20 settembre 2016

La nonna che doveva morire domani

Mia nonna materna (ndr. Nonna Pina), come molti della mia famiglia, era un'originale con delle idee ancora più  originali e molte volte balzane.
Rifiutava qualsiasi possibilità di innovazione perché,  diceva, il giorno dopo sarebbe morta. Ma perché  aveva questa convinzione? La storia racconta che, alla fine della seconda guerra mondiale, la moglie del console di occupazione inglese a Taranto, che si mormora fosse gitana, le lesse la mano, pontificando che sarebbe morta dopo gli 80 anni.  Notate bene "dopo  gli 80 anni", frase che dice tutto e dice niente. L'unica cosa sicura che sino ad 80 anni sarebbe campata. Poteva morire ad 80 anni + 1 giorno o a 95 anni, come poi è  avvenuto.
Per quindici anni ha rotto le balle a tutti, con la frase: "tanto domani muoio". Soffriva di cataratta bioculare,  ma per la ragione citata non si è  mai operata. Nonostante tutto, un filo nell'ago lo infilava al primo o al secondo colpo, viveva da sola, andava in giro con un bastoncino vezzoso, diceva per picchiare l'eventuale scippatore, più che per reale necessità.
Nella sua lunga vita ha visto due guerre mondiali, l'avvento e la caduta del Fascismo, la fine del regno d'Italia e la nascita della repubblica, il boom economico e la congiuntura, Tangentopoli e la sparizione della Democrazia Cristiana.
Ha visto pure l'Euro e qui c'è una storiella da raccontare. Un giorno diceva che l'Euro con i centesimi le avrebbe ricordato la Lira Imperiale. Il giorno dopo diceva che non avrebbe visto l'Euro perché  sarebbe morta prima. Un bel dì mia zia le disse, con fare scocciato: " Mamma deciditi,  crepi il 31 Dicembre  o il 1 Gennaio?"
Eravamo tanto abituati al "domani muoio", che non ci siamo accorti, che nell'ultima settimana di vita, non lo avesse mai detto. Come se avesse capito che era alla fine. Anche lei morì nel sonno, di una crisi cardiaca.

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