciuto? Andando via mi sono incrociato con la figlia di un mio ex collega, quando negli anni '80 lavoravo per una società americana. era in giro per la Polonia con marito e figli, arrivavano da Czestchowa e domani andranno alla miniera del sale.

La Cattedrale
La porta d'ingresso
Il castello di Wawel









Dal castello siamo andati al Rynek e di li in albergo a prendere i bagagli, alle 18.02 abbiamo il treno che ci riporterà ad Opole.
Nel prossimo viaggio a Cracovia, si tornerà al castello e si andrà a visitare la Fabbrica di Schindler e il Museo di Arte Moderna.















25 luglio 2018

Le catacombe di Cracovia

Due tombe medievali
Il post e' stato intitolato "Le catacombe di Cracovia", ma il posto non e' esattamente una catacomba, "Podziemia Rynku", cioè "I sotterranei della Piazza del Mercato" e sono stati aperti al pubblico il 24 Settembre 2010. Sono degli scavi archeologici a quattro metri di profondita, coperti da un un tetto in cemento, su cui e' stata ricostruita la piazza del Mercato (Rynek).
Una decina di anni fa si e' pensato che sotto il Rynek ci dovessero essere dei resti della Cracovia medioevale. Nel 2005 iniziano gli scavi, premiati con ottimi risultati, venuti alla luce nei due anni di lavoro. Ci sono state pure delle sorprese, come un serbatoio per l'acqua costruito durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui si era persa la memoria.
Invece di smontare e portare in musei preesistenti, e' stato lasciato tutto nel punto del ritrovamento, creando il museo sotterraneo. Ai reperti sono stati aggiunti la ricostruzione di botteghe d'artigiani del Medio Evo, un piccolo cinema 180, degli angoli multimediali e dei box dove si possono vedere dei documentari sul passato di Cracovia.

I resti delle antiche mura

La miniera del sale Wieliczka

Cartina della Salt Mine Zone
Per prima cosa chiarire i tempi. Se avete da sbatter via una giornata andateci, se no lasciate perdere. Non per altro per la coda biblica che si deve fare per entrare.

Bisognerebbe citare l'organizzazione alla Corte dei diritti di Strasburgo per discriminazione. Per entrare vi erano due code, una per i Polacchi con una sola cassa aperta ed una per i turisti di lingua inglese, russa, italiana, tedesca, spagnola e francese con quattro casse aperte. Ed i turisti di altre lingue serie B? Di Polacchi ce ne erano di più, perché una sola cassa? Mistero!
Comunque andateci di mattina presto ed armatevi di tanta pazienza. Noi ci siamo messi in coda alle 11.00 e siamo riusciti ad entrare 13.00 con un gruppo di Polacchi, davanti ad un rumorosissimo gruppo d'Italiani.
Intanto che facevamo la coda ho assistito ad un simpatico siparietto tra uno steward ed un turista di lingua inglese. In miniera il bagaglio e' contingentato come in aereo e deve infilarsi in un telaio. Il turista a cui era stato bocciato lo zainetto, faceva notare che la miniera non era la Ryanair. Lo steward gli ha risposto che la miniera non era come la Ryanair, ma che era come la Easy Jet.

