31 maggio 2020

Alla ricoperta dell'orto - Il rosmarino

Il rosmarino è una pianta aromatica perenne, tipica delle zone costiere del Mediterraneo, che è riuscita ad ambientarsi nelle pianure interne come la Pianura Padana.
Il nome deriva da due parole latine “Ros marinus” che tradotto è “Rugiada di mare”, per il connubio di colori tra i fiori ed il mare.
Questa pianta si presenta come siepe o arbusto che può arrivare anche a tre metri di altezza. Rami legnosi con foglie lanceolate molto fitte. Le foglie di colore verde scuro sul dorso e biancastre sul verso, sono ricche di ghiandole oleifere da cui si emana la tipica fragranza.
Oltre il tipico uso di cucina nella preparazione di arrosti, il rosmarino è utilizzato nella cosmesi, in medicina e per produrre un miele monoflorale. Nell’Europa settentrionale lo troviamo nella birra gruit.
Nei secoli passati veniva usato come antisettico, per purificare l’aria, nelle epidemie di peste o come ornamento capace di coprire cattivi odori.

Partiamo con delle caratteristiche base
Nome botanico: Rosmarinus Officinalis
Origine: Mediterraneo
Difficoltà di coltivazione: bassa

Requisiti per la coltivazione
Esposizione: pieno sole.
Temperatura: adatto a zone dal clima mite. Nelle zone a clima freddo, va piantato in posizione riparata, per esempio contro un muro esposto a Sud o Est.
Acqua: annaffiature abbondanti, ma non frequenti: circa due volte alla settimana per le piante in vaso, una volta alla settimana per gli esemplari in piena terra.
Terreno: leggero, ben drenato, costituito per un terzo da sabbia.
Concimazione: poco esigente.
Fioritura: a Marzo.
Propagazione: per talea prelevata da rami con legno semi maturo in Luglio - Agosto.
Questo è quanto scrive il foglio di Leroy Merlin, ma cosa si può dire di più?
Oltre ad essere un forte aromatizzante è anche un ottimo conservante per le sue caratteristiche anti ossidante, ma anche:

  • ha virtù aperitive,
  • digestive,
  • diuretiche,
  • coleretiche (aumenta le secrezioni biliari),
  • carminative (facilita l’espulsione dei gas intestinali)
  • ed infine antispasmiche.
La vaporizzazione di olio essenziale di rosmarino ha un’azione mucolitica e di aumentare la concentrazione e l’apprendimento.
Sotto la doccia, alcune gocce aggiunte al sapone hanno un’azione tonificante e rilassante e, per le signore, è un ottimo coadiuvante contro le smagliature.
Una signora di Bareggio lo teneva sul balcone, asserendo che era un ottimo anti zanzare e mosche.
Quindi è una pianta dai molteplici usi, da coltivare assolutamente.

Precedenti post della serie:
  • Per il post "Alla riscoperta dell'orto - Il Basilico", clicca qui.
  • Per il post "Alla riscoperta dell'orto - La Salvia", clicca qui.
  • Per il post "Alla riscoperta dell'orto - La menta". clicca qui.

Bibliografia:


30 maggio 2020

Testa di c...!!!

Prima del lockdown asserivo che la gente dovesse cambiare il pusher, ma ora, a quindici giorni
dall'apertura delle gabbie, mi sto convincendo che la quarantena abbia toccato il cervello del popolo.
Andare in macchina non è mai stata una attività delle più tranquille, stop e precedenze sconosciute ai più, rosso del semaforo pura convenzione borghese e le frecce usate solo dagli Indiani erano la normalità.
Adesso ti insultano se chiedi il rispetto del codice della strada o fai notare che non sono i padroni della via o del marciapiede. Adesso vi racconto cosa mi è successo oggi.
Stamattina stavo andando a Seguro, passando dalla cittadella Italtel a Castelletto. La strada che passa tra i capannoni è una via alberata, abbastanza larga e diritta. Qui ho incrociato un ciclista che andava a zig zag parlando al cellulare. Un colpo di clacson per avvertire del mio passaggio, ma non lo avessi mai fatto! Sto bovaro si è esibito in una giaculatoria stile camallo del porto di Genova.
Al pomeriggio è stato meglio. Stavo andando dal mio assicuratore, che mi aveva chiesto se potevo montargli delle appliques, nella casa nuova.
Stavo percorrendo una delle viette dietro il cimitero di Cornaredo, quando un ciclista di mezza età esce da una via laterale, in contro mano, facendo una curva ad alta velocità. Prima che si spiaccicasse sul mio parabrezza, do una strombazzata. Questo incosciente mi si appella con un sonoro “Testa di cazzo!”. Boh!!! Fate voi, io non commento.

