Anche questo modo di dire è di origine oscura. Ci sono varie scuole che lo fanno risalire al XVI secolo, ma ci sono anche avvistamenti più recenti. La prima segnalazione è in un testo del 1565, scritto dallo storico fiorentino Benedetto Varchi.
In qualunque maniera la giri, il significato è sempre parlare per perdere tempo, con discorsi senza senso o contenuto.
La giustificazione più carina tira in ballo una ragazzina di nome Vera Van. A cinque anni chiese di andare a scuola per ascoltare le lezioni. All'appello la maestra chiedeva se "Van Vera" ci fosse. Alla ragazzina piacque così tanto che da allora si presentò sempre come "Van Vera". Da grande esercitò la professione di Uditrice Giudiziaria. Si sposò ed ebbe figli e nipoti, che le raccontavano tutte le loro avventure. Nella vecchiaia divenne sorda ed i nipoti, per non farla sentire sola, la andavano a trovare a turno, raccontandogli storie inconcludenti e senza senso. Di qui "Parlare a Van Vera". Non so se è una leggenda o verità, ma a me è piaciuta.
Altri dicono che è la toscanizzazione dello spagnolo "Gioco della bambàra", che è una locuzione che indica una perdita di tempo.
I politici italiani si dilettano in questo sport, facendo perdere tempo anche ai cittadini. Chiudiamo qui perché siano ad una settimana da un referendum.
Bibliografia:
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