L'ultima cena
Gesu al tempio











Oltre alla pazienza e' necessario anche un paio di scarpe comode ed un maglioncino. In miniera ci sono 15 C costanti e vi lascio immaginare la differenza di temperatura con l'esterno (ieri 31 C).
Alla partenza 380 gradini ti portano a quota -59, percorrendo una galleria si arriva a -65. nelle tre ore di visita si arriverà a -140 sotto la città, ma le cose più interessanti sono intorno a quota -100.
A questa quota troverete la Chiesa di Santa Cunegonda (Sw. Kinga), un ampio spazio dove tutte le mattine alle 7.30 viene detta Messa. Invece la Sala Varsavia e' una sala da concerto che ha sostituito la precedente ritenuta non più pratica per un uso moderno. La Sala Varsavia viene utilizzata anche per convegni, feste di Capodanno e matrimoni di VIP.
25 m più in basso vi e' un ristorante self service, un 3D con sorround disaster 12ch ed il punto di raccolta per l'uscita dalla miniera.
La miniera si sviluppa letteralmente sotto la cittadina. In più livelli le gallerie si sviluppano per oltre 300 Km, di cui i turisti ne percorrono solo 5 per la visita standard + 1 per uscire.
Nell'esiguo spazio di un post non si può descrivere la magnificenza, tenendo conto che i minatori che hanno realizzato ciò, non erano certo degli scultori professionisti. Dovete andare, per rendersi conto di persona.
Nella offerta, oltre alla visita standard vi e' anche una versione avanzata ed un corso da minatore.
Vi lascio per andare a vedere le catacombe di Cracovia, abbiamo l'entrata alle 20,45.
Andate a vedere una puntata di Gennaio di Voyager. Giacobbo vi porterà in posti non aperti al pubblico.
I lampadari di sale

L'acqua e' salata














L'altare
La navata
La chiesa di Santa Cunegonda










Una galleria

Bibliografia:





La fuga da Gerusalemme
Il ristorante a -125

24 luglio 2018

Cracovia - Il secondo giorno

Chi e' piu bello?
La mattina e' stata dedicata al Museo Nazionale di Cracovia,dove e' esposta la "Dama con l'ermellino" di Leonardo da Vinci. Nel pomeriggio siamo andati in giro per il Rynek ed i luoghi d'interesse nei suoi dintorni.
Arrivati al museo, ci siamo fiondati subito nella sala del dipinto di Leonardo, poi abbiamo girato le altre mostre.
A me e' venuto il dubbio che il quadro esposto sia una copia. La sicurezza e' fatta da telecamere, una catena ed una guardia girata. non c' e' nessuna protezione anti vandalo, al Louvre c' e' un vetro blindato a proteggere la "Gioconda".
Ottime le mostre permanenti sulla Polonia rinascimentale ed il design polacco del XX secolo. Le temporanee erano un po' altalenanti. Quella sull'arte e cultura polacca dopo il 1989 mi e' piaciuta abbastanza, quella su Wyspianski no. Quella sui cartoon era chiusa.
Wyspianski, artista polacco a tutto tondo di fine XIX secolo, non mi ha emozionato. Lasciando perdere la produzione drammaturgica, della produzione come pittore o architetto hanno esposto in maggioranza cartoni delle vetrate studiate da lui.

Una slitta del XVII secolo
Una scuola al museo











Arrivati alle 14.00, siamo andati al quartiere ebraico a cercare un ristorantino che ci avevano raccomandato. Lo abbiamo trovato, ma era in ristrutturazione. Ci siamo orientati su un altro locale di cui riferirò in un altro post.
Nel pomeriggio siamo tornati al Rynek per visitare le attrazioni locali. La prima fermata e' stata la Torre del Municipio. E' quanto e' rimasto del Municipio eretto tra il XIII ed il XIV secolo. Pende, non come la nostra Torre di Pisa, di 50 cm al termine dei suoi 70 m di altezza. La salita e' di una dozzina di rampe con scalini in legno o pietra cosi stretti che ci passa a mala pena.

La Torre del Municipio

La sala delle torture













La Piazza Mariacki
Il secondo stop e' stato ai Mariacki, le chiese erette nel XII secolo nell'omonima piazza. La basilica della Santissima Vergine Maria e' la piu famosa. Nei secoli e' stata distrutta e ricostruita piu volte e nella Seconda Guerra Mondiale i nazisti portarono via la pala dell'altare maggiore, che fu ritrovata in un sotterraneo del castello di Norinberga diviso in 2.000 pezzi.
Per ricostruire la pala d'altare di Veit Stoss sono stati necessari 8 anni di lavoro. Il corpo centrale mostra la Dormizione di Maria in mezzo ai dodici Apostoli e l'Assunzione di Maria in mezzo agli angeli. Le parti mobili sono divise in 18 bassorilievi. Ad ante chiuse si puo vedere 12 scene della vita di Maria e Gesu. Ad ante aperte si ammira il ciclo delle "Sei gioie di Maria". 
Il pulpito