25 maggio 2020

Le Frecce Tricolori

Il prossimo 2 Giugno sarà il 74° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana.
In occasione di questo evento le Frecce Tricolori stanno effettuando un tour nei cieli italiani, per festeggiare e dimostrare vicinanza alla popolazione in questi momenti bui.
Oggi stavo a lavorare su di un tetto in Porta Vittoria e me li sono visti sopra la testa, senza saperne il perché. La ragione la ho scoperta alla sera prima di scrivere questo post.
La Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) orgoglio e vanto dell’Italia è stata istituita il 1° Marzo 1961 ed la formazione più numerosa del mondo.
Nei quasi 60 anni di vita della pattuglia hanno cambiato tre aeromobili (l'americano F86 Sabre e gli italiani G91PAN e MB-339 A/PAN MLU), introducendo la formazione a diamante (9 velivoli + solista) ed i fumi allo scarico.
A fine Agosto del 1988 tre velivoli della pattuglia furono coinvolti nel famoso disastro di Ramstein, passato alla storia più per i dubbi legato alla tragedia di Ustica, che per i 3 piloti e 67 spettatori morti. Si sospettò che la morte di due dei tre piloti fosse stata causata per evitare la loro testimonianza al processo per il presunto abbattimento del velivolo Itavia.
Io ho avuto a che fare con le Frecce Tricolori nell’estate del 1978, quando, giovane ufficiale di un Battaglione Logistico, mi fu affidato l’organizzazione dei trasporti per il funerale di un pilota morto in addestramento.

Questi sono i due filmati che ho fatto.






Bibliografia:

19 maggio 2020

Il sogno di una ragazza prima dell'alba

Karl Pavlovič Brjullov

Il sogno di una ragazza prima dell'alba (1833)

Non pensavo che raccontando di un mio sogno, potessi scatenare un simile putiferio.
Voi lettori avete fatto più commenti a questo post, che al resto del blog. Ciò è un bene, ma speriamo che continuate così.
Le domande che sono arrivate erano tutte sul quadro e su chi potesse essere il pittore. In effetti non lo conoscevo neanche io. Karl Pavlovič Brjullov è un pittore russo del XIX secolo, che ha attraversato vari periodi artistici. Nasce a San Pietroburgo a Dicembre 1799 e muore a Manziana, paesino sul lago di Bracciano, nel Giugno 1852. Il fratello Aleksandr era un architetto noto in tutta Europa.
Nasce da una famiglia di origine francese, fuggita in Russia a seguito della persecuzione degli Ugonotti. Il cognome originale Brüleau fu adattato alla lingua russa per ottenere delle borse di studio.
Nella sua carriera il pittore si interessò al Neoclassicismo, Romanticismo e Realismo. Oltre a pittore è stato incisore e ritrattista.
Storicamente Brjullov è più conosciuto per il quadro “Gli ultimi giorni di Pompei”, opera ispirata da una visita agli scavi di Pompei ed Ercolano, che trae il nome da una rappresentazione teatrale di Giovanni Pacini.

“Gli ultimi giorni di Pompei” (1827 - 1833)

Brjullov fu un esponente del tema del sogno che con quello dell’incubo si sviluppò al principio del XIX secolo in contrapposizione al positivismo francese ed inglese.
Il pittore seguendo l’esempio di William Blake, Johann Heinrich Füssli e Francisco Goya, dipinse numerosi quadri tra cui i più famosi sono il Sogno di una suora (1831), il Sogno di una fanciulla (1833) e I sogni della nonna e della nipote (1829 ), dipinti con la tecnica dell’acquarello. In questi dipinti si fondono la componente onirica, erotica e generazionale.
Se si aggiunge un fondo di psicanalisi ed allegoria arriviamo a Diana sulle ali della notte (1852), ultimo dipinto prima della morte, Diana addormentata viene portata in volo dalla Notte attraverso Roma. In questo volo si vede il Cimitero Acattolico del Testaccio, quasi testamento indicante dove il pittore volesse essere sepolto.


Bibliografia:

18 maggio 2020

Perchè si dice: "Modus vivendi"?

Nel post “La noia” scrivo citando le maniere di dire “Modus vivendi” e “Tran tran”. Non l’avessi mai fatto! Si è scatenata la rivoluzione nel popolo dei lettori! La madre 36 ed un calcio in culo, mi ha accusato di vuol pesare il “Cultural divide” tra chi sa il Latino e chi se ne è fregato.
A me sa che il cultural divide è tra i genitori ed i ragazzini, dato che le domande di chiarimento sono arrivate tutte da adulti sessantottini e figli dei fiori e poi, chiariamo, tran tran è italiano!
Oggi parliamo di modus vivendi che è nient’altro che il raggiungimento di un punto di equilibrio tra due opposti punti di vista.
Per avere idee più chiare scomodiamo di nuovo il Dizionario Treccani.

