29 marzo 2018

Che Salvini e Trump siano nel giusto?

Dopo quello che ho visto ieri, incomincio a pensare che i due tipi abbiano ragione. Il proclama "Italiani per primi" o "American first" è un po' forte, ma tutto sommato...
Ieri ero in giro per Linkem dalle parti di Gattinara e Borgomanero, installazioni e fine contratto. Il penultimo intervento era in un quartiere di edilizia popolare, vicino al cimitero di Borgomanero. Il complesso era formato da tre palazzine, costruite a ferro di cavallo, con il parcheggio al centro.
Già guardando il parco veicoli mi è venuto qualche dubbio sui residenti. La macchina più scalcinata era una MiTo del 2016, il resto erano tutte Mercedes Benz o BMW con targhe 2017 o 2018.
Sui citofoni cognomi non esattamente novaresi. Era un fiorire di Salem, Muhammad o Ibrahim.
Mentre cercavo il cliente, ho visto un certo passaggio di incappucciate ricoperte d'oro. Braccialetti, collanone ed anche una coroncina sul velo.
Trovato il cliente, sono salito nell'appartamento ed ho scoperto qualcosa di appena ristrutturato. Si sentiva ancora l'odore delle lacche. E mobili antichi reali.
Adesso dico, l'edilizia popolare dovrebbe essere destinata a famiglie che abbiano delle difficoltà economiche italiani od extracomunitari che siano. Questi non mi sono sembrate famiglie in difficoltà economiche ed esclusivamente di fede mussulmana.
Nell'oretta che sono stato lì, di Europei, per non dire Italiani, non ne ho visto e la lingua ufficiale era l'arabo.
Adesso ci sarebbe da indagare come questi abbiano ottenuto l'assegnazione o se ne abbiano ancora diritto. Anche del perchè di Italiani indigenti, là, non ce ne fossero.
Io direi che a Roma si dovrebbero fare delle domande in merito. Su come mai gli Italiani abbiano problemi a farsi assegnare una casa popolare. Lo sapevate voi, che un criterio di assegnazione è anche il numero dei figli? Se una famiglia italiana ha solo un figlio ha meno punti di una famiglia pakistana con tre o più figli! Così la famiglia italiana va a dormire sotto i ponti.
Io proporrei di curare i criteri di assegnazione in maniera da mescolare le etnie ed avvantaggiare gli italiani, ormai meno numerosi. Una casbah è meno controllabile di un quartiere cinese.


25 marzo 2018

M4 - Siamo a Tricolore

Nella giornata FAI di Primavera, vediamo di fare il punto dell'avanzamento lavori.
Per prima cosa che c'entra il FAI con la metropolitana? Perché oggi il FAI ha aperto al pubblico delle stazioni in costruzione di questa nuova opera. Aperture che in passato erano state organizzate anche dalle imprese coinvolte nei lavori.
Settimana scorsa "Stefania", la talpa che ha preso il nome della madre del Sindaco Sala, è arrivata in Piazza Tricolore, completando lo  scavo del tunnel Est. Lavori finiti in anticipo sui programmi, tale da far pensare di nuovo ad una apertura spezzatino della linea.
Il ritardo della tratta centrale ha fatto tornare in auge l'idea di aprire le tre fermate tra l'Aeroporto di Linate e la stazione del Passante Forlanini.Idea che era stata ventilata al tempo di EXPO e poi cassata. Per me sarebbe la manna. Da Vittuone a Forlanini con il  Passante e poi tre fermate di metrò, in 45 minuti sarei in aeroporto.
Nel giro di un paio di mesi dovrebbero partire da San Cristoforo lo scavo della tratta Ovest del tunnel, sino al Parco Solari. Qui si dovrà aspettare l'arrivo della talpa che dovrà attraversare il cento città.
Non resta che aspettare le decisioni che saranno prese, tra cui il prolungamento dei capolinea.

Bibliografia
  • Per il sito ufficiale, clicca qui.
  • Per l'articolo del Corriere del 15 Giu 2017, clicca qui.
  • Per l'articolo del Corriere del 8 Ott 2017, clicca qui.
  • Per il filmato del Corriere del 8 Ott 2017, clicca qui.
  • Per l'articolo del Corriere del 25 Ott 2017, clicca qui.
  • Per l'articolo di ViviMilano del 6 Dic 2017, clicca qui. 
  • Per l'articolo del Corriere Online del15 Mar 2018, clicca qui.
  • Per l'articolo del corriere Online del 25/3/18, clicca qui.
  • Per il post"Aggiornamento M4 avanza", clicca qui.

