26 maggio 2018

La fiera del turismo

Il bisonte polacco
Questo post vede la luce quando sono già tornato in Italia. Ieri in aeroporto ho preferito scrivere sull'incontro letterario di Lunedì, anziché parlare di possibili vacanze.
Ogni anno, a fine maggio, nel Rynek di Opole si tiene il "Farti turistiche", ovvero la fiera del turismo. Qui i vari enti per il turismo, le pro loco o le  municipalità promuovono le loro attrazioni o luoghi turistici.
A dir la verità la fiera dovrebbe essere da venerdì alle 15.00 a Domenica alle 21.00, ma alle 10.00 gli stand erano quasi tutti aperti.
E' una specie di BIT in molto piccolo, ove trovi solo organizzazioni locali e non i grandi Tour Operator.
Dato che a Luglio vorremmo andare a Cracovia , io ne ho approfittato per cercare informazioni sugli alberghi e sui posti da vedere per primi.
Gli stand sono realizzati con le stesse casette usate per il mercatino di Natale, adattate all'uopo. Girando tra di esse ho trovato anche stand dovrei potevano assaggiare specialità del luogo promosso. In quello di Zakopane c'erano dei vecchietti che si continuavano a mettersi in fila, per mangiare gli oscuri, delle specie di scamorzine affumicate più dure, che mangi così o passate sulla piastra. Altro specialità molto gettonata era lo smarca. Per i bambini c'erano i soliti palloncini, bandierine e gadget similari.
Ovviamente i grossi luoghi turistici facevano la parte del leone, attirando molti curiosi. Allo stand della regione di Cracovia ho scoperto le miniere di sale sono due e tutte visitabili.










25 maggio 2018

30 piccole poesie


La copertina del libro
Finalmente siamo arrivati al giorno della presentazione a Milano di questo libro di poesie.
Lunedì sera alle 18.00, nei locali della libreria Tadino, l'autore illustrerà la sua opera prima "30 piccole poesie", edito per i tipi di Aletti Editore.
Il libro era già stato presentato il 2 Febbraio di quest'anno, alla "Cittadella dei Giovani" in Aosta, in occasione dell'uscita nelle librerie, ove ha riscosso un ottimo risultato di pubblico.
Non avendo avuto tempo di procurarmi una copia ed ancor meno di leggerlo, me lo sono procurato in versione E-book e gli ho dato una prima letta.
Leonardo, poeta poco più che ventenne, e' un ermetico, che esprime il concetto che ha nell'anima, in massimo cinque versi, anche senza disdegnare opere di più strofe.
In quest'opera ho visto il tormento adolescenziale di un ragazzo che si trasforma in adulto, domandandosi se sarà ancora in grado di evolversi.
Sa affrontare più argomenti, differenti tra loro, puntando in maniera diretta al dunque. Nella poesia "Ragazzo sfigato" puntualizza il disagio studentesco, che si dibatte tra il nozionismo inutile e la incapacità a comunicare di certi professori, che potrebbe spingere il povero studente a qualche atto estremo.
Anche la grafica e' curata e pulita, con un giusto mix tra poesie ed immagini. Purtroppo io ho visto solo la versione elettronica, ma confido che la versione cartacea, mi piacerà ancora di più.
Cristina Ruffoni, sulla rivista online "Not Only Magazine", ha scritto un recensione critica dell'opera, che consiglio di leggere, per un migliore approccio con l'opera.


Bibliografia:
  • Per la pagina su "Cittadella dei giovani", clicca qui.
  • Per l'articolo di Cristina Ruffoni su "Not Only Magazine", clicca qui.
  • Per scaricare il manifestino, clicca qui.
Il manifestino della serata

22 maggio 2018

I Segni zodiacali - Gemelli

Immagine tratta dal sito www.segnizodiacalidate.it
Oggi parliamo dei Gemelli. Con il terzo segno dello zodiaco, finiamo la corsa attraverso l'astrologia occidentale. Sempre tenendo d'occhio le effemeridi, il segno va dal 21 Maggio al 20 Giugno.
Questo e' il segno di mia madre che, essendo nata il 23 Maggio 1933, e' Gemelli e Gallo.
E' un segno maschile, governato da Mercurio. La sua qualità è Mutevole e l'elemento Aria. Il colore dei Gemelli è il Giallo, la pietra è il Topazio ed il giorno fortunato il Mercoledì. Il segno opposto è il  Sagittario.

