30 marzo 2024

E' morto Spritz

Purtroppo mi trovo a dover annunciare la morte del porcellino GioGio, soprannome di Spritz, dato che non si riteneva di chiamarlo con il nome di un aperitivo.
Era arrivato in famiglia nel lontano 12 Febbraio 2018, quando era morto Schizzo, il primo porcellino d'India tenuto in Italia.
Era nato in qualche allevamento il 29 Agosto 2017, quindi aveva 6 anni e 7 mesi, che per essere una cavia peruviana è una discreta età, diciamo che è stato assai longevo.
L'ultima settimana è stata una piccola tragedia. Il veterinario gli aveva diagnosticato un tumore allo stato terminale ed il poverino aveva tirato avanti sino al ritorno di Marysia dalla Spagna. Quando la ha vista, si è lasciato andare ed oggi pomeriggio le è morto in braccio.
Nonostante fosse cieco da un anno, la sua voglia di vivere aveva da insegnare ad un umano. Era il cocco del condominio e tante volte è stato scambiato per uno Yorkshire toy, ma non si è mai offeso.
Ci siamo fatta compagnia per sei anni, superando brillantemente il lockdown. Lascia un vuoto in tutti noi, specialmente nel suo compare Lolo.


Bibliografia:
Per il post "Benvenuto Spritz", clicca qui.

26 marzo 2024

Fetta di polenta

Settimana scorsa non ho parlato del Palazzo Scaccabarozzi, comunemente conosciuto come Fetta di polenta.
Pure qui c'è di mezzo l'architetto Antonelli, lo stesso della Mole Antonelliana o della cupola di San Gaudenzio.
La leggenda narra, che la moglie avesse portato in dote un pezzo di terreno, ritenuto dai più come inutile. Difatti un appezzamento di 16 m x 5 m x 54 cm, più che un prato non puoi fare.
Siamo nel quartiere Vanchiglia, all'angolo tra via San Maurizio e Via Giulia di Barolo, 500 m dalla Mole. Nel 1840 la società di cui faceva Alessandro Antonelli incomincia a costruire su quello sputo di terreno. E' poco più di scommessa!
Ma di piccolo ha solo la pianta! La palazzina attualmente è alta 24 metri e conta 9 piani, 2 interrati e 7 in elevazione. Gli interrati ed i primi 3 piani furono completati nel 1840. Nel 1881 fu fatta una sopraelevazione aggiungendo gli ultimi tre. L'impronta a terra e di soli 39 mq, in pratica un monolocale.
Dato che i menagramo di allora scommettevano per un crollo, Antonelli ci abitò per anni, con la moglie Francesca Scaccabarozzi, da cui deriva il nome del palazzo.
Alla faccia loro lo stabile sopravvisse allo scoppio di una polveriera a Borgo Dora (1852), un terremoto (1887) ed ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Lo sfruttamento degli spazi è degno di una IKEA ante litteram. Nel lato di 54 cm è stata ricavata la canna fumaria e la scala è propria ridotta ai minimi. Dato che le stanze sono trapezoidali, è stato necessario realizzare le mobilie su misura. Se andate sul blog "Urban File", c'è una pagina con foto e disegni degli interni.
Il nomignolo viene dalla forma a fetta e dal colore giallo ocra, che fanno pensare proprio ad una fetta di polenta.
Il palazzo ha avuto anche una sua visibilità nella storia d'Italia. Nei locali del pianterreno ebbe la sede il "Caffè del Progresso", punto di raccolta di carbonari e cospiratori sino all'unità d'Italia.

Oltre alla famiglia di Antonelli, anche Niccolò Tommaseo abitò nella Fetta di Polenta. Ci abitò nel 1859, quando stava scrivendo un dizionario della lingua italiana.







Questo è il lato di 56 cm che ospita la canna fumaria, lo scarico fognario e le condotte dell'acqua potabile.


