17 marzo 2018

I segni zodiacali - Ariete

Immagine tratta dal sito www.segnizodiacali.it
Con l'Ariete riparte lo zodiaco occidentale, segno primaverile. Sempre tenendo d'occhio le effemeridi, il segno va dal 21 Marzo al 20 Aprile.
Questo e' il segno di mia fratello. essendo nato il 17 Aprile 1962 e' Ariete e Tigre. 
E' un segno maschile, governato da Marte e Plutone. La sua qualità è Cardinale e l'elemento Fuoco. Il colore dell'Acquario è il Rosso, la pietra è il Corallo rosso ed il giorno fortunato il Martedì. Il segno opposto è la Bilancia.

Il logo dell'Ariete

L'Oroscopo di "La Repubblica" lo descrive cosi:
Le caratteristiche dell’'Ariete sono legate in gran parte al fatto che è il primo dello Zodiaco: dà inizio alla primavera e al ciclo dei dodici Segni. Gli arietini sono persone estremamente coraggiose. Tuttavia, il coraggio dell'’Ariete ha una natura prettamente fisica, più che mentale: reagisce ai segnali di pericolo in maniera poco razionale, spesso esagerata. L’'Ariete è, infatti, molto irruente e ha tratti caratteriali quasi irrazionali, nella loro impulsività. E'’ incapace di attendere: tutto deve avere inizio sotto il suo controllo. Ama l’'ordine, benché gli sia estranea la precisione della Vergine. Governato da Marte, può essere molto irritabile, se qualcosa non va nel verso che si aspetta. Per questa ragione, non gli è estraneo un aspetto piuttosto reazionario. La donna arietina ha anche ’ella una natura piuttosto audace, caratteristica che non intacca la sua femminilità e che, al contrario, le fa ottenere parecchi consensi in un mondo in cui il coraggio viene esaltato.

In generale, però, l'’Ariete non ha un rapporto perfettamente sereno con la sensualità. La sua irruenza lo porta a non essere sempre in sintonia con il partner, di cui può stancarsi facilmente, sempre pronto a nuove sfide.

L’'Ariete non si sottrae mai alla competizione. Non sempre il suo scopo è quello di voler dimostrare la sua bravura: in realtà, si sente spesso minacciato e vuole dimostrare di sapersi difendere.

Un suo difetto è che, avendo l'’impeto di voler essere il primo a dar vita a qualsiasi attività, spesso non ha tempo per finire i compiti che si prefigge. In questo modo, si riempie di progetti che spesso non porta a termine. Similmente, fa molte cose in fretta, perché vede il tempo come un nemico da sconfiggere. E il segno che sa venire meno a patti con la vecchiaia e con la saggezza che questa fase della vita comporta.

Anatomicamente, l’'Ariete corrisponde alla testa (non al cervello, tuttavia). Chi ha qualche pianeta in questo segno potrebbe subire, presto o tardi nella vita, qualche colpo al capo. 

Bibliografia:

16 marzo 2018

Damm a trà

Stasera al solito banco dell'ortofrutta, sono stato assalito dai PIA non milanesi. La questione era: "Che significa Damm a trà?"
Damm a trà o la forma corrotta damm de trà in milanese significa: "Dammi retta", interiezione tipica usata per invocare l'attenzione altrui. Tutto qui!
Andando ai giorni nostri, scrivendolo: "Damm-atrà" diventa il nome di un ristorante tipico sito sul Naviglio vicino alla Darsena. Anni '90 vi era una associazione con questo nome, che organizzava corse podistiche o ciclistiche.
Tanto era dovuto a spiegazione!