Logo dei Gemelli

L'oroscopo di "La Repubblica" lo descrive cosi:
I Gemelli sono il primo segno dello Zodiaco a cui non è legata una funzione vitale (per l'’Ariete è dare inizio alle cose; per il Toro, è stabilizzarle). E’ quindi un segno fortemente intellettuale, che può permettere alla propria mente di vagare per campi diversissimi, essendo priva da problemi inerenti alla sopravvivenza. Non a caso, è il primo segno di qualità Mutevole nel ciclo dello Zodiaco.

Il segno dei Gemelli è tremendamente curioso. Prova, nella conoscenza, un piacere infinito, che è paragonabile a quello che prova il Toro nel cibarsi. I Gemelli sono attenti ai particolari (difficile che si facciano sfuggire qualche avvenimento) e hanno un grande senso dell'’umorismo. D'’altro canto, questa loro intelligenza ha come contrappeso una certa superficialità, imposta da Mercurio, che fa tornare il Gemelli fra i comuni mortali. I Gemelli ascoltano e guardano tutto, ma, il più delle volte, non hanno tempo né voglia di immagazzinare tutto quello che scoprono. Hanno un forte senso teatrale, doti comunicative e una grandissima simpatia, che arricchisce il mondo non meno di quanto facciano le sfuriate dell'’Ariete e l’'atteggiamento conservatore del Toro. Le loro professioni, oltre che con la recitazione, hanno spesso a che fare con il mondo della parola: sono ottimi relatori e pubblicitari.

Alle volte, i Gemelli vengono accusati di non essere completamente onesti. In realtà, a differenza di altri segni considerati un po’ truffaldini, come il Capricorno e lo Scorpione, i Gemelli risultano iniqui esclusivamente causa distrazione.

Alla continua ricerca di stimoli intellettuali, i Gemelli fanno fatica a mantenere la fedeltà a un solo partner. Affinché la persona che vuole tenersi stretto un Gemelli abbia successo, deve offrire continui e nuovi spunti intellettuali. Al Gemelli capita di essere poco interessato all’'aspetto fisico: lo stimolo intellettivo è quasi tutto, per lui.

Anatomicamente, il segno dei Gemelli rappresenta i bronchi, i polmoni, l'’orecchio interno, nonché le braccia da polsi a omeri. La respirazione, come noto, è un atto automatico del corpo. Questo permette al Gemelli, idealmente, di dedicarsi completamente alla propria intellettualità.


Bibliografia:

21 maggio 2018

Perché si dice: "In pectore"

In questi giorni di incertezza politica, in parecchi telegiornali si è parlato di più o meno presunti "Premier in pectore".
Essendo sicuro che, non appena rientro in Italia, qualche PIA mi farà la fatidica domanda sul significato della frase, li voglio battere in velocità.
"Premier" lo spieghiamo subito in una riga. In Inglese significa "Primo ministro", nel caso dell'Italia corrisponde a "Presidente del Consiglio (dei Ministri)".
"In pectore" diventa un pochino più difficile. Dobbiamo andare a ravanare nel Latino ecclesiastico, per trovare che significa "Nel petto" o anche "Nel profondo del cuore".
Il Diritto Ecclesiastico permette al Papa in Concistoro, di creare un Cardinale senza comunicare il nome. Quindi si avrà un "Cardinale in pectore", forma utilizzata più volte negli ultimi anni, per nominare i Cardinali nella comunità cattolica cinese, senza creare screzi con le autorità politiche. Poi ci sono vari utilizzi laici, con i significati più disparati.
Difatti il Vocabolario Treccani scrive:
In pectorein pèktore› locuz. lat. eccles. (propr. «in petto»). – 1. Nel linguaggio eccles., espressione con cui è indicata una forma speciale di nomina a cardinale (reservatio in pectore): il papa nel concistoro annuncia di aver creato un cardinale, riservandosi però di farne in seguito il nome. 2. estens. Di persona che è stata investita di una carica in modo non ancora ufficiale: il nuovo direttore in pectore. 3. non com. Di qualcosa che si ha in mente di fare, ma che non si vuole ancora rivelare: il soggetto del mio libro è ancora in pectore.