La pala dell'altare maggiore













L'abside
La Chiesa di Santa Barbara era stata costruita al termime del XIV secolo come cappella cimiteriale. A quei tempi la piazza Mariacki era un camposanto primordiale.
L'aspetto attuale a mattoncini e' da far risalire ad un restauro del XVII secolo. L'interno e' una sola navata con abside semicircolare in stile barocco. Sono da ammirare delle ricche decorazioni scultoree, la volta policroma ed il crocifisso gotico e le statue in stile barocco.
Nei sotterranei riposano i resti di Jakub Wujek, primo traduttore della Bibbia in Polacco.

Per ora mi fermo qui, per non farla lunga. Per Sukiennice scrivero un altro post su quanto e' sopra il piano di campagna ed uno per quanto si trova sotto terra (vedi il post "Le catacombe di Cracovia").

23 luglio 2018

Cracovia - Il primo giorno

La torre Florianska
Nel post sul primo giorno c'è ben poco di turismo, dato che la mattinata l'abbiamo buttata via per il viaggio, grazie al casino in cui vivono le ferrovie polacche. Al pomeriggio siamo andati alla ricerca dell'ufficio dove ritirare le Krakow Card,siamo andati a mangiare e fare un giro per il Rynek.
Il primo problema della giornata è stato che i dritti delle Ferrovie Polacche, hanno incominciato dei lavori di potenziamento delle linee in piena estate. L'Intercity che abbiamo preso, già ad Opole aveva 15 minuti di ritardo, che a Czestochowa erano diventati 20. Sulla linea nuova da Varsavia qualcosa aveva ricuperato, ma a 20 Km da Cracovia, ci siamo fermati per mezz'ora nelle campagne. Risultato finale 40 minuti di ritardo.
Primo cambio di programma. Siamo andati in albergo, abbiamo lasciate le valigie, abbiamo telefonato alla nonna che eravamo arrivati sani e salvi e siamo usciti per la città.
Il teatro dell'Opera
Primo stop in banca, perché mia moglie non aveva fatto in tempo a pagare delle bolletta. Poi siamo andati alla ricerca dell'ufficio dove ritirare la Krakow Card. All'indirizzo che era scritto sui coupon abbiamo trovato un bel palazzo in ristrutturazione. Secondo cambio di programmi, trovare un altro ufficio per ritirare le card. Lo abbiamo trovato vicino al Rynek, nella città vecchia,
Intanto che giravamo nella città vecchia, abbiamo cercato il ristorante che ci aveva suggerito l'addetta dell'info point. Era una bettola di cucina polacca, con l'arredo stile baita dei . Abbiamo ordinato due piatti di pierogi ruskie con la birra.
Dato che al Lunedì i musei sono chiusi, siamo andati in giro per la città vecchia a vedere monumenti, capire dove erano i musei e come andarci.
Nota della redazione. Sto scrivendo i post con un tablet, con cui non è semplice inserire delle foto, fatte tassativamente con smartphone. Queste saranno aggiunte durante il week end da Opole. La miniera di sale a Wieliczka ed i ristoranti saranno trattati con dei post separati.