15 marzo 2018

Clienti pazzi 2

Continuiamo a scrivere di pazzie varie. Pure questo caso è  successo un mesetto fa ed è  un'altra chiara dimostrazione che la crisi ha toccato il cervello a parecchie persone.
Circa due anni fa avevo fatto un preventivo per una rete dati, ad un tizio cliente di un conoscente. Pure questo mi diede del ladro e si fece fare il lavoro dalla solita banda di nordafricani.
Tutto è  andato bene finché  ha usato dei vecchi Celeron con XP come sistema operativo.  A causa del decesso ha sostituito due PC con dei più  moderni Intel Quad Core con Windows 10. Il risultato è  stato che i due computer non vanno in rete ed il sistema risulta instabile.
Vabbè appena ho cinque minuti andrò a vedere, che cacchio hanno combinato, ma che fa il cornuto?
Un paio di giorni dopo mi telefona il conoscente, che mi annuncia il fatto che il tipo ha bloccato i pagamenti delle sue fatture in scadenza, sino al giorno della mia visita alla rete.
Al che mi incazzo e faccio una bella telefonata minatoria al tipo. Gli intimo di pagare le fatture dovute al conoscente e di darmene evidenza, se desiderava proprio la mia visita. Il tipo incomincia a sbraitare: "Ma lei è un ricattatore!" Damm a trà e lui che cosa è?
A tutt'ora mi risulta che deve saldare ancora la fattura scaduta a Dicembre, quindi sto ad aspettare alla finestra per il saldo totale. In qualunque caso per le mie competenze gli darò una solenne tostata. Deve pagare per l'incauto affidamento ad extracomunitari, insulti e ricatti. Certe volte bisogna essere incazzosi e meridionali.

10 marzo 2018

Perché ho definito gli amici praticoni come "Veneti".

Nel post di ieri ho scritto che bisogna tenersi lontano dagli amici "Veneti". Perché gli amici "Veneti" sono i più pericolosi?
Vi è un detto popolare veneto che fa: "Faso tuto mi", che in italiano suona come: "Faccio tutto io".  Da qui i praticoni tuttofare sono stati definiti "Veneti".
Con il verbo faso è tipica del padovano e veneziano. A Verona il verbo cambia in fago. In altre zone il verbo vira in fao.
Il significato non cambia, solo lui sa fare tutto, danni compresi.

09 marzo 2018

Scusate se insisto. Gli amici sono pericolosi!

Il consiglio spassionato che vorrei dare con questo post è di girare alla larga dagli amici fai da te, che si offrono per qualsiasi problema. Al grido: "Ma che ci vuole", rischiano di fare qualche danno, creando un problema ancor più  grande di quello di partenza.
Facciamo caso a cosa mi é  successo ieri ed oggi. Ieri ero a Pernate per installare due antennine Linkem.Nel secondo intervento mi trovo l'antenna già montata e già attivata.
Già montata è una parola grossa. L'antenna era attaccata con fascette all'inferriata del bagno, a due metri d'altezza, pronta per essere rubata nottetempo. In più puntata a Sud anziché a Nord Est.
Alché chiedo al cliente chi cazzo avesse fatto quell'obbrobrio. Ovvia la risposta, un amico che sapeva come fare. Il cliente ha pure avuto il coraggio di lamentare che il sistema era molto lento.
Dato che l'amico "veneto" aveva pure cambiato le password, non si riusciva più ad accedere al router. Così chiamo il centro controllo chiedendo il reset del sistema. Porto al corrente della situazione, il tecnico che mi ha risposto, che mi chiede se il cliente era il solito extracomunitario. Gli rispondo di si, dato che era Messicano. Di controbattuta mi dice che lui intendeva se il cliente fosse Senegalese, Egiziano o Albanese.
Resettato tutto, installo il sistema come Cristo comanda, ottenendo 25 Mbps di banda.
Invece oggi sono andato per la manutenzione da una signora a cui avevo montato l'antenna a metà Gennaio. Chiedo quale fosse il problema, non naviga più la risposta. Mi aiuta molto questa risposta.
Noto che il router era attaccato al muro, invece di essere sul frigorifero, dove lo avevo messo io.
Alla mia domanda la signora risponde che lo aveva spostato un amico del marito, tecnico di Telecom. Ma aveva accorciato anche il cavo, intestando il connettore come ISDN anziché 568B. ???? Rifatto il connettore, le bambine hanno rincominciato a vedere Peppa Pig in streaming.
Questi sono gli ultimi due casi, ma ormai ho una casistica sulla pericolosità degli amici di famiglia. Invitateli per cena o per un caffè, ma non fate toccare nulla.
Meglio!



05 marzo 2018

Perché si dice: "Chieder lumi".