19 maggio 2018

I Giorni di Opole - Il Museo della Canzone Polacca

La coda per entrare
I Giorni di Opole e' una manifestazione che dura tutto questo week end, nata dall' unione di una manifestazione comunale in occasione delle Pentecoste e XI Noc Muzeów.
Oggi dalle 17.00 alle 23.59 tutti i musei sono aperti al pubblico gratuitamente, con eccezione del Villaggio Silesiano, che apriva al pubblico alle 9.00 ed il Museo della Canzone Polacca, che apriva alle 18.00.
Escluso il Villaggio per la distanza dalla città e per la coda iniziata molto presto, abbiamo deciso di andare al Museo della Canzone Polacca. Nonostante la nostra decisione di andare dopo le 19.00, ci siamo sorbiti un'oretta di coda, prima di poter entrare nel salone del museo.
Il museo e' ricavato in un salone del corpo principale dell'Anfiteatro di Opole ed e' tutto multimediale. Ottima scelta per evitare che l'audio dei vari monitor possano disturbarsi vicendevolmente.
Il salone del museo
Non sono riuscito a trovare la data della realizzazione ed apertura, in Internet non e' che ci sia molto. L'unica cosa sicura e' che e' stato realizzato dopo la ristrutturazione del 2010.
Arrivati alla fine della coda, siamo stati muniti di cuffietta e ricevitore e dopo la spiegazione di come funzionasse, tassativamente in polacco, siamo stati buttati nel salone.
Salone lungo una trentina di metri e largo sei. Tutto bianco con monitor touch screen lungo tutte le pareti e consolle al centro.
Sulla balconata vi sono delle semisfere in cui vengono proiettati dei medley di spettacoli musicali di successo.
Quasi in fondo alla sala troneggiava un pianoforte a mezza coda, che mio suocero aveva venduto una quarantina di anni fa alla fondazione dell'anfiteatro.

Il pianoforte
Cimeli storici











Nei monitor puoi vedere le performance dei più famosi cantanti e cabarettisti polacchi o documentari sulla musica a partire dagli anni '20. Non appena la cuffietta entrava nella portata di un monitor partiva l'audio dedicato. Le consolle al centro non avevano il sistema automatico, ma bastava battere il suo codice per ascoltare il commento. Diciamo che si sarebbe dovuto ascoltare. A causa della affluenza, ognitanto non partiva o partiva in ritardo.
Per noi Italiani e' un mondo tutto da scoprire. Ad esclusione di Maryla Rodovicz, che e' stata piu' volte ospite di programmi RAI, sono tutti artisti sconosciuti. In effetti, dei tutti, conoscevo anche Edyta Górniak, arrivata seconda all'Eurovision Song Contest 1994.
Nonostante la difficolta linguistica, e' da vedere per la storia che racconta, presentata in maniera semplice e molto personalizzabile.

L'ingresso
La biglietteria











17 maggio 2018

I lama di Opole

Facoltà di belle arti
Tra un acquazzone e l'altro, ne ho approfittato per andare alla ricerca dei lama che sono comparsi l'anno scorso ad Opole. Non tanto dove siano, ma quanti siano, perché siano stati messi e chi abbia organizzato il tutto.
Dalla cittadinanza non ho avuto nessun aiuto. Nessuno se mai domandato nulla, sono carini e forse gli ha messi il Municipio. E basta!
Allora sono andato a spulciare nell'archivio del quotidiano locale, trovando gli articoli, di cui do i link in calce. Essendo in Polacco, me li sono fatti tradurre da mia figlia, cosi' ho scoperto tutto dei Lama di Opole. L'unica cosa che non ho scoperto chi sia il mecenate.
Liceo Artistico
Adesso so che sono otto e che sono stati realizzati da un artista di Kluczbork e sono stati dipinti da artisti locali. Sono stati esposti nelle vicinanze di enti culturali, in occasione degli 800 anni della citta e del 15° Festival Cinematografico Opolskiej Lamy.
Perche proprio dei lama? Perché non un cavallo od un asino? Il nome del festival "Opolskiej Lami" in Italiano suona come "I lama di Opole".
Perche otto esemplari? Nel 2017 Opole ha compiuto 800 anni dalla fondazione, quindi 1 ogni 100 anni. Adesso capite?
Biblioteca Comunale
Rimane da capire perche il festival sia stato chiamato in questa maniera. La manifestazione e' organizzato dal Cinema Medusa, che e' un posto di cinematografia alternativa ed indipendente, stile Cinema Anteo di Milano. Il direttore del cinema è una persona di circa quarant'anni, che è stato insegnante di religione di mia figlia alle elementari. Nei suoi ricordi non è rimasto come una persona alternativa, ma come una persona posata e concreta. Non capisco come si possa accumunare l'insegnamento della religione con la cinematografia, ma per quel che possiamo vedere il risultato è stato uno dei migliori.
Sperando nel bel tempo, andrò alla ricerca degli altri lama, mentre giro per la città a vedere le manifestazioni de "I giorni di Opole".


