07 settembre 2016

Morire d'indigestione

Questo potrà suonare strano per i ragazzini del XXI secolo, ma c'è un perché nel meridione degli anni '60. A quell'epoca c'era una fame nera e pochi si potevano permettere il pranzo di Pasqua.
La famiglia di mia madre è di Taranto, è quella della Birra Raffo, e nella mia gioventù sono vissuto là per periodi anche lunghi. L'ultimo legame con la terra di origine era un vecchietto di quasi 100 anni.
Zio Giovanni era il fratello del mio bisnonno, che quando questi morì in un incidente di lavoro, adottò mio nonno.
Su questa persona se ne possono raccontare tante, che fanno capire il caratterino. Era il giusto attore per interpretare Uncle Scrooge di Charles Dickens. Ne parliamo in qualche altro post.
Ritornando a zio Giovanni, proviamo a descriverlo. Abbiamo detto che era abbastanza tirato (ndr. tirchio), alto circa 1,65, magrolino, dispettoso e gli piaceva mangiare.
Correva la Pasqua 1966 ed al pranzo del Lunedì dell'Angelo il signore si fece la sua bella mangiata. Alla fine si alzo, salutò comunicando che andava a farsi una pennichella. Non era la prima volta, ma questa volta non si risvegliò.
A quei tempi c'era ancora il medico condotto e, a Taranto era il mitico Dott. Morelli, che arrivo alla chiamata di mio nonno. Al dottore non rimase che constatare il decesso del decano.
Il medico allontanandosi, si fermò sulla porta della camera e disse:
"Don Giovanni, che bella morte che avete fatto! Morire con la pancia piena!"
Io, ragazzino di 12 anni rimasi allibito, pensando che c'era un morto e lui pensava ad un pranzo. A posteri, ripensandoci, ho capito il senso della frase. Il corretto significato era l'invidia per il pranzo fatto, che non era affatto diffuso. 
Dato che è morto a 99 anni ed 8 mesi, si pensò che si fosse suicidato in questa maniera, per impedirci di festeggiare i suoi 100 anni.


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