17 settembre 2018

Perché si dice: "Cui prodest"?

Ieri stavamo parlando con amici di alcune azioni fatte dal nostro governo. Ad un certo punto rispondo ad uno dei miei interlocutori, dicendo "Cui prodest". Mi hanno guardato come si guarderebbe un marziano, senza sapere cosa volessi intendere.
"Cui prodest" significa "A chi giova" ed è tratto dalla Medea di Seneca, che ai versi 500 / 501 scrive: "Cui prodest scelus, is fecit", cioè "il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova".
 Quindi l'intento latino è retorico, perché la risposta è scontata. Nelle arringhe gli avvocati lo usano con il significato originale per introdurre una considerazione o una prova. Tantevvero che Cicerone ne fece un plagio in uno dei suoi discorsi.
In Italiano è una domanda interlocutoria, in cui si cerca di capire o far capire, chi possa trarre vantaggio dall'azione e dalle sue conseguenze.
Nelle ricerche investigative indica la scoperta di un movente che possa giustificare un'azione delittuosa o l'attore del fatto.
Ora come ora, i nostri politici lo usano senza sapere l'esatto significato facendo la figura di incolti.
 

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