Aggiornamento del 24 Maggio

Stazione ferroviaria
Anfiteatro












Bibliografia:
  • Per l'articolo su Nova Trybuna Opolska del 15 Settembre 2017, clicca qui.
  • Per l'articolo su Nova Trybuna Opolska del 16 Settembre 2017, clicca qui.

15 maggio 2018

Attrici in carne

Il fratello di un PIA, mi ha fatto chiedere il significato di alcuni aggettivi che vengono appioppate ad attrici un po' in carne. Il suo e' un interesse professionale, in quanto frequenta un istituto superiore ad indirizzo cinematografico, ma, mi domando come al solito, perché non lo ha chiesto agli insegnanti?
Ho fatto due ricerche, senza sbattermi più di un tanto, e sono arrivato alla conclusione che sono sinonimi che indicano donne di forme generose, ma non sfatte.
Partiamo con la prima, che e' anche la più "anziana".


Maggiorata:  Termine coniato nel 1952 da Vittorio De Sica, per descrivere Gina Lollobrigida, in un film di Alessandro Blasetti. Il termine indica una una certa prosperità del seno unita alla rotondità dei fianchi. Le forme devono essere tutte naturali, dato che allora non esisteva il ritocchino.
Tipiche rappresentanti oltre alla Lollobrigida sono Lucia Bose e Marisa Allasio in Italia e Mae West negli Stati Uniti. Le Italiane escono tutte dalle selezioni di Miss Italia.


Formosa: Il dizionario Garzanti recita:
f. -a; pl.m. -i, f. -e
detto di persona, che ha forme del corpo appariscenti e ben fatte: una ragazza formosa | usato anche per cortesia per non dire grasso, specialmente riferendosi a donne | detto del corpo o di una sua parte, grande e ben modellato: fianchi formosi
Etimologia: ← dal lat. formōsu(m) ‘bello’, deriv. di rma ‘bellezza’.
Quindi si può leggere che e' un chiaro sinonimo. A correzione del dizionario l'uso moderno deriva dal Portoghese "Formoso", che significa "Molto bello".


Carrozzata: In questo caso le rotondità e la balconata sono ottenute ricorrendo al chirurgo estetico. Alla fine anni '90 abbiamo avuto una camionata di esempi di queste artificiosità.


Curvy: Questa e' la versione XXI secolo dello stesso concetto "Maggiorata", più politcally correct. In questo caso e' conosciuta la taglia, che deve essere una 44. Per rientrare in questa categoria,  deve essere tutto di madre natura.
La regolamentazione sulle sfilate imposta dalla Comunità Europea e le rivendicazioni di alcune modelle, appartenenti a questa categoria, ha portato al successo questa taglia, che si e' imposta specialmente nella moda e nelle fiction.
La seconda classificata a Miss Italia 2016 era curvy. Dal 2017 c'è anche la sezione "Miss Italia Curvy".


Queste sono le parole legate alla domanda ricevuta. Potremmo aggiungere anche "Procace" e "Giunonica", ma vi consiglio di evitarle. Non sono proprio gentili nei riguardi delle signore.


Bibliografia: 
  • Per la pagina Wikipedia sull'argomento "Maggiorata", clicca qui.
  • Per l'articolo de "Il Fatto Quotidiano, clicca qui.