Modus vivendi locuz. lat. mod. (propr. «modo di vivere»), usata in ital. come s. m. – 1. Accordo stabilito provvisoriamente fra due parti in contrasto e fatto di reciproche concessioni (o anche una tacita intesa fra due o più persone), per eliminare i motivi di attrito e permettere lo svolgimento di normali rapporti: cercare, trovare, raggiungere un modus vivendi. 2. Nel diritto internazionale, accordo di carattere provvisorio e sommario, destinato a regolare una determinata categoria dei rapporti fra due stati o una speciale questione pendente fra di essi, in attesa che sia concluso l’accordo definitivo e particolareggiato, che dovrà sostituire quello già esistente e scaduto, ovvero che dovrà regolare ex novo la materia di cui si tratta.

E qui il solito salterà a dire che noi Italiani ne siamo dei campioni di modus vivendi, special modo a Napoli, aggiungo io.

17 maggio 2020

Alla riscoperta dell'orto - La menta

Pianta presente in natura con numerose varietà. In cucina vengono utilizzate le varietà mentuccia e piperita.
Pianta con tante possibilità di utilizzo sia in cucina come in cosmetica. Dalle foglie si può ottenere una tisana efficiente dei disturbi gastrointestinali e nella depurazione del fegato. Sempre come tisana o preparato erboristico viene utilizzata per curare la tosse ed il raffreddore.
In vaso è diffusa la mentuccia da cucina, varietà che si presta ed essere tenuta sui balconi delle cucine, dalle foglie piccole e molto odorose.

Partiamo con delle caratteristiche base
Nome botanico: Mentha Spicata
Origine: Europa, Italia
Difficoltà di coltivazione: bassa

Requisiti per la coltivazione
Esposizione: leggera ombra.
Temperatura: resiste al freddo.
Acqua: apporti abbondanti nella fase di attecchimento delle giovani piante. Eventuali interventi in estate quando necessario.
Terreno: fresco, non eccessivamente compatto e ben drenato.
Concimazione: poco esigente.
Fioritura: da Giugno a Settembre.
Propagazione: per divisione dei cespi in autunno o in primavera.
Questo è quanto scrive il foglio di Leroy Merlin, ma cosa si può dire di più?
Abbiamo già scritto delle proprietà depurative e curative della menta, a cui dobbiamo aggiungere la proprietà vasodilatatorie del mentolo per la mucosa nasale. Però bisogna stare attenti alle controindicazioni in caso di cure omeopatiche.
Mettete qualche goccia di olio essenziale di menta in un litro di acqua bollente ed aspirate i vapori. Il naso si libererà immediatamente e vi darà sollievo.
Mescolato con olio vegetale è ottimo per massaggio anti stress, molto rilassante. Puro va bene come calmante per il sonno ed il mal i testa.
L’essenza di menta diluita in acqua è una bevanda rinfrescante per l’estate. Con il ghiaccio grattato abbiamo fatto il grattachecca alla romana.
In cucina la uso fresca sopra le melanzane o le zucchine grigliate o sull’insalata per un gusto estivo.


Precedenti post della serie:
  • Per il post "Alla riscoperta dell'orto - Il Basilico", clicca qui.
  • Per il post "Alla riscoperta dell'orto - La Salvia", clicca qui.

Bibliografia:


16 maggio 2020

Fancazzite da coronavirus

In questi giorni stiamo ripartendo, con molta fatica, ma ci si sta provando. Questa settimana sono riuscito a lavorare due pomeriggi, Giovedì e Venerdì. Non è molto, ma almeno ti serve per sentirti ancora vivo!
Solamente che dopo due mesi vissuti tra butteria di roba vecchia e preventivi, hai perso parecchio ritmo ed anche se lavori solo quattro ore, torni a casa stanco. Allora la fancazzite prende il sopravvento e comincia a galoppare.
Con l’arrivo della fancazzite, mi è scemata anche l’ispirazione, non so proprio cosa scrivere. Il mio amico idraulico dice che ne ho scritti troppi di post, quindi è normale. Ma non ho neanche voglia di mettermi a far ordine nel materiale arrivato dalla conoscenza grafomane. Son proprio ridotto male!
Sursum corda, direbbe il mio professore di Latino al liceo. Facciamoci forza ed alziamo il morale. Dopo settanta giorni di far niente ci vuole una scossa per riprendere a produrre.
Un tempo si diceva:
Armiamoci e partiamo
Adesso diciamo
Mascherina, guanti, gel disinfettante e partiamo
O almeno proviamoci!!!