Il Rynek
Le mura medioevali











22 luglio 2018

Coca Cola

Quando i medici mi hanno proibito la Coca Cola, per i miei noti problemi di stomaco, in primis ho pensato che fosse per il gas contenuti nella bibita. Ma le altre bibite gassate sono ridotte al minimo, come mai questa e' vietata? Da cosa ho scoperto mi sono potuto spiegare tantissime cose. Adesso ho deciso di riordinare il materiale e pubblicarlo sul blog.
E' risaputo che la formula sia sconosciuta e gelosamente custodita nel caveau di una banca di Atlanta. Per sommi capi gli ingredienti si possono riassumere in distillato di foglie di coca, distillato di noci di cola, acido fosforico, caramello ed acqua. Ma come e dove e' nata questa bibita e come ha fatto a diffondersi in tutto il mondo?.
John Stith Pemberton, "farmacista" ad Atlanta, nel 1885 lancia sul mercato il "Pemberton's French Wine Coca", miscela di alcool e foglie di coca, copiato dalla ricetta di un farmacista corso. Ne l'americano Pemberton e ne il corso Mariani sapevano che l'infuso delle foglie di coca avesse una forte concentrazione della molecola di cocaina.
Nel 1886 il primo Proibizionismo obbliga a sostituire l'alcool con l'infuso di noci di cola. Cosi la miscela anti dolorifica si trasforma in bibita analcolica e nasce il marchio "Coca Cola".
Nel 1888, poco prima di morire, l'inventore vende formula e marchio all'uomo d'affari Asa Candler.
La bevanda sbarcherà in Italia nel 1927.
Il problema della concentrazione di cocaina e' stato risolto, creando una società, sotto controllo della DEA, specializzata nella produzione del distillato senza contenuto dell'alcaloide. Le piante vengono coltivate in Perù e poi portate in New Jersey, dove con un procedimento simile alla produzione del caffè decaffeinato, le depurano dalla cocaina.
Ma perché la Coca Cola mi fa male? Io soffro di un'esofagite da riflusso con complicanza di ernia iatale e strascichi di Helicobacter Pilori. Per questa ragione alcune sostanze o cibi e bevande mi sono vietate. Vediamo le ragioni ad una alla volta.

Bevande gasate: Queste fanno male a tutti. L'anidride carbonica presente nelle bibite riduce momentaneamente la sensazione di sete, ma si libera nello stomaco gonfiandolo. Dai oggi e dai domani non fa certo bene.

Acidità: La Coca Cola contiene, ufficialmente, acido fosforico. Certi chimici parlano di acido orto fosforico, ma cambia nulla, il pH della bibita e' 2,5. Dato che prendo degli inibitori della pompa protonica, per ridurre l'acidita dei succhi gastrici, mi sembrerebbe stupido far aumentare l'acidita bevendo la Coca Cola. Di qui l'effetto digestivo che ha quando la bevo, raramente, e perché il succo di limone e l'aceto mi sono stati contingentati.

Caramello: E' un colorante sintetico (E150d) che da la caratteristica colorazione marroncina. Su questo colorante ci sono parecchie dispute sulla sua salubrità. Sembra che unito allo sciroppo di glucosio, presente nella bibita, potrebbe dare il la ad una degenerazione dell'Helicobacter Pilori.

Ora vediamo come si e' diffusa nel mondo. Ancora adesso la distribuzione e' basata su di una catena di imbottigliatori che allungano con acqua minerale gasata il concentrato che arriva dagli stabilimenti di Atlanta. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Coca Cola era il fornitore di soft drink dell'esercito americano.  Le forniture venivano effettuate portando in giro il concentrato e diluendolo nelle varie basi americane sparse per il mondo. I veterani tornando a casa la continuarono a bere come gli abitanti locali che vivevano interno alle basi.


Bibliografia:

18 luglio 2018

Opole via Katowice - Il treno

La hall della stazione
Siamo arrivati al momento di fare il punto sugli ultimi 90 chilometri del viaggio. Data la confusione che agita il trasporto ferroviario polacco, non e propriamente possibile fare un programma. Continuano a cambiare gli orari. Treni che ci sono sugli orari, ma non in pratica. Treni che esistono e non sono segnati negli orari e via cosi.
Con il pullman compreso nel biglietto arrivo in stazione e mi fiondo subito in biglietteria. Purtroppo il primo treno e dopo un'ora e venti e per arrivare alle 17.06 mi vado a fare un giro alla Galeria Katowicka. Non e grandissimo, ma un'ora ce la passi facilmente. A piano terra ho trovato le boutique di molti brand italiani, Intimissiimi, Calzedonia e Camicissima per fare un esempio.
Galeria Katowicka
Alle 17.00 mi porto al binario dove c'era una famiglia di romani che stavano facendo commenti sulla numerazione delle carrozze nei treni Intercity. A dir la verità avevo notato la stranezza pure io. A questi treni mancano le prime dieci carrozze, quindi la carrozza 11 e la prima o l'ultima secondo come viene attaccata la motrice. Ho fatto alcune indagini inutili nel passato, ma nessuno ne sa il perché.
Comunque il treno e arrivato in orario sia a Katowice che ad Opole e quindi il viaggio e finito senza problemi di sorta.
Direi che questa rotta possa essere approvata come fattibile e ripetibile, ma la prossima volta vorrei provare ad andare a Gliwice con lo shuttle che va dall'aeroporto di Katowice a quello di Ostrava. Qui dovrei prendere il treno per Opole. Riferiro pure di questa esperienza.