14 maggio 2018

Il risveglio di un altro aeroporto

Area Partenze
Questa volta sono arrivato a Malpensa, Terminal 1, prima dell'alba. Qui accampamenti non ne ho trovati, ma, in qualunque caso, le panchine erano tutte occupate da passeggeri dormienti.
All'incontrario di Linate o Orio al Serio, questo aeroporto non ha aree che vengono chiuse alla notte. Vive 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, feste comprese. Qui il risveglio e' diverso e si nota dall'incremento dei passeggeri scaricati dai pullman. Pian pianino si aprono i check in e si formano le prime code. Non per altro l'alba di un aeroporto e' l'ora delle comitive dopolavoristiche o scolastiche.
Erano un po' di anni che non partivo da questo aeroporto ed ho notato una certa evoluzione della struttura. Quindi in attesa dell'apertura del mio check in, ho fatto un giro dell'Area Partenze.
Profumo e serrande chiuse
Girando e girando non ho trovato alcun bar o caffetteria aperta. Un gran profumo di brioches calde, che potevi vedere aldilà delle grate, che rimanevano disperatamente chiuse. Cosi per fare colazione ho dovuto aspettare di entrare nell'Area Sterile.
Adesso il controllo bagagli e' allo stesso piano dei check in e l'accesso e' gestito in maniera automatica da dei tornelli stile metro. Vi lascio immaginare cosa e' successo con una comitiva di pie donne che partivano per Lourdes. La tecnologia ha mandato in crisi le povere vecchiette che, a loro volta, hanno mandato in crisi la tecnologia. Si e' scatenata una baraonda con le conseguenze che potrete immaginare. Due signori sono passati dal tornello insieme, facendo scattare l'allarme e dei baldanzosi giovani hanno tentato di saltare.
Passato il controllo bagagli piu' o meno indenne, finalmente sono andato a fare colazione. Sembra che stamattina ci fossero in giro parecchi politici e gente dello spettacolo, le cameriere delle caffetterie erano molto agitate e sbagliavano gli ordini. A me e toccato dividere il tavolino con Enrico Beruschi, un po' invecchiato, ma sempre molto spiritoso.
Nell'Area Sterile era tutto aperto ed il lusso trasudava da tutte le pareti. Le showroom sono le stesse di Via Montenapoleone. Di low cost c'era solo D-Mail.
Intanto che facevo il turista e' arrivata l'ora dell'imbarco per Dusseldorf, ma questa e' un'altra storia.

Un'opera d'arte in esposizione
Lo stand di Venchi


08 maggio 2018

La biografia di Toby

Toby nasce il 29 Febbraio 2016, in un prato di una villetta, sita in una traversa di Via Lorenteggio, a Milano. Il porcellino di razza Sheltie, faceva parte di una cucciolata di due maschi ed due femmine.
Anche lui e' arrivato con una adozione. Sembrerà strano, ma e' una adozione a causa sfratto per lavori del Metro 4. La famiglia proprietaria della villetta e' dovuta andare a vivere per tre mesi in un residence. In questo periodo sono stati fatti dei lavori di consolidamento delle fondamenta, disfando il giardino. Purtroppo in residence puoi tenere i due adulti, ma non quattro cuccioli, cosi i cuccioli sono stati dati in adozione.
Quando e' arrivato a casa aveva poco più di sei settimane e stava nella mano di Pasquale. Di carattere indipendente e selvaggio, spesso e volentieri sparisce sotto i mobili, da dove e' molto difficile tirarlo fuori.
All'incontrario di Schizzo non gli piace muoversi. Il suo mondo e la casa di Sedriano e la casa di Giusi e Gianni dove viene portato quando sono via. Quando e' qui si ignora con Clio, la gatta di casa.
Anche a gusti e' differente da Schizzo. Gli agrumi gli piacciono tutti, più acidi sono, meglio e'. La mela deve essere Golden e non Renetta. Non gli piace l'insalata Gentile.
I rapporti con Schizzo erano abbastanza turbolenti, sino all'ora del pasto quando si appianava tutto. Con Giogio sono più tranquilli, forse perché e' più giovane.
I soprannome gli lo ha dato mia suocera. Da cucciolo aveva un ciuffo che lo faceva assomigliare ad un gufo reale, cosi e' stato chiamato Gufo Puffo.