Bibliografia:

24 marzo 2024

Mille non più mille



Arrivati alla Domenica delle Palme 2024, iniziamo la Settimana Santa e diamo alle stampe il post che celebra questo traguardo.
La spiegazione della frase "Mille non più mille" la ho tenuta in ghiacciaia per un paio di anni, per pubblicarla con il post n° 1000.
Al PIA che doveva fare una ricerca, la ho già spiegata nella primavera del 2022, quindi questo post è stato realmente nel surgelatore per due anni.
Sembra che parta tutto da una leggenda che attribuisce a Gesù Cristo questa frase, che dovrebbe datare la fine del mondo all'anno 1000.
Oltre a vari passi nei Vangeli apocrifi, troviamo nell'Apocalisse di Giovanni (Apocalisse 20: 1-7) un'inequivocabile anticipazione profetica sulla fine del mondo a seguito della liberazione di Satana dopo mille anni di prigionia.
Il problema base è sempre stato stabilire, quando fosse il 31 Dicembre dell'anno 1000. In Europa si affiancavano vari calendari oltre al Giuliano. Quindi immaginatevi il menefreghismo diffuso, non potendo stabilire esattamente quando sarebbe stato la fine del mondo. L'unica cosa che si è riuscito a fare, è il dividere il Basso Medioevo dall'Alto Medioevo. Comunque alla faccia dei vari menagramo, abbiano finito il primo millennio, il secondo e siamo entrati nel terzo.
Tornando al blog, dobbiamo fare un ditino californiano, a quei gufi che scommettevano che il blog non avrebbe visto la Pasqua 2016, tant'è vero che tra 18 mesi saranno 10 anni di stronzate scritte e poste al pubblico ludibrio. Tra 2.000 accessi saremo a 200.000 tondi, tondi. Per qualcosa nata per scherzo è un grande piccolo successo.
Quindi cambiamo in "Mille ancora mille", sperando che l'ispirazione continui e che ci sia più tempo per scrivere.
Chiudo ricordando ai miei detrattori, dove i rispettivi nonni portassero l'ombrello.


16 marzo 2024

Il Parlamento subalpino

Il Parlamento Subalpino

Il Parlamento Subalpino nome comune del Parlamento del Regno di Sardegna, istituito con lo Statuto Albertino, era un sistema parlamentare bicamerale perfetto.
Ieri pomeriggio ci siamo dedicati alla Camera dei Deputati, che è stata ospitata a Palazzo Carignano sino al 1864, a seguito del trasferimento della capitale del neonato Regno d'Italia.
Attraverso l'abbonamento ai musei del Piemonte, mia figlia ha trovato una visita guidata al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano ed al Parlamento Subalpino.
La camera dell'assemblea è situata nella parte seicentesca del Palazzo Carignano, ad opera di Guarino Guarini. L'architetto Carlo Sada la ricavò dal salone delle feste, sita nella parte bombata della facciata di Piazza Carignano.
Ci si arriva passando per le sale del museo, attraversando la storia del regno di Sardegna e del casato Savoia. Descrivere gli eventi  di 100 anni di storia è un po' difficile, specialmente nelle poche righe di un post.
Nel 1898 il Parlamento Subalpino fu dichiarato monumento nazionale. Qui si sono svolti gli atti principali e fondanti dell'Unità d'Italia. Qui Carlo Alberto concesse lo Statuto Albertino, che è rimasto in vigore sino alla promulga della Costituzione della Repubblica. Sempre qui Vittorio Emanuele II proclamava la nascita del Regno d'Italia.

La scalinata dei Gonfaloni











Gli affreschi di una sala












Bibliografia:
  • Per la pagina Instagram del post, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia sul Parlamento Subalpino, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia su Palazzo Carignano, clicca qui,