Il banco di Starbucks

Opole via Katovice - Il volo

La coda al check in
Arrivando a Malpensa in anticipo, ho potuto prendermela calma. Dato che in questo aeroporto mi hanno sempre accompagnato, ho potuto vedere una parte per me nuova.
La stazione è interrata, collegata all'aerostazione da un tunnel dove vi sono i banchi dei car rental e delle installazioni artistiche.
Al check in vi era un marasma indicibile. Dato che i voli Ryanair partono quasi contemporaneamente, vi era una coda chilometrica con tutti i passeggeri mescolati. Diciamo che a Bergamo sono meglio organizzati. Comunque sono arrivato al banco. Come diceva mia madre, in ogni aeroporto becco sempre qualcuno che conosco. L'addetto del check in era il fratello minore di un mio cliente, che è morto un paio di anni fa. Io non ne ero sicuro che fosse lui, ma il tipo mi ha riconosciuto. Lo ho pure ritrovato al gate e, gentilmente, mi ha fatto passare con i priority.
Qui l'imbarco è meglio. Arrivando alla spicciolata il passeggero trova tutto l'aereo libero e può sistemarsi con calma. Su questo volo la compagnia ha deciso di risparmiare sul peso delle hostess. Sono tre, un'indiana d'India, una malesiana ed un'italiana chiaramente montanara, per me valtellinese. Una per l'altra erano alte si e no 160 cm e pure minutine. Comunque tutte e tre nate in Italia, le due straniere parlavano un ottimo italiano senza alcun accento.
Volo tranquillo, senza i soliti bambini urlanti, si vede che questo non è un volo per famiglie. La discesa verso Katowice non è stato dei migliori, a causa di alcune turbolenze.
Ed oradevo andare alla ricerca di un treno per fare gli ultimi 90 km.

Il ritiro bagagli
L'esterno del Teminal C
L'aeroporto di Katowice

Opole via Katowice

Malpensa Express
È arrivato il periodo delle ferie. Portati i porcellini a balia da Giusi e Gianni, ho fatto la spesa da portare ad Opole ed un poco di programmazione per oggi.
La base di partenza era che avevo deciso di provare la fattibilità del volo Malpensa / Katowice con Ryanair. La scelta è stata fatta per cercare un alternativa al volo Bergamo / Wroclaw, che d'estate arriva alle 23.15, obbligandomi ad affittare una macchina o aspettare sino all'alba per il primo treno.
Escluso un passaggio a Malpensa da parte di don Pasquale, ho optato per una completa sperimentazione di una nuova rotta.
Stazione di Malpensa T1
Fatti quattro conti, ho deciso che la combinazione migliore era Movibus > Metro 1 > Malpensa Express, costo finale € 16,95.
Dopo aver consultato gli orari, ho visto che se prendevo uno dei bus che passano da Sedriano tra le 7.30 e le 7.54, al più tardi arrivavo a Molino Dorino alle 8.30. A quell'ora il metro passa ogni 7 minuti quindi alle 9.00 sarei stato a Cadorna alle 9.00, così avrei potuto prendere il Malpensa Express delle 9.27, arrivando in aeroporto alle 10.03. Ottimo, il check in apre alle 10.00.
Sveglia alle 6.30, mi lavo, mi vesto e faccio colazione. Tiro fuori i reperibili dal frigorifero, li metto in valigia e faccio un controllo finale del peso. 10,1 kg per la piccola e 18,7 kg per la grossa. Via, si parte!
Ho preso il bus delle 7.37, arrivando a Molino Dorino alle 8.10. Il metro lo ho dovuto aspettare 3 minuti ed alle 8.28 scendevo a Cadorna. Il primo treno per Malpensa è alle 8.57, quindi ho tutto il tempo che voglio per fare il biglietto.
Sbarco a Malpensa T1 alle 9.34, ho 29 minuti di anticipo sul programma!!!