13 maggio 2020

Viaggio nei comuni lombardi

Comune di Morimondo
Città Metropolitana di Milano

Altitudine: 120 m  s.l.m. 
Abitanti: Comune 1.200 - Borgo 450


La storia
Il Monastero di Morimondo, nome che significa “morire al mondo”, venne fondato nel 1134 a Coronate, località ancora esistente a circa un chilometro dall'abbazia, dai monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia.
Nel 1136 essi si trasferirono in località “Campo Falcherio”, per fondarvi la nuova abbazia, cui danno il nome di Santa Maria di Morimondo. l’attuale sede.
Nel 1982, il Comune di Morimondo acquista il monastero e inizia una rigorosa opera di recupero architettonico, conclusa nel 2008.
Tutto il territorio si può visitare a piedi o in bicicletta. Grazie alla ciclabile che costeggia il Naviglio di Bereguardo da Abbiategrasso a Bereguardo e da Abbiategrasso alla darsena di Milano, sul sentiero E1 che collega il Mare del Nord al Mediterraneo si può effettuare famoso Cicloturismo.
Altre piste ciclabili sono il Sentiero del Giubileo, inaugurato nel 2000, e Sentiero delle Cinque Chiese, tra Morimondo e Besate.
Siamo nel Parco Regionale della Valle del Ticino. La zona è prevalentemente agricola, dove si possono trovare, cascine con orti e piante da frutto o terreni coltivati a riso, carne e latte a km zero. Qui si possono trovare fontanili, marcite, risaie; e poi pioppeti.
A Morimondo ci sono 14 cascine, altre sono diventate agriturismi,  con produzioni proprie (cotechino, riso, carni bovine).
Tutto il territorio si può visitare a piedi o in bicicletta.
Una passeggiata fino alle Conche del Naviglio di Bereguardo è d’obbligo. Da non dimenticare che sul Naviglio si può anche andare in barca.
La specialità del Borgo è la cassoeula con la polenta, piatto tipico lombardo, insieme con i risotti e il brasato.
Le fattorie di Morimondo troviamo il latte usato per lo stracchino e il gorgonzola. I salumi tutti di produzione locale sono (ottimi il cotechino e il salame, crudo e cotto). Nelle cascine ci sono ancora le coltivazioni di riso (varietà Carnaroli). Infine, il dolce tipico è l’abatino.

11 maggio 2020

La noia (incubo da lockdown)

Il sogno di una ragazza prima dell'alba
Stanotte ha fatto un sogno, che non so, se lo devo definire come tale o incubo.
Durante un giro indefinito (lavoro o turismo?), sono arrivato in un paesino stile Grazzano Visconti, che viveva in un limbo posto tra il lockdown ed un Sabato ebraico. Non si faceva niente e tutto era vietato. Ad un certo punto del sogno, mi è venuto anche il dubbio che fosse vietato vietare.
Le case erano il centro di un piccolo universo, dove i cittadini vivevano e lavoravano, seguendo delle regole stabilite da ignoti personaggi, sconosciuti ai più. In questa quiete immobile ed irreale la maggioranza della popolazione era obesa e pallida, a causa della mancanza di ogni attività all’aria aperta.
La spesa la potevi fare il tal giorno, alla tale ora, nel tale centro commerciale. Se non potevi rispettare gli orari, il giorno dopo potevi andare in un tal’altro supermercato ad una tal’altra ora. E così via.
Se dovevi uscire dal tran tran regolamentato, dovevi chiedere la deroga al municipio. Dato che era vietato agli impiegati, di lavorare in municipio, la deroga la chiedevi via Internet ad un server comunale.
Questo per qualunque cosa. Andare al pronto soccorso, andare in ferie o andare a trovare un parente che viveva in pianura. E per assurdo, prima di morire, ti dovevi ricordare, di chieder deroga per il tuo funerale.
Dato che anche per darsi da fare con la moglie, fidanzata o amante che fosse, dovevi chieder deroga, per avere un figlio dovevi chiedere la deroga alla deroga. Figlio che doveva nascere dove e quando il server avesse deciso.
La pianura era vista come il continente per i Siciliani o i Sardi, in qualunque caso un luogo di perdizione.
L’emulo di Virgilio, che mi accompagnava nel giro, giustificava, che questo modus vivendi, era un’ottima maniera di vivere tranquilli, senza alcuna responsabilità. Tanto qualunque cosa potesse succedere era colpa del server!
La mia guida, che mi sembrava di più un figlio dei fiori, uscito dal film “Woodstock”, che il poeta latino, man mano che passavamo per le viette strette e deserte, esaltava questa “scelta di vita”. Niente malattie, niente delinquenza, niente di niente nel vero senso delle parole. Intanto si capiva che i cittadini ci stessero a guardare da dietro le tendine.
Ma c’era il rischio di finire come in “1984” di Orwell? No, perché anche alla Polizia era vietato controllare. La gente rispettava le regole, solo per il remoto caso, che il server potesse dare la deroga ai controlli alla Polizia.
Al suono della sveglia, l’hippy mi saluta dicendo che la deroga ad accompagnarmi era finita. Mi dice anche, che prima di tornare, mi dovevo ricordare di chiedere la deroga per la visita.
Adesso incomincio a preoccuparmi! Che la quarantena stia incominciando a farmi male?