Ieri sera mia moglie, dopo aver letto il post sulle elezioni, mi ha chiesto il significato di "Chieder lumi". Essendo straniera, a volte, ha problemi con le frasi fatte. Dire che anche gli Italiano non lo abbiano questo problema. Durante la campagna elettorale, appena finita, si sono sentiti comizi di candidati, che usavano frasi fatte o frasi latine, che non c'entravano un fico secco con il discorso. Per non dire anche dei congiuntivi, cambiati in presenti o futuri.
Ritorniamo a "Chieder lumi". E' da ricondurre alla parola latina "Lumen", sinonimo di luce, di origine artificiale, difatti in Italiano abbiamo le parole lume e paralume.
Così la frase ha il significato figurato di richiedere una spiegazione su qualcosa di sconosciuto, quindi oscuro.
Nello slang giovanile troviamo la domanda "Illuminami", che ha lo stesso significato.
Se qualcuno ha tempo da perdere legga la trattazione che il Vocabolario Treccani da sull'argomento.
I miei migliori auguri!!!
lume s. m. [lat. lūmen (-mĭnis), affine a lūx «luce»]. – 1. a. In genere, sorgente luminosa, apparecchio o mezzo, anche molto semplice, per produrre luce artificiale e illuminare: Facesti come quei che va di notte, Che porta il l. dietro e sé non giova (Dante); spento ogni l. prestamente ... le si coricò allato (Boccaccio); nel linguaggio comune, indica oggi per lo più, come indicava in passato, mezzi d’illuminazione diversi da quelli elettrici, quelli cioè costituiti da candele, lucerne, fiaccole, lampade a gas, a petrolio, ecc. (e lume a petrolio, o assol. lume, era solitamente chiamata la lampada a petrolio di uso domestico): levami un po’ quel l. dinanzi, che m’accieca (Manzoni); accendere, spegnere i l., con riferimento al passato, o anche al presente dove tali mezzi sono ancora adoperati; mettere i l. alle finestre, per luminarie in giorni di festa o in occasione di processioni; festa dei l., altro nome della festa delle lampade presso gli Ebrei (v. lampada). Può anche designare un apparecchio d’illuminazione elettrica, ma solo in frasi generiche (per es., addormentarsi col l. acceso), che si conservano quasi per tradizione, oppure con riferimento a lampade spostabili, in frasi come portare, avvicinare, allontanare il l., che sopravvivono dal tempo in cui i mezzi d’illuminazione erano diversi. Anticam. il sing. si usò anche con senso collettivo: lungo ’l Verde, Dov’e’ le trasmutò [le mie ossa] a lume spento (Dante); alla più vicina [chiesa] le più volte il portavano, dietro a quatro o a sei cherici con poco lume (Boccaccio). Modi proverbiali fig.: tenere, reggere il l., lo stesso che reggere il moccolo o la candela (v. candela, n. 1), e meno spesso nel senso di reggere il candeliere (v.); arrivare quando sono spenti i l., arrivare a uno spettacolo o a una riunione quando questi sono già al termine. b. Per estens., poet. (dal sign. generico di «sorgente di luce» o di «oggetto luminoso»), stella, astro: La spera ottava vi dimostra molti Lumi (Dante), le stelle fisse dell’ottavo cielo; Fra tanti amici lumi [stelle benigne] Una nube lontana mi dispiacque (Petrarca). Con traslati analoghi a quelli di luce (nei sign. ivi descritti al n. 4): l’alto lume (Dante), Dio; E ’l canto di que’ lumi (Dante), di quegli spiriti beati; più com., nell’uso letter., persona di gran merito e di gran sapere da cui proviene luce di gloria, o che costituisce una guida, un esempio insigne: O de li altri poeti onore e lume (Dante); que’ tre che tu, Fiorenza, onori, Eterni lumi della lingua nostra (Berni); Cadde Rifeo, ch’era ne’ Teucri un lume Di bontà, di giustizia e d’equitate (Caro). Per enfasi, l. degli occhi, persona grandemente amata: Poscia che ’l dolce ... L. degli occhi miei non è più meco (Petrarca). 2. a. Lume è spesso adoperato anche come sinon. di luce nel suo sign. fondamentale di radiazione luminosa, o di chiarore, di splendore in genere: videro un l. in lontananza; Li raggi de le quattro luci sante Fregiavan sì la sua faccia di lume, Ch’i ’l vedea come ’l sol fosse davante (Dante); Il cinguettio, così tra l. e scuro, Cessò d’un tratto (Pascoli). Con questo sign. la parola, se riferita alla luce naturale, è solo dell’uso letter. o ha sapore arcaico: stanza che ha poco l., che prende, che riceve l. da un’apertura; raro, il l. del sole, delle stelle; l. di luna si alterna col più frequente chiaro di luna, soprattutto in alcune frasi: c’era un bellissimo l. di luna; passeggiare, fare una gita in barca a l. di luna; fig., a questi l. di luna (v. luna, n. 1 a). È d’uso corrente invece quando indica la luce artificiale prodotta da un apparecchio d’illuminazione non elettrico e poco luminoso: al l. della candela, d’una lampada a olio, a petrolio; al fioco l. d’una lucerna, ecc.; prov., né donna