Spazio d'arte a Malpensa T1

16 luglio 2018

Le favaglie

Domenica ho incontrato all'Eurospin un PIA di prima generazione, che mi ha annunciato che sta traslocando da Bareggio a Cornaredo. In un primo momento mi è venuto da pensare che non me ne poteva fregare di meno, poi ho capito il perché.
La famiglia del ragazzino si sta trasferendo in una villetta in "Favaglie San Rocco". Ma che cosa è una favaglia, è un tipo particolare di via? Non diciamo stronzate! O meglio non devo scrivere stronzate.
Dopo due giorni di ricerche ho trovato ho trovato che cosa sia una favaglia. Non è stato semplice, non trovato nulla su Wikipedia, nulla su Treccani, ma qualcosa su di un sito di geologia.
La Pianura Padana è una piana di riporto composti, di sedimenti che arrivano dalle Alpi e dagli Appennini. Vicino alle alture sono sassi e ciottoli che prevalgono nei riporti. Qui l'acqua passa senza fermarsi, correndo verso livelli più bassi. Quando arriva dalle nostre parti incontra strati di sabbia ed argilla impermeabile tornando in superficie. In questa maniera si formano le risorgive, i fontanili e le favaglie. Così le favaglie sono delle pozze di acqua sorgiva a temperatura costante.
Nel caso particolare di Cornaredo è una via di villette, abbastanza residenziale, che prende il nome dall'Oratorio di San Rocco.
Stamattina sono passato di lì, per andare a vedere un lavoro, ma di risorgive non ne ho viste. Anni '80 al posto delle case vi erano delle marcite e dei pioppeti. Per far vivere le marcite c'è bisogno di acqua costante, che non geli d'inverno. I fontanili o favaglie, che dir si voglia, andavano bene all'uopo.
In un altro post vedrò di spiegare la meccanica di una risorgiva.
Buonanotte a tutti

10 luglio 2018

L'Acchiappacolori

Questo e un argomento richiesto in Primavera, da una PIA femmina, l'unica ragazza nella banda del Carletto, che mi pare si chiami Federica.
La materia del contendere e che cosa sono quelli stracci che le mamme mettono in lavatrice per evitare che i vestiti cambino colore?
Non sapendone nulla, feci una ricerca, trovando la teoria sulla versione online di Focus, ed in un blog la ricetta su come farli in casa .
Per prima cosa un po' di storia. Nel 1995 la società irlandese Punch Industries lancia questo prodotto con il nome "Colour Catcher". Sono dei foglietti cellulosici impregnati con una sostanza, la cui formula ha un livello di segretezza seconda solo alla Coca Cola. In Italia sono commercializzati da Grey Flannel con il nome "Acchiappacolori". Ovviamente marchi registratissimi in tutto il mondo come anche il brevetto dell'impregnante.
Ora come funziona. Il foglietto non e altro che una calamita. La tintura rilasciata dai capi in lavaggio ha molecole carica negativa. L'impregnante, composto da sali basici, ha carica positiva. Quando il colore sciolto nell'acqua, passa vicino al foglietto, viene attirato e si fissa sullo stesso.
Ovviamente essendo una idea molto stupida e comune, nessuno ci ha mai pensato. Chi ci ha pensato, ora sta facendo dei bei soldi.
Sul blog "L'Emporio 21" ho trovato un suggerimento, sperimentato, su come farseli in casa. Il post parla di una maglietta in cotone da tagliare a dimensione dei foglietti originali, ma si può usare un qualunque straccio di cotone.
Gli ingredienti sono:
  • 1 maglietta vecchia in cotone bianco
  • 3 cucchiai di soda Solvay
  • 300 ml acqua caldissima
Sciogliete la soda Solvay nell'acqua calda, poi immergete i ritagli e lasciateli ad assorbire la soluzione. Tirateli su e strizzateli per benino. Non appena asciutti sono pronti all'uso. Sul blog trovate le foto dei risultati.