07 maggio 2018

Steve Mc Curry

Il manifestino della mostra
Sabato pomeriggio sono andato a Pavia, per vedere la mostra di Steve Mc Curry. Con Rachel, madre di una compagna di mia nipote, abbiamo trascinato anche mia cognata Cristina, molto prevenuta verso questa forma d'arte.
Dato che sono sicuro che qualche PIA chiederà chi sia questo signore, spieghiamo in poche righe.
Steve Mc Curry è un fotografo americano, famoso per i suoi reportage dal mondo, in special modo  dal Sud  Est asiatico e dal sub continente asiatico.
Collabora con National Geographic e Vanity Fair ha pubblicato le foto realizzate con l'ultima pellicola Kodachrome.
In 30 anni di carriera ha vinto numerosi premi e pubblicato undici libri.
La fotografia più famosa è "La ragazza afgana", pubblicata nel Giugno 1985 sulla copertina di National Geographic. La foto è stata per anni sulle brochure di Amnesty International e su parecchi calendari d'arte.
Questo è l'artista in poche righe, ma per descrivere la mostra e le sensazioni che mi ha dato, sarà arduo avere la sintesi che un post impone. Per capire quanto sia stato bravo nel mettere su pellicola cosa volesse rappresentare, ho girato la mostra cinque volte ed ogni volta trovavo dei particolari che non avevo notato precedentemente.
La prima cosa che si nota sono gli occhi. L'espressività è tale da risaltare sul resto della foto, come se fossero l'unica parte da dover guardare.
In alcune foto l'uso della grana della pellicola da una sensazione pittorica quasi alla Van Gogh. Come si volesse uscire dal campo fotografico per sconfinare nella pittura.
Il fotografo passa da foto studiate nella posa, a foto prese nell'attimo, come anche scatti in cui si è dovuto aspettare l'attimo giusto appostandosi a lungo o ritornando più volte in quel  luogo. Ogni foto si porta dietro una sua storia particolare.
Alcune immagini mi hanno anche ricordato particolari periodi della mia attività lavorativa.
I campi petroliferi di Amhadi in Kuwait, che bruciano alla fine della Guerra del Golfo. I bambini che giocano su di di un residuato bellico li ho visti pure io, lasciandomi un ricordo che è tornato a galla vedendo quelle foto.
I fotogrammi con le Twin Tower distrutte sono la storia. Memoria di un tragico evento di cui si dovrà evitarne il ripetersi.

Non la tiro alla lunga, si potrebbe andare avanti in eterno. Pubblico una selezione delle foto che ho fatto, esclusivamente a smartphone, lasciando il giudizio ai lettori. Per me è una mostra da andare a vedere tassativamente. Anche mia cognata ha cambiato idea sulla fotografia d'arte, uscendone entusiasta.
A Pavia sino al 3 Giugno e poi, mi pare, a Palermo.














Bibliografia:

03 maggio 2018

Mangiare a ... Mascalucia - Artino

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Questo post nasce a seguito del successo delle foto pubblicate su Google Local Guides. Non pensavo che delle foto di un banco di pasticcini potesse arrivare a 2.347 visualizzazioni. Si vede che ci sono tanti golosi in giro per il mondo.
Artino è una pasticceria sita in via Pulei 39 a Mascalucia, che ho scoperto la mattina di Pasqua, andando a fare colazione con Gianni. Colazione in veranda con una granita al pistacchio e panna accompagnata da un croissant bello caldo.
Mi dimenticavo di dare delle indicazioni più precise. Mascalucia è un paese in provincia di Catania, sulla falda Sud dell'Etna, lungo la strada che va da Catania verso Nicolosi. Area che si è sviluppata urbanisticamente con la fuga dalla città.
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Per tornare a noi. Dato che né io che Gianni avevamo l'intenzione di preparare la colazione, soprattutto perché eravamo a casa della nonna di Giusi e non sapevamo dove trovare il necessario, abbiamo deciso di andare da qualche parte per un cappuccino e brioche. Ma che fai, vai in Sicilia e non ti prendi una granita?
Accantonata l'idea del cappuccino e brioche, abbiamo preso la macchina e siamo venuti in pasticceria.
E' bel posto luminoso con tante vetrate ed una veranda in cui la vista va dall'Etna a Catania. Ancor meglio è la vista della varietà di pasticcini e dei clienti goduti davanti alla loro colazione.
Abbiano incominciato scandalizzando la ragazza che venuta a prendere l'ordine. Gianni le chiede se servivano di  già le granite. La risposta della ragazza, un po' scocciata, fu  che loro servivano granite a tutte le ore e tutto l'anno.
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La granita che ci è stata servita era in spuma, con il cristallo di ghiaccio molto fine, molto simile al caffè freddo di Illy, ma più denso e solido. La panna non era molto dolce e con sopra la granella di mandorla. Una prelibatezza!
Il croissant si perdeva davanti a questa bontà, ma invitava lo stesso ad essere mangiato.
Per dare un giudizio anche sul personale, posso dire che le ragazze che servivano ai tavoli erano gentili, spiritose e di bella presenza, bellezza tipica siciliana.
Una delle ragazze, quando siamo andati via, ci ha chiesto come facevamo a Milano, ad iniziare la giornata senza una bella granita. In effetti ...