né tela al l. di candela (v. candela, n. 1); fare lume, dar lume, riferito al corpo da cui viene la luce: questa lucerna fa poco l., non dà l. sufficiente. Fare l. si dice però anche della persona che, reggendo una lampada, una lucerna, una candela, ecc., accompagni un altro al buio per rischiarargli la strada, oppure gli si accosti perché veda meglio: vado avanti io per farle l.; fammi l., perché non riesco a leggere quello che c’è scritto qui. Fig., far l., di persona magrissima, che quasi lascia trasparir la luce. La frase non veder lume, rara in senso proprio, è usata in senso fig., non veder chiaro in qualche faccenda, non vedere possibilità d’un rimedio, d’una via d’uscita, d’un miglioramento della situazione; iperb.: ho una fame che non vedo l. (oggi più com. che non ci vedo), grandissima; non veder più l., essere accecato dall’ira, dalla disperazione, e sim. b. Nel linguaggio della critica figurativa, s’intende per lume, nella pittura, la resa dell’effetto della luce sui corpi che ne sono colpiti (v. anche lustro1); rialzare i l., dare rilievo alle parti più in luce mediante il lumeggiamento. c. In comune con luce è anche l’uso fig. per indicare la vista, la facoltà visiva: perdere, rendere, riavere il l. degli occhi; Dar l. a ciechi, e tornar morti a vita (Ariosto); per metafora, perdere il l. degli occhi, essere sopraffatto dall’ira, dal furore così che la vista quasi si offusca e la mente s’intorbida (cfr. l’espressione fig. non vederci più, con senso analogo). Al plur., poet., gli occhi (in quanto, come la luce, essi sono il mezzo che consente di vedere gli oggetti): E vidi lagrimar que’ duo bei lumi (Petrarca); cadde tramortita e si diffuse Di gelato sudore, e i l. chiuse (T. Tasso); se il fato ... non consente Ch’io per la Grecia i moribondi lumi Chiuda (Leopardi). 3. Altri usi fig., di cui alcuni sono comuni con luce, altri invece esclusivi: a. Ciò che dà luce alla mente e allo spirito, rischiarandoli, guidandoli nella ricerca e nella conquista della verità, nella comprensione delle cose: il l. della fede, i l. della scienza, ecc.; [Beatrice] Che lume fia tra ’l vero e lo ’ntelletto (Dante). In partic., secolo dei l., espressione, oggi per lo più scherzosa o usata in tono lievemente ironico, con cui si è designato il sec. 18° (fr. siècle des lumières), cioè l’Illuminismo, in quanto si affermò allora l’idea di una illuminazione dello spirito dalle tenebre dell’oscurantismo medievale per opera della ragione; sempre con allusione all’Illuminismo, i lumi, la cultura fondata su basi razionalistiche: spirito tenebroso di cabala e d’intrigo che sparisce in faccia ai lumi ed alle scienze (Beccaria); la stampa, i fogli pubblici, ... i lumi finalmente che ogni giorno più vanno allontanando gli uomini dall’antica ferocia (P. Verri). b. Più genericam., ammaestramento, consiglio, schiarimento che aiuti a intendere, a sciogliere dubbî, a levar d’impaccio, e sim.; dare lume, aiutare con la propria scienza ed esperienza nel retto intendimento intellettuale o morale; analogam., avere, ricevere, prendere lume da qualcuno, chiedere lume, nelle incertezze della mente e nei dubbî dell’animo: il segretario voleva un po’ di tempo per prender l. (Verga); rivolgersi a qualcuno per aver lume. Sono in genere espressioni di tono elevato e solenne, che facilmente si prestano perciò a un uso scherz. o iron., soprattutto in qualche partic. frase come fammi lume, o quand’è usato al plur.: mi diede i suoi l.; vieni qui, che ho bisogno dei tuoi l.; se avrò bisogno, ricorrerò ai tuoi l.; al plur. può anche significare le cognizioni, la cultura, la scienza, l’avvedimento, l’acutezza di mente (e anche in questo caso è per lo più iron.): uomo di molti l.; mi potrò giovare o valere dei tuoi l.; portò i suoi l. nella discussione. c. La luce che irraggia dalla mente stessa o da cui la mente è irraggiata; quindi: l. della ragione, l. dell’intelletto, la facoltà e l’uso della ragione; perdere il l. della ragione, diventare pazzo, o infuriarsi fino a non aver più il controllo e la coscienza dei proprî atti. Anche, discernimento: Lume v’è dato a bene e a malizia, E libero voler (Dante). L. naturale, nella filosofia scolastica (lat. lumen naturale), la naturale capacità della ragione umana di attingere la verità, in antitesi al lumen gratiae, superiore capacità d’intendimento ad essa concessa dalla grazia divina. 4. In biologia, l’interno di un canale organico o di un organo cavo o di una cellula provvista di parete evidente: l. di un’arteria, di una vena; l. vasale; l. intestinale, ecc. 5. La dimensione delle maglie nelle reti da pesca. ◆ Dim. lumétto, lumettino; pegg. lumettàccio (tutti riferiti ai lumi a olio, a petrolio e sim.). V. inoltre lumicino e lumino.