10 maggio 2020

Alla riscoperta dell'orto - Il Basilico

Per prima cosa andiamo a scoprire perché il basilico è chiamata “Erba del re”. La pianta arriva dall’India ed è considerata sacra al pari della vacca. Il nome è greco “Basilikòs”, che in Italiano suona come “Reale”, difatti il ”Basileus” era il re. Il nome completo era Basilikon phyton”, che significa “Pianta maestosa e regale”. I Greci la ritenevano la più nobile tra le erbe e la riservavano ai re, e non a tutti.
A Roma diventa “Basilicum”, rimanendo sempre il re degli orti, e veniva usato per realizzare profumi e medicinali.
Appartiene alla famiglia delle Labiacee, arriva dall’India ed ha una essenza molto volatile ed è termolabile. Ne esistono circa una sessantina di specie che differenziano per l’essenza ed il colore delle foglie. Il più famoso è il “Genovese DOP”, coltivato nella zona di Prà, utilizzato per il pesto genovese.

Partiamo con delle caratteristiche base
Nome botanico: Ocimum Basilicum
Origine: Asia tropicale
Difficoltà di coltivazione: bassa

Requisiti per la coltivazione
Esposizione: posizione soleggiata, ma tollera la mezz'ombra.
Temperatura: ottimale a circa 20 - 25° C, teme le gelate.
Acqua: annaffiare moderatamente, controllando il grado di umidità del terreno soprattutto nel periodo estivo.
Terreno: standard leggero e ben drenato.
Concimazione: non è necessario eseguire questa operazione.
Fioritura: in Agosto.
Propagazione: per seme in Marzo - Aprile.
Questo è quanto scrive il foglio di Leroy Merlin, ma cosa si può dire di più?

Abbiamo detto che il basilico ha una essenza molto volatile ed è termolabile. Altra caratteristica negativa è che si ossida facilmente, quindi bisogna maneggiarlo con molta cura.
Va lavato all’ultimo momento, dopo aver staccato le foglie con le mani, perché il la lama del coltello ossida e rovina le fibre.
Si conserva in frigo, avvolto in panno o panna carta appena umida, non si può essiccare, ma si può congelarlo. Mia madre lo conservava tritato sott’olio e raramente in foglia intera.
In cucina lo dovete usare a fine cottura, ma sarebbe meglio metterlo direttamente crudo sul piatto, sia per estetica che per aroma e fragranza.
Il basilico ha un forte contenuto di sali minerali come Potassio, Calcio, Fosforo e Magnesio, ma anche Vitamina A e Vitamina C.
A livello medico favorisce la digestione ed il corretto funzionamento dello stomaco. Cura l’insonnia ed il mal di testa. É considerato un tonico per il sistema nervoso e per la mente.
L’olio essenziale di basilico viene usato in aromaterapia per l’insonnia ed i crampi allo stomaco. Come suffumigi cura la tosse ed il raffreddore. Quando mio fratello ed io eravamo piccoli, mia madre usava mettere sul termosifone, un pentolino con acqua ed olio di basilico.


Precedenti post sull'argomento:
  • Per il post "Alla riscoperta dell'orto - La Salvia" del 3 mag 2020, clicca qui.


Bibliografia:

08 maggio 2020

I vini d'Italia - Il Nord Ovest 2

Lombardia
La Lombardia vanta un territorio invidiabile per la coltivazione della vite. I quasi 23 mila ettari coltivati a vite, ogni anno producono un milione e quattrocentomila ettolitri di vino circa. Il territorio lombardo è variegato; dalla zona alpina e prealpina, alla fascia collinare fino alla pianura padana. Nella fascia alpina Il terreno è roccioso cristallino, calcareo nella zona prealpina e alluvionale in pianura. Clima temperato , con elevate escursioni termiche in pianura ed un buon tasso di umidità. Le principali zone vitivinicole sono la Franciacorta, la Valtellina, l’Oltrepò Pavese, la Bergamasca, le rive del Garda ed il Mantovano.
In giro per i vigneti da bacca rossa troviamo degli ottimi Barbera, Bonarda, Cabernet Sauvignon, Marzemino, Merlot, Nebbiolo e Pinot nero
Se preferite vigneti da bacca bianca la scelta è da fare tra Chardonnay, Riesling Italico, Moscato bianco, Pinot bianco e Trebbiano di Soave.
 
Liguria
La Liguria è una delle regioni d’Italia più impervie per la coltivazione della Vitis Vinifera. Terreno collinare, con montagne che si affacciano a picco sul mare. Clima mite ed elevata siccità, con precipitazioni rare ma abbondanti. In questo regione sono coltivati a vite 1.900 ettari che fruttano all’anno circa 70.000 ettolitri di vino circa. Da visitare la zona delle Cinque Terre, con vigneti terrazzati a picco sul mare, Nonostante le difficoltà, in Liguria è possibile incontrare dei vini di indubbia qualità.
In Liguria si prediligono i vitigni a bacca bianca come l’Albarola, il Bosco,la Lumassina, il Pigato, il Trebbiano Toscano ed il Vermentino.
Ma non si disdegnano i rossi come il Ciliegiolo, il Dolcetto, il Rossese ed il Sangiovese.
Per non dimenticare i passiti delle Cinque Terre come il principe Sciacchetrà.

