Nel post “La noia” scrivo citando le maniere di dire
“Modus vivendi” e “Tran tran”. Non l’avessi
mai fatto! Si è scatenata la rivoluzione nel popolo dei lettori! La
madre 36 ed un calcio in culo, mi ha accusato di vuol pesare il
“Cultural divide”
tra chi sa il Latino e chi se ne è fregato.
A me
sa che il cultural divide è tra i genitori ed i ragazzini, dato che
le domande di chiarimento sono arrivate tutte da adulti sessantottini
e figli dei fiori e poi, chiariamo, tran tran è italiano!
Oggi
parliamo di modus vivendi che è nient’altro che il raggiungimento
di un punto di equilibrio tra due opposti punti di vista.
Per
avere idee più chiare scomodiamo di nuovo il Dizionario Treccani.
Modus vivendi locuz. lat. mod. (propr. «modo di vivere»), usata in ital. come s. m. – 1. Accordo stabilito provvisoriamente fra due parti in contrasto e fatto di reciproche concessioni (o anche una tacita intesa fra due o più persone), per eliminare i motivi di attrito e permettere lo svolgimento di normali rapporti: cercare, trovare, raggiungere un modus vivendi. 2. Nel diritto internazionale, accordo di carattere provvisorio e sommario, destinato a regolare una determinata categoria dei rapporti fra due stati o una speciale questione pendente fra di essi, in attesa che sia concluso l’accordo definitivo e particolareggiato, che dovrà sostituire quello già esistente e scaduto, ovvero che dovrà regolare ex novo la materia di cui si tratta.
E
qui il solito salterà a dire che noi Italiani ne siamo dei campioni
di modus vivendi, special modo a Napoli, aggiungo io.
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