Nota ecologica. E' un prodotto abbastanza ecologico, i foglietti originali possono essere alienati nella carta, quelli clonati nell'indifferenziato. I prodotti chimici dell'impregnante originale o del clone non rilasciano agenti pericolosi per l'acqua.

Bibliografia:

08 luglio 2018

Con i pollici si può osare? 2

Poco più di due anni fa, difatti correva il 2 Luglio 2016, pubblicavo un post intitolato "Con i pollici si può osare?", ove davo una spiegazione per sommi  capi dell'evoluzione della televisione.
Adesso con l'inizio delle trasmissioni sperimentali in 4K/UHD, la definizione della data dello switch off (20 Giugno 2020) e delle manovre SKY/Mediaset per i canali sportivi, bisogna fare un'addenda a quel post.
Poi se arrivano telefonate come quella della nonna novantaseienne, che vuole lasciare in eredità ai bisnipoti un televisore moderno e decente, serve un sequel.
Nonostante che i televisori HEVC/H265 siano in vendita da fine Novembre 2016 ed il divieto di vendita di televisori con altri codec, il mercato si è incominciato a muoversi con i Mondiali di Russia.
Premettendo che i costruttori utilizzano gli acronimi tecnici per fregare i potenziali clienti, vediamo di spiegare l'arcano in cinque punti.

Smart TV
Ormai tutti i televisori sono sono Smart TV. In pratica serve solo per connettersi ai canali Internet come You  Tube, Netflix, Chili, Now, Infinity o RAI Play.
Serve una linea ADSL molto stabile, con almeno 7 Mbps di banda.
Dimensioni
Qui comanda la casa. Ormai i top di gamma dei vari costruttori si è stabilizzata sui 55", dimensione di relativa facilità di gestione in un salotto moderno. I televisori più grandi, 65" o 75", richiedono delle pareti di dimensioni molte importanti. Spesso e volentieri bisogna studiare l'arredamento sul televisore.
Come vedremo nel capitolo "Risoluzione", il divano non deve essere troppo vicino o troppo lontano. Poi se si aggiunge anche l'Home Theater...
La distanza media dal televisore lo si può calcolare con le seguenti formule.
  • HD > (pollici x 2,54) x 2,3
  • Full HD > (pollici x 2,54) x 1,5
  • Ultra HD < (pollici x 2,54) x 0,9
In linea di massima in cucina basta un 19" ed in camera da letto 22" o 24".

Tecnologia
Sul mercato trovi schermi LED o OLED. Con la discesa dei prezzi, comprerei direttamente un OLED per il salotto. Questa tecnologia ha dei colori più brillanti ed un nero assoluto molto profondo. Sembrerà strano, ma un signor nero ha un'influenza estrema sul calore dell'immagine.
Il televisore LED o LCD, è la stessa menata, è cromaticamente molto fedele con un'ottima luminosità.

Risoluzione
Qui bisogna stare molto attenti, per evitare costi inutili o fregature. In camera da letto basta un Full HD, che è l'ideale per diagonali medio piccole. El disotto dei 24" l'occhio umano non scorge alcuna differenza sulla risoluzione.
Per diagonali più grandi andrei direttamente ad un HDR, che qualcuno chiama 8K. Il 4K/UHD è uno standard destinato a sparire allo switch off. Quindi è meglio spendere qualche Euro in più subito. invece di buttare il TV in due anni. In un altro post tratterò l'argomento, solo il tempo d'informarmi e sforno il post.