Emilia Romagna
L’Emilia Romagna un territorio prevalentemente pianeggiante, delimitato a sud dall’Appennino Tosco-Emiliano. Con i suoi 56.000 ettari coltivati a vite, l’Emilia Romagna produce un totale di 6 milioni di ettolitri di vino l’anno, è tra le zone a maggiore resa del mondo. Il clima emiliano romagnolo troviamo inverni freddi ed estati calde, con un elevato tasso di umidità.
Terra di cucine e vigneti, dove i piatti della regione si coniugano con i vini, in un trionfo di gusti sublimi. Vuoi mettere una tigella o uno gnocco fritto con un Lambrusco o dei tortellini con il Sangiovese?
Albana, Chardonnay, Malvasia aromatica di Candia, Montù, Ortrugo, Pignoletto, Trebbiano Romagnolo e Trebbiano Modenese sono i vini prodotti da bacca bianca.
Dai vitigni a bacca rossa si producono l’Ancellotta, il Cabernet Sauvignon, il Lambrusco Grasparossa, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco di Sorbara, il Fortana, il Sangiovese ed il Merlot.
La settimana prossima saremo nel Nord-Est, terre di Prosecco e Grappa.


Precedenti post sull'argomento:
Per il post "I vini d'Italia" del 24 apr 2020, clicca qui.
Per il post "I vini d'Italia" del 1 mag 2020, clicca qui.

Bibliografia:
Per la pagina Wikipedia "Vitigno", clicca qui.

07 maggio 2020

Frutta e verdura di stagione - Maggio



Continuamo a pubblicare dei contributi ricevuti dalla mia conoscenza con un trip grafomane di Primavera.

La frutta di Maggio
Cosa sapere sul mese di Maggio
Maggio è il quinto mese dell'anno secondo il calendario gregoriano, terzo e ultimo mese della primavera nell'emisfero boreale, dell'autunno nell'emisfero australe, conta 31 giorni e si colloca nella prima metà di un anno civile. Il nome potrebbe derivare dalla dea romana Maia. Nella cultura cristiana maggio è il mese della Madonna.
Maggio - (dal latino maius) Secondo alcuni questo mese fu detto maius da Romolo in onore dei senatori ch'erano chiamati majores.
I giorni di questo mese sono 31 giorni è il terzo mese della stagione primaverile, riflesso della crescente esposizione della natura alla luce solare, il culmine nel solstizio d'estate del 20-21 giugno. Di conseguenza le giornate si allungano e il clima è decisamente più mite. Un aspetto che giustifica la consuetudine presso i popoli antichi di dedicare questo mese a divinità legate alla luce.
Ne fanno parte i segni zodiacali del Toro ( fino al 20 ), e poi i Gemelli.
I romani associavano il mese di Maggio ad Apollo mentre i Celti al “fuoco luminoso”
A maggio si cominciano a vedere i primi frutti. Da qui il famoso detto popolare:

“Aprile fa il fiore e maggio gli dà il colore”!


Maggio è il mese della fioritura dei ciliegi e delle rose.
Una delle isole di Capo Verde prende il nome dal mese di Maggio perché fu scoperta il primo di maggio. Formava parte della dote di Caterina d'Aragona, quando essa principessa sposò Enrico III. re d'Inghilterra.
Nell’orto si possono già cogliere ravanelli,insalate,fave, rucola, novelle, mentre fioriscono melanzane,peperoni,pomodori, zucchine, ed altro. Nei campi i cereali – orzo,grano, avena.

L'orto di Maggio

In astronomia, s'inizia a delineare il cielo tipico delle notti estive, con la Costellazionedi Boote in posizione dominante, grazie alla sua luminosità di Arturo, terza stella più brillante della volta celeste. Altissima sull'orizzonte, quasi allo zenit, è la costellazione dell'OrsaMaggiore o Grande Carro.

Curiosità
  • Il giorno 1 è la Festa dei Lavoratori.
  • Il giorno 8 si celebra la Festa della Mamma (spostato a Domenica 10).
  • Il giorno 21 il Sole lascia il segno del Toro ed entra in quello dei Gemelli.

Frase di Santo Giovanni Paolo II
La fiducia non si acquista per mezzo della forza. ...

Detti e proverbi
  • Tra maggio e giugno fa il buon fungo.
  • Se piove i primi di maggio, noci e fichi faranno buon viaggio.
  • Se piove per San Giacomo e Filippo (1 maggio), il povero non ha bisogno del ricco.
  • Maggio giardinaio non empie il granaio.