04 marzo 2018

Elezioni

Stamattina, molti conoscenti mi hanno telefonato, chiedendo lumi su come votare. Come votare nel senso indicazione di voto, che come mettere le crocette. Ma hanno chiesto anche come mai non ho scritto alcun post in merito.
Come van messe le crocette, ci penserò nella penombra e segreto del seggio. E' un sistema semplicemente demenziale, mi immagino la povera vecchietta di turno! Solo a Roma lo potevano inventare!
Per le indicazioni di voto o post di contenuto politico, non posso e non voglio. Questo blog è completamente apolitico ed aconfessionale, cioè laico in tutto e per tutto.
Per essere leggibile da tutti e "Politicaly scorrect", deve essere libero, di poter sparlare dietro a tutti. Che siano di destra, sinistra o centro, cattolici, ebrei o mussulmani, Litizzetto compresa. Quindi questa libertà si paga così.
L'unica cosa che posso fare, è l'invitare tutti i miei lettori e non, ad andare a votare prima di sera. Il voto libero, pluralistico e democratico è sì un diritto del cittadino, ma è anche un suo dovere.
Il voto deve essere la reale espressione del pensiero del singolo elettore, che si deve sentire rappresentato da chi ha mandato a Roma. E' passato il tempo di Don Camillo, che dal pulpito urlava: "Nel segreto del seggio Dio ti vede, Stalin no!".
Queste sono le ragioni per cui, lo ripeto, non posso e non voglio scrivere in merito. Andando a votare ragionate sui programmi dei candidati e, magari, su chi vi è più simpatico. E poi votate...


03 marzo 2018

Per le mie lettrici di Vittuone e dintorni

Ieri sono andato a mettere un po' di ordine nelle luci del condominio dove abita una mia amica, nonchè moglie del mio medico di base.
Dato che nevicava a tutto spiano, avendo pietà di me, mi ha offerto un bel caffè fumante. Seduti in cucina, mi ha presentato una sua nuova attività, chiedendomi se conoscevo qualche negozio dove esporre la locandina.
Non appena la incontro, chiederò ad una mia vicina, che ha un negozio di vestiti di tendenza, se lo può esporre. Sedriano e Vittuone sono porta a porta.
A lato pubblico la locandina del programma dei corsi di ricamo, dove la signora insegna.
Magari possono interessare alle madri od alle sorelle maggiore di qualche PIA.
Vi assicuro che è bravissima, ogni volta che vado da lei, a riparare i danni fatti dai gatti, mi fa vedere le sue ultime realizzazioni. Ieri mi ha fatto vedere una copertina per neonato, che mi è proprio piaciuto tanto.

