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L'ingresso del castello |
La seconda giornata è stata dedicata alla visita del quartiere di
Mala Strana e del castello. Giornata piena e di corsa. Qui le guide si spostano a passo di maratona per soffermarsi di più nei vari luoghi, ma per starci dietro devi essere allenato assai.
La guida arrivata dalla Polonia ci lasciati in mano di uno specialista di questa parte di Praga. Io e mia figlia abbiamo affibbiato un sopranome al tipo, lo chiamavamo "Lo zoppetto", a causa di ferite alle gambe e relativo bastone.
Ma che cosa gli era successo? Era un infortunio sul lavoro. Qualche tempo fa stava accompagnando un gruppo di Polacchi in un luogo fuori Praga. L'autista del pullman non ha visto un TIR e ci è finito addosso. Così la guida si è ritrovata all'ospedale. Ci ha raccontato anche, che si era trasferito a Praga, per seguire la fidanzata di allora, che dopo un po' lo ha piantato. Tipico, no?
Tra le 10,00 e le 13,30 ci ha portato in giro per la collina di Praga dove è il quartiere di Mala Strana, dal castello sino al ponte Carlo, passando dalla casa di Frank Kafka.
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La sala dei banchetti |
Non posso fare un gran riassunto, perché a mala pena ho capito la metà di quello che ha detto. Anche se parlava un Polacco molto semplice e chiaro, io non sono in grado di stare dietro ad un discorso. Ogni tanto Marysia traduceva.
L'ingresso al castello è regolamentato per ragioni di sicurezza. Prima della biglietteria si deve passare al metal detector come in aeroporto. Via tutte le monete, borse, macchine fotografiche e cinture, che vengono passate ai raggi X. A me hanno fatto togliere anche le scarpe.
In biglietteria mi sono ritrovato con un ticket "Insegnanti". Ho chiesto il perché al tipo, che mi risposto di lasciar perdere. Ho ribadito: "Insegnante di che?" La risposta è stata: "Di Italiano, naturalmente!". Speriamo che Pani Joanna non si incazzi che le porto via il lavoro, nelle gite!
Nella Galleria d'arte non siamo entrati e siamo andati subito al Duomo, alla
Cattedrale di San Vito. E' una chiesa a tre navate con abside in Neo Gotico, realizzata in circa 600 anni di lavoro. Qui viene conservata la testa di San Luca Evangelista ed è luogo di incoronazione e sepoltura di una quindicina di re boemi.
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Il gruppo nella Basilica di San Giorgio |
Di qui siamo passati alla
Basilica di San Giorgio, chiesa abbaziale dell'omonimo convento. Essendo stata costruita nel X secolo è la chiesa più vecchia nell'area del castello. Alla chiesa originale in stile romanico, furono fatte delle aggiunte i stile gotico, per ripristinare le parti andate distrutte a seguito di assedi ed incendi. Nel XVII secolo fu realizzata la facciata in stile barocco. Qui riposano le spoglie di
Santa Ludmilla di Boemia.
< Il rosone della facciata della Cattedrale visto dalla navata centrale
Il rosone della facciata della Cattedrale visto dall'esterno >
< Il fianco destro della Cattedrale con la torre campanaria
La navata centrale della Cattedrale e l'abside con la vetrata >
< L'organo a canne della Cattedrale
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Il Vicolo d'oro |
Per uscire dal Castello abbiamo percorso il Vicolo d'oro, budello tipo carruggio ligure, dove sulla sinistra si potevano trovare le botteghe degli artigiani ed armaioli di corte.
Passata la scalinata che chiude il vicolo, abbiamo iniziato la discesa verso il fiume
Moldava ed il resto del quartiere.
E' una strada che scende a tornanti, circondata da giardini e vigne. Non sono riuscito a capire se è uva da tavola o da vino. I cartelli dicevano di tutto , ma non davano questa informazione.
Arrivati alla base della collina, siamo entrati nei giardini di Valdstejn. Il palazzo Wallenstein, il nome in Tedesco, attuale sede del Senato della Repubblica Ceca, ha un giardino con fontana dove puoi trovare fagiani a piede libero ed una voliera enorme dove ho potuto vedere un Gufo Reale, solo e soletto.
La fontana dei giardini di Valdstejn
Dopo un piccolo riposino sulla scalinata del palazzo, abbiamo ripreso la strada e ci siamo diretti alla casa museo di
Franz Kafka. Pure qui non siamo entrati per ragioni di tempo.
La fontana del filmato si trova nel giardino della casa di Franz Kafka e dovrebbe rappresentare un pensiero dello scrittore in una maniera assai esplicita. Speriamo che l'algoritmo di Google non me lo censuri!
Girando per le vie del quartiere siamo arrivati al Ponte di Carlo (ndr. IV di Boemia), dove c'è stato il rompete le righe per il pranzo. Data la particolare storia del ponte, ho deciso che scriverò un post solo per lui.