Audio
Questo è il punto critico di un televisore moderno. Con la riduzione degli spessori, la qualità audio è scesa. La collaborazione con Dolby Laboratories e con i produttori di altoparlanti, hanno ridotte le criticità. E' meglio dotare il TV almeno di una soundbar, se il portafoglio permette un Home Theater sarebbe la miglior scelta.


Bibliografia:

06 luglio 2018

Trenord come moschea

Oggi me ne successa una proprio bella. Come tutte le volte che vado in centro a Milano, ho preso il treno del Passante alle 7,42. Oggi andavo da Vittuone a Porta Garibaldi.
Alla stazione di Pregnana Milanese sale un Nord Africano, vestito bene, con qualcosa arrotolato sotto il  braccio ed una bussola attaccata ad uno strangolino.Voi direte che è uno dei tanti e quindi non c'è niente di strano! Aspettate e capirete.
Passata la stazione di Rho apre il rotolo, che è un tappetino, lo stende per terra tra le porte, con la bussola l'orienta (ndr. verso La Mecca) e si mette a pregare. Noto che nessuno ci fa caso, come se fosse una cosa usuale. Di fatti lo era. Una passeggera, che faceva questa tratta sempre con lo stesso treno, mi  spiega che era così tutti i  Venerdì. Un altro passeggero mi racconta che il tizio lavora in un'agenzia petrolifera, che arriva da Rabat e che scende a Lancetti.
A Villapizzone il tipo si alza ed arrotola il tappetino. A Lancetti scende ringraziando per la comprensione.
A me una scena del genere mi ha lasciato un poco perplesso, sopratutto perché non mi tornano i conti degli orari.
In Kuwait vivevo attraversato la strada di una moschea. Non mi ricordo proprio, che ci fossero delle preghiere alle otto  del mattino, così ho fatto una piccola ricerca.
Dopo varie letture, ho deciso che il Marocchino esercitava la preghiera volontaria (duʿā), che un Mussulmano può adempiere quando lo ritenga più opportuno.
Questo potrebbe essere un segno d'integrazione. A me ha colpito, dato che era la prima volta che la vedevo, ma per gli altri passeggeri era una cosa quasi normale.
Del resto, ci fate caso alla vecchietta che in metro, alle cinque della sera, snocciola il Rosario?

02 luglio 2018

Nonne sprint

Stamattina me ne è successa una bella! Per fare la manutenzione di un'antenna, si doveva passare da una mansarda. Non c'era accesso al tetto da parti comuni, niente di male, non sarà ne la prima volta, ma neanche l'ultima.
L'appuntamento con la proprietaria era per le 8,30, ma non c'era a casa. Il cliente la chiama al telefono, scoprendo che se ne era scordata bellamente. Ci manda la madre ad aprire la casa per accedere al tetto. Arriva una vecchietta ben truccata in blue jeans e camicetta vaporosa, alla guida di una 124 spider rosso Ferrari. Vecchietta sportiva e ben vestita, ma niente che potesse far pensare a cosa abbiamo scoperto dopo.
Dato che per colpa della figlia smemorata, eravamo stati per strada più di mezz'ora, la signora ci invita al bar per un caffè. Gentile, no?
Qui il colpo di scena! Il barista, porgendo i caffè, chiede alla signora se i novant'anni li avrebbe festeggiati al mare. Insomma la vecchietta sportiva aveva 89 anni!
Prima di Pasqua mi ha telefonato la nonna di una mia compagna di liceo per chiedere informazioni su quale televisore comprare. Tenere conto che io ho 64 anni, la nipote Fabrizia è un anno più giovane, quindi quanti anni ha la nonna?
Dato che la nonna aveva esordito chiedendo se mi ricordassi di lei, le risposi di si chiedendo se fosse ancora viva. La risposta fu: "Non faccia lo spiritoso, ho solo 96 anni!".
Commento finale.
"Vorrei arrivare anch'io a quell'età in quelle belle condizioni!"