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Un indigeno mi ha suggerito di provare anche i loro cannoli. Ottima scusa per tornare.

01 maggio 2018

La biografia di Schizzo

Si mangia!
La banda del Carletto mi ha chiesto più volte, di scrivere una biografia dei porcellini d'India, che sono passati in famiglia.
Dei sei di mia cugina Cristina non ne so molto. L'unica notizia che posso dare, è che l'ultimo, una femmina, è morta a sei anni e mezzo.
Dei miei si può scrivere  di più. Gli italiani sono tutte adozioni, Toto è l'unico acquistato e star di You Tube. Oggi vorrei parlare di Schizzo.
Nasce l'8 Febbraio 2013, in un allevamento di Chignolo Po, da mamma Bea e papà  Gigio. Fa parte di una cucciolata composta da tre femmine e due maschi. Razza pura peruvian con pedigree.
E' morto nei primi minuti del 5 Febbraio 2018, presumibilmente per una crisi cardiaca e, soprattutto, per la veneranda età.
Che sonno
Come ho già scritto era una cavia a cui piaceva viaggiare, specialmente in treno. Quando andavamo a Torino o in campagna da mia zia, dovevo trovare un posto vicino al finestrino e metterlo sulle gambe. Con le zampette anteriori si appoggiava finestrino ed incominciava a guardare fuori. Il divertente è stato quando un controllore gli ha chiesto il biglietto, mentre lo accarezzava. Non gli piaceva il treno ad alta velocità, per via del fatto che il paesaggio correva via subito.
Pure l'automobile non gli piaceva tanto, perché doveva stare nel trasportino. Dal fondo della macchina il paesaggio non si vede proprio. Che grande noia!
Era pure una cavietta religiosa. Pensate che è venuto persino all'ostensione della Sacra Sindone al Duomo di Torino.
Con gli altri animali aveva un rapporto di odio / amore. Con una sgagnata risolveva le diatribe e ristabiliva la giusta linea gerarchica. A suo favore, ovviamente!
Con Clio, la gatta persiana di Gianni e Giusi, ci andava d'accordo. tra i due animali erano sempre bacini e carezze. Tutte le volte che andavo a Zibido la gatta veniva a controllare se fosse arrivato anche Schizzo.
Trovatemi!
Con Toby ere sempre un litigio per gli spazi o la tana, ma quando arrivava l'insalata, tutto si appianava, sino a mangiare la stessa foglia da buoni amici.
In cortile giocava a pallone con i bambini. Si metteva sotto la panchina a guardarli e, quando arrivava la palla, la spingeva fuori con il naso, verso il bambino più vicino.
Altro divertimento da cortile era correre dietro le lucertole, salvo rimanerci male, quando queste si arrampicavano su per i muri.
Dovunque andasse riceveva complimenti per la sua bellezza. Tutti lo volevano accarezzare, prendere in braccio o dargli da mangiare.
Figlio  dei fiori?
Questo è Schizzo in poche parole. Molto ben conosciuto con il soprannome di Pantegana, appioppatoli da Domenico il pizzaiolo.
All'Eurospin di Bareggio, era conosciuto da tutte le cassiere. Tante volte, entrando, invece di salutare, mi avvertivano che era arrivata la catalogna o le mele renette, sue preferite.
Adesso riposa sotto un pino nel giardino di mia cugina il compagnia dei sei porcellini torinesi.