07 maggio 2018

Steve Mc Curry

Il manifestino della mostra
Sabato pomeriggio sono andato a Pavia, per vedere la mostra di Steve Mc Curry. Con Rachel, madre di una compagna di mia nipote, abbiamo trascinato anche mia cognata Cristina, molto prevenuta verso questa forma d'arte.
Dato che sono sicuro che qualche PIA chiederà chi sia questo signore, spieghiamo in poche righe.
Steve Mc Curry è un fotografo americano, famoso per i suoi reportage dal mondo, in special modo  dal Sud  Est asiatico e dal sub continente asiatico.
Collabora con National Geographic e Vanity Fair ha pubblicato le foto realizzate con l'ultima pellicola Kodachrome.
In 30 anni di carriera ha vinto numerosi premi e pubblicato undici libri.
La fotografia più famosa è "La ragazza afgana", pubblicata nel Giugno 1985 sulla copertina di National Geographic. La foto è stata per anni sulle brochure di Amnesty International e su parecchi calendari d'arte.
Questo è l'artista in poche righe, ma per descrivere la mostra e le sensazioni che mi ha dato, sarà arduo avere la sintesi che un post impone. Per capire quanto sia stato bravo nel mettere su pellicola cosa volesse rappresentare, ho girato la mostra cinque volte ed ogni volta trovavo dei particolari che non avevo notato precedentemente.
La prima cosa che si nota sono gli occhi. L'espressività è tale da risaltare sul resto della foto, come se fossero l'unica parte da dover guardare.
In alcune foto l'uso della grana della pellicola da una sensazione pittorica quasi alla Van Gogh. Come si volesse uscire dal campo fotografico per sconfinare nella pittura.
Il fotografo passa da foto studiate nella posa, a foto prese nell'attimo, come anche scatti in cui si è dovuto aspettare l'attimo giusto appostandosi a lungo o ritornando più volte in quel  luogo. Ogni foto si porta dietro una sua storia particolare.
Alcune immagini mi hanno anche ricordato particolari periodi della mia attività lavorativa.
I campi petroliferi di Amhadi in Kuwait, che bruciano alla fine della Guerra del Golfo. I bambini che giocano su di di un residuato bellico li ho visti pure io, lasciandomi un ricordo che è tornato a galla vedendo quelle foto.
I fotogrammi con le Twin Tower distrutte sono la storia. Memoria di un tragico evento di cui si dovrà evitarne il ripetersi.

Non la tiro alla lunga, si potrebbe andare avanti in eterno. Pubblico una selezione delle foto che ho fatto, esclusivamente a smartphone, lasciando il giudizio ai lettori. Per me è una mostra da andare a vedere tassativamente. Anche mia cognata ha cambiato idea sulla fotografia d'arte, uscendone entusiasta.
A Pavia sino al 3 Giugno e poi, mi pare, a Palermo.














Bibliografia:

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