Per scaricare la locandina, clicca qui.

02 marzo 2018

Clienti pazzi

Una delle ragioni per cui ho poco tempo, sono i clienti pazzi con cui ho da fare. O per lo meno che pretendono "a posteri" di voler avere a che fare con me.
La scorsa primavera avevo fatto un preventivo per il cablaggio di un appartamento a Milano. La padrona di casa, dopo aver ricevuto il preventivo, mi diede del ladro. Niente di nuovo sotto il cielo.
A metà Gennaio la signora mi telefona, chiedendo quando avrei potuto fare il lavoro. Al che chiedo alla signora, come mai chiedesse al "ladro" di fare il lavoro. La risposta fu che ero il meno ladro tra i ladri. Lascio a voi il commento! Io chiudo la telefonata dicendo che avrei cercato un buco per fare il lavoro.
Il giorno dopo la signora chiama di nuovo chiedendo quando sarei andato. Le rispondo che i programmi li faccio al Venerdì ed eravamo solo al Martedì.
Il Mercoledì la signora chiama di nuovo ed io la mando a spigolare, come sarebbe logico pensare.
Il Giovedì mi telefona il marito che mi racconta la storia del suo matrimonio, Riassumendo il signore si era sposato coscientemente una signora un po' scassa balle. Io direi scassa balle ed insultante.
Il marito mi ha anche "notificato" che la moglie è scassa balle perché donna di religione ebraica. Non capisco il nesso con la religione. Conosco molte donne ebree, ma nessuna è scassa. Tutte donne tranquille, morigerate e di una certa cultura.
Al che ho chiesto se fosse ebreo anche lui. La risposta è stata che lui era cattolico e che si era sposato la moglie perché, trenta anni fa, era una bellissima donna. Se mi posso permettere un commento maschilista, è una bonazza ancora adesso che ha sessant'anni.
Per fare lo spiritoso, gli ho chiesto se oltre alla bellezza, avesse portato dal sindaco anche una buona dote. Il signore affranto mi risponde che si era sposato l'unica donna ebrea spiantata e mani bucate!
Adesso mi tocca fare una indagine su come sia nata la credenza che gli Ebrei siano di braccino corto e, nel caso delle donne, scassa balle.
Per concludere. Quando ho chiesto al signore se potevo scrivere un post a riguardo della telefonata, mi ha risposto che ne sarebbe stato molto contento. Finalmente qualcuno voleva parlare di lui!
Buona Notte.

01 marzo 2018

Si riparte?

Dopo 20 giorni che non scrivo niente, ritorno a coppa ed imbratto un po' di carta "elettronica".
Il 12 Febbraio ho pubblicato il post sull'arrivo del nuovo porcellino d'India. In questi giorni ne ha combinato di tutti i colori. Ieri lo ho trovato piangente perché aveva ribaltato la casa e non riusciva più a metterla dritta. Dopo che gliela ho messa a posto si è messo a saltare per la gioia.
Il 24 Gennaio vi ho comunicato il passaggio dei 16.000 visitatori, ora siamo arrivati a 17.500. Si viaggia a 1.200 accessi al mese. Pochi, ma buoni!!! Ed assidui.
I PIA si sono rifatti vivi, vogliono una biografia dei quattro porcellini d'India. La storia e la vita degli animaletti di famiglia è una buona idea per dei post. Ho chiesto a mia figlia di scrivere quello che vorrà ricordare Toto, personaggio unico e star di YouTube.
Il padre di un PIA, che pensa di essere stato fregato, mi ha chiesto di trattare le zone di sicurezza di un bagno. Mi sto informando, ma verrà pubblicato sul blog tecnico.
Vorrei pubblicare anche delle ricette e la loro applicazione al CucinaBarilla. Sto pensando alla Focaccia di Recco ed alla Trota al forno con patate. Tra qualche giorno andate sul blog di cucina.
Nei prossimi giorni tenterò di ricuperare i post rimasti per strada. Saranno pubblicati alla data giusta, quindi andate avanti ed indietro per cercare i post pubblicati.
A presto!!!!!!