04 maggio 2020

Perchè si dice: "Tutto fa brodo"?

Per sapere cosa si voglia dire con questa frase, dobbiamo scendere sino al Medio Evo, quando la fame era endemica.
Il cibo della popolazione era una brodaglia al limite del brodo primordiale e non era così raffinato, come lo conosciamo oggi. Era più simile ad un minestrone svuota dispensa, che bolliva in continuazione.
In questo pentolone da fattucchiera veniva buttato in continuazione tutto il commestibile che fosse stato reperibile. Quindi era un mix di radici, verdure, ossi e tocchi di carni miste buttate nell'acqua bollente.
Di qui i detti “Tutto fa brodo” e, un poco improbabile, “Sapere cosa bolle in pentola”.
Quindi il modo di dire di oggi significa, che qualunque cosa tu faccia, va bene in qualunque caso.

03 maggio 2020

Alla riscoperta dell'orto - La Salvia

La salvia
In questo periodo di quarantena, sui giornali si legge che c’è stata una rivalutazione degli orti in giardino o sul balcone.
Posso dire di essere un precursore di questa moda. Quando abitavo in famiglia, a Milano, avevo in un terrazzo all’ottavo piano, di un condominio alla Fiera Campionaria, due albicocchi, due nespoli, tre metri quadri di insalate varie e carote, una piccola vigna da barbera, un ciliegio ed un melo.
Invece a Bareggio, in un terrazzo al terzo piano, i kiwi e di nuovo uva, questa volta da tavola.
A Sedriano non ho tanto spazio, ma ho un goji ed un lampone.
Altro sport che è stato riscoperto con il lockdown, è il fuori tutto. Nell’esercitarmi nell’esercizio di questo sport sono venute fuori delle schede di Leroy Merlin, su come coltivare alcune piante. Oggi partiamo con dei suggerimenti su come coltivare la Salvia.

Partiamo con delle caratteristiche base
Nome botanico: Salvia Officinalis
Origine: Europa meridionale (Spagna o Dalmazia)
Difficoltà di coltivazione: bassa
Requisiti per la coltivazione
Esposizione: in pieno sole.
Temperatura: tollera le basse temperature invernali, purché piantata in posizione riparata vicino ad un muro esposto a Sud o ad Est.
Acqua: annaffiare adeguatamente; durante il periodo estivo anche 2 o 3 volte alla settimana.
Terreno: standard alleggerito con sabbia e leggermente calcareo.
Concimazione: poco esigente.
Fioritura: fra Giugno e Luglio.
Propagazione: in tutti i momenti dell’anno si può procedere con la semina in vaso, oppure si possono prelevare delle talee in Luglio – Agosto.
Questo è quanto scrive il foglio di Leroy Merlin, ma cosa si può dire di più?
E’ una pianta che è apprezzata da millenni per le sue qualità sia in cucina che nella medicina. Il nome è già un programma. Si dibatte sull’origine del nome, che potrebbe derivare dal latino “salvatrix” “che salva” oppure da “salveo” che significa “star sano”.
E’ un caposaldo nell’aromaterapia. L’olio essenziale di salvia è un forte rilassante. La sua inalazione induce induce calma e serenità in presenza stress, nervosismo, angoscia, paure o paranoie.
E’ anche un antibatterico che può essere usato come deodorante senza incorrere nei problemi che i sali di alluminio danno alla nostra salute.
Ci sono anche usi per creme astringenti o shampoo antiforfora.
In cucina si presta a tantissime ricette. Per me il top della morte sua sono i tortellini o ravioli burro e salvia ed i saltimbocca alla romana. Se mi viene l’ispirazione grafo-culinaria, in settimana pubblico le ricette sul blog di cucina. Per i saltimbocca devo vedere nel materiale arrivato dalla “Premiata Osteria da Zio Mauro”.
Le foglie ad uso di cucina le puoi conservare secche o fresche sott’olio. Mia madre le faceva seccare al sole, nell’orto di cui sopra, le tritava con il coltello e le metteva in un barattolo di vetro.

 
Bibliografia:
Per la pagina Wikipedia, clicca qui.


02 maggio 2020

Ma con gran pena le reca giù

Oggi pomeriggio ero in cortile a parlare con un vicino, distante 1 metro, come regola, quando è passato un PIA con un cane, che sembrava più un vitello che un cane.
Date le dimensioni era il cane che portava a passeggio il povero ragazzo, che ha dovuto fare una discreta fatica a fermare l'animale, quando mi ha visto.
Parlando del più e del meno, è saltato fuori che la sorella di sua nonna, gli aveva detto che esisteva un qualcosa per ricordare il nome delle Alpi. Il ragazzino, partendo dal principio che la signora è quasi mia coetanea (fine Gennaio 1954), ha deciso che lo dovevo sapere pure io. Difatti!
La più famosa è una frase che ti insegnavano alle elementari per ricordare l'esatto ordine delle partizioni, più che i nomi.
Questa è la sequenza, partendo da Ovest (Passo di Cadibona) ad Est (Istria).

