06 luglio 2018

Trenord come moschea

Oggi me ne successa una proprio bella. Come tutte le volte che vado in centro a Milano, ho preso il treno del Passante alle 7,42. Oggi andavo da Vittuone a Porta Garibaldi.
Alla stazione di Pregnana Milanese sale un Nord Africano, vestito bene, con qualcosa arrotolato sotto il  braccio ed una bussola attaccata ad uno strangolino.Voi direte che è uno dei tanti e quindi non c'è niente di strano! Aspettate e capirete.
Passata la stazione di Rho apre il rotolo, che è un tappetino, lo stende per terra tra le porte, con la bussola l'orienta (ndr. verso La Mecca) e si mette a pregare. Noto che nessuno ci fa caso, come se fosse una cosa usuale. Di fatti lo era. Una passeggera, che faceva questa tratta sempre con lo stesso treno, mi  spiega che era così tutti i  Venerdì. Un altro passeggero mi racconta che il tizio lavora in un'agenzia petrolifera, che arriva da Rabat e che scende a Lancetti.
A Villapizzone il tipo si alza ed arrotola il tappetino. A Lancetti scende ringraziando per la comprensione.
A me una scena del genere mi ha lasciato un poco perplesso, sopratutto perché non mi tornano i conti degli orari.
In Kuwait vivevo attraversato la strada di una moschea. Non mi ricordo proprio, che ci fossero delle preghiere alle otto  del mattino, così ho fatto una piccola ricerca.
Dopo varie letture, ho deciso che il Marocchino esercitava la preghiera volontaria (duʿā), che un Mussulmano può adempiere quando lo ritenga più opportuno.
Questo potrebbe essere un segno d'integrazione. A me ha colpito, dato che era la prima volta che la vedevo, ma per gli altri passeggeri era una cosa quasi normale.
Del resto, ci fate caso alla vecchietta che in metro, alle cinque della sera, snocciola il Rosario?

Nessun commento:

Posta un commento