Come al solito, ci
risiamo a sindacare su cosa ci sia di misterioso dietro un acronimo,
nel caso particolare “cvd”. Come al solito ci è arrivato
in lascito dal Latino. Il Latino “quod erat demonstrandum”
a su volta derivava dal Greco “hóper édei déixai”,
che in Italiano suonano come “Quanto c'era da
dimostrare”.
La
versione in Greco era, spesso e volentieri, in bocca ad Euclide
e Archimede, ma
della versione in Latino non ho trovato utilizzatori. Nel periodo
fascista si è tentato di cambiarlo in “cdd – Come
Dovevasi Dimostrare”, variante
caduta miseramente nel dopo guerra. Questa versione veniva usata
ancora negli anni '60, nelle lezioni di matematica delle scuole che
usavano il Metodo Montessori.
La
scrittura in minuscolo senza punti è di pura estrazione
giornalistica. La maniera corretta sarebbe, in minuscolo o maiuscolo
non importa, con i puntini dopo le tre lettere.
L'utilizzo
classico è alla fine di una dimostrazione di un teorema di
matematica, che, quando si arriva al risultato, è uso scrivere
“C.V.D.”.
Nell'Italiano
parlato o giornalistico, l'acronimo non viene usato, e la frase ha un
significato ironico, quasi di parodia, quando viene riferito un
risultato non felice di un'azione. In genere viene utilizzato contro
qualche esponente di governo o di un board aziendale, quando viene
scoperta qualche cazzata.
Bibliografia:
Nessun commento:
Posta un commento