Ciò è cosa ci insegnavano le maestre. Ma mancano le Alpi Atesine, le Dolomiti e le Alpi Noriche.
Alle medie, poco prima della Rivoluzione Studentesca, la frase cambiò in:

Ma con gran pena le reca-no giù

Con un clamoroso errore geografico. Le Alpi Noriche (no) sono più ad Ovest delle Alpi Carniche (ca) e non prima delle Giulie (giù).
Dalla consultazione di Wikipedia ho scoperto che vi sono anche delle varianti. Per aggiungere le Alpi Atesine.
Comunque è stato un colloquio assai esistenziale. Il cane stravaccato nell'androne del civico 1. Il ragazzo, con mascherina in tricolore e guanti in nitrile, uno di colore blu e l'altro nero, sulla pista ciclabile. Dietro il cancello del nostro condominio, io ero appoggiato ai bidoni della plastica ed il vicino seduto sul bidone dell'umido.
Per vostra informazione il ragazzino è un tifoso interista sfegatato.


Bibliografia:
Per la pagina Wikipedia, clicca qui.

01 maggio 2020

I vini d'Italia - Il Nord Ovest 1

Partiamo con una piccola spiegazione. Il vitigno è una varietà di vite desinata alla produzione del vino. Vengono distinti in base al colore dell'acino del luogo di origine e/o coltivazione.
La classificazione è iniziata con gli studi l'agronomo latino Columella  e continuano ancora oggi sulla base del DNA. Magari piu avanti tratteremo l'argomento in maniera più approfondita.


Valle d'Aosta
La Valle d’Aosta regione completamente montuosa, idonei per la coltivazione della Vitis Vinifera solamente nella vallata centrale, delineata dallo scorrere della Dora Baltea. Ci sono 700 ettari di terreni coltivati a vite è principalmente sabbioso-argilloso a causa delle pendenze hanno costretto la costruzione di terrazzamenti. Il clima è caratterizzato da inverni lunghi e freddi ed estati brevi, ma calde, con escursioni termiche mitigate dalla presenza di laghi e corsi d’acqua. La produzione annua si attesta sui 20 mila ettolitri di vino circa , di cui quasi la metà VQPRD.

Nei vitigni a bacca rossa  troviamo:

  • Barbera
  • Dolcetto
  • Gamay
  • Nebbiolo
  • Petit Rouge
Nei vitigni a bacca bianca  troviamo:

  • Chardonnay
  • Muller Thurgau
  • Petit Arvine
  • Prie Blanc

Nei vitigni a bacca grigia troviamo:
  • Cornallin
  • Mayolet
  • Pinot Grigio


Piemonte
Il Piemonte è tra le principali regioni italiane, per la produzione di vino. Il territorio piemontese si estende dalle Alpi, alla cintura collinare fino alla pianura pianura. In questo territorio, troviamo una delle zone di produzione più famose al mondo: le Langhe.
Le Langhe sono colline con una altitudine media di 500 metri s.l.m. si sono formate per effetto erosivo dei corsi d’acqua che dalle montagne trasportavano a valle sedimenti rocciosi. Il terreno in questa zona è prevalentemente calcareo ed arenario, per questo la rende ideale per la coltivazione della vite. Il clima del Piemonte è caratterizzato da estati calde ed inverni rigidi. In tutta la regione si registrano forti escursioni termiche. Gli ettari coltivati a vite sono circa 52,000, in grado di produrre quasi 3 milioni e mezzo di ettolitri di vino circa. Il Piemonte può vantare ben 9 vini DOCG e 45 vini DOC. Il vitigno principe è il Nebbiolo, utilizzato nella produzione, di Barolo, Nebbiolo d’Alba e Barbaresco. Le zone vitivinicole principali sono le colline novaresi e vercellesi, il canavese, le colline Torinesi, il Monferrato e suddivise in Astigiano, Casalese ed Alto Monferrato, le Colline Tortonesi, il Roero e le sopracitate Langhe.
Nei vitigni a bacca rossa oltre al Nebbiolo, troviamo il Barbera, il Dolcetto, la Freisa, il Brachetto, la Bonarda, il Grignolino e la Croatino.
Per i vitigni a bacca bianca si producono l'Arneis, lo Chardonnay, il Cortese, l'Erbaluce, la Favorita, il Moscato ed il Manzoni bianco.


Precedenti post sull'argomento:
Per il post "I vini d'Italia" del 24 apr 2020, clicca qui.

Bibliografia:
Per la pagina Wikipedia "Vitigno", clicca qui.