15 marzo 2024

Il Monte dei Cappuccini

 
La chiesa dei Cappuccini
Questo è stato un Venerdì culturale. Siamo andati a Torino, oltre per far visita a nostra zia, per vedere delle mostre. Mio fratello e la moglie avevano programmato di vedere la mostra di Robert Capa, mia figlia la mostra su Tim Burton al Museo del Cinema. Per chiudere la giornata, al pomeriggio abbiamo aggiunto una visita guidata al Parlamento Subalpino.
Ma che ho fatto io al mattino? Sono andato ai Cappuccini, era tempo che volevo tornarci. Pensato che ci ero stato alle elementari, negli anni '60.
E' un bel posto. Dal sagrato vedi la skyline di Torino, con una vista, se sei fortunato, sino al Gran Paradiso. Purtroppo il grattacielo di Intesa San Paolo rovina tutto.
Il nome reale è Santa Maria al Monte dei Cappuccini, bella chiesa tardo rinascimentale manierista con interni barocchi. Consacrata nel 1656, in occasione di una visita di Cristina di Svezia.
Costruzione molto travagliata per morte degli architetti, l'epidemia di peste del 1630 ed eventi bellici, ma completata con l'ausilio dei meglio nomi dell'arte, che esercitavano a Torino nel XVII secolo.
Presa a cannonate dagli Austriaci e dai Francesi, nei vari assedi di Torino e bombardata dagli Inglesi nella Seconda Guerra Mondiale è sempre risorta.
Il Monte dei Cappuccini è una collina di 325 metri, sul lato destro del Po, di fronte a Piazza Vittorio e Via Po. Di qui è facile controllare la città vecchia, con ottimi possibilità di portare avanti un assedio. Nella Seconda Guerra Mondiale all'interno della collina, fu ricavato un rifugio antiaereo di cospicue dimensioni. Ora i locali ricavati ospitano un laboratorio di fisica nucleare.
Il dopoguerra portò vari cambi sulla collina. Dismessa la funicolare, perché i danni erano tali, da rendere non economico il ripristino. Nei locali della birreria adesso c'è un ristorante e parte del monastero è occupato dal Museo Nazionale della Montagna.
Nel 1960 al posto della stazione alta della funicolare, è stata posta la statua della Vergine, dedicata ai lavoratori torinesi. La recinzione viene dalla grotta di Lourdes, che la diocesi francese regalò i lavoratori FIAT nel pellegrinaggio del 1958.
Dato che non ci sono parcheggi vicini, conviene salire a piedi dalla Gran Madre.

La Cupola











 

L'altare maggiore














Bibliografia:

03 marzo 2024

La Rocca di Bergamo

Il torrione della Rocca
Oggi finiamo il giro nella città vecchia, dando un'occhiata alla Rocca con la fortificazione trecentesca.
Siamo a circa cinquecento metri dalla funicolare, sulla collina di Santa Eufemia. Questo è l'insediamento più antico della città. I primi insediamenti si possono far risalire ai Celti, intorno al IV secolo.
I lavori per la costruzione della fortezza iniziano nel 1331 su spinta di Giovanni di Lussemburgo e finiti, cinque anni dopo, da Azzone Visconti.
Con l'inizio della dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, avviene la prima modifica con la costruzione del torrione e della Scuola dei Bombardieri.
Nel XIX secolo sarà caserma della guarnigione austriaca. Nel 1859 i Piemontesi lo trasformano in carcere e dal 1933 ospita il Museo del Risorgimento.
Il nome giusto del museo è "Museo ed archivio del Risorgimento Nazionale". Originalmente era ospitato nell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti. Il crescere delle donazioni ha obbligato alla ricerca di una sede più grande e fruibile. La scelta cadde sulla Scuola dei Bombardieri ed il suo parco.

Il Parco delle Rimembranze
Il parco della Rocca, ora è chiamato Parco delle Rimembranze è da vedere per i cimeli delle Guerre d'Indipendenza e della Prima Guerra Mondiale.
Anche le viste della Pianura Padana, delle Prealpi Orobiche e della città vecchia, valgono la scarpinata per arrivare in cima. Se sei fortunato da capitare in una giornata limpida o di vento, si possono vedere i grattacieli di Milano.
Girando per il parco, un indigeno mi ha detto che la visita guidata della Rocca by night è molto bella ed interessante.


I cimeli della Prima Guerra Mondiale










Le torri ed i tetti della Città Vecchia visti dalla Rocca











La Pianura Padana in direzione dell'Aeroporto di Orio al Serio











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