01 dicembre 2017

Par condicio

Ieri un PIA di prima generazione mi ha chiesto perché i genitori dicano che se si va mangiare da una nonna, per par condicio, sia necessario andare a mangiare anche dall'altra nonna.
Alla domanda, l'insegnante d'Italiano ha risposto che la "par condicio" è una legge che costringe gli operatori televisivi, a dare lo stesso spazio a tutti i partiti politici.
Il ragazzino obbietta che le nonne, sino a prova contraria, non si sono ancora costituite in partito politico. Che i genitori si siano espressi in maniera non propria?
Ci manca solo che alle prossime elezioni ci sia da votare per il Partito di Nonna Bianca o per il Movimento di Nonna Vittoria! Come al solito tutti hanno ragione e tutti hanno torto.
Come leggerete dalla Treccani la locuzione arriva dal solito Latino, nel caso specifico dal codice fallimentare romano. Negli anni '90 l'AGCOM emise una regolamentazione, per i passaggi televisivi e gli spot dei partiti politici in periodi elettorali, chiamandola "Disciplina della par condicio". Quindi la professoressa ha ragione, ma ha dato una spiegazione storicamente incompleta.
Come spesso succede in Italiano, una parola si cristallizza diventando una maniera di esprimere un concetto. Nel nostro caso par condicio, nell'Italiano moderno, indica una volontà a trattare pariteticamente due entità opposte o similari.  Così la parità di genere diventa par condicio tra uomini e donne e l'andar a trovare tutte e due le nonne diventa par condicio delle nonne. Quindi hanno ragione anche i genitori.
Per par condicio, speriamo che stasera Napoli e Juventus pareggino.
Il vocabolario Treccani scrive:
Par condicio... kondìčio› locuz. lat. (propr. «uguale condizione»), usata in ital. come s. f. – Espressione desunta dalla frase del linguaggio giur. romano par condicio creditorum, che, in campo fallimentare, affermava il principio della parità di condizione dei creditori, cioè il loro diritto a essere rimborsati dal debitore fallito tutti quanti in uguale misura percentuale; introdotta negli anni Novanta nel linguaggio politico, è passata, nella sua formulazione ridotta, a indicare la condizione di parità tra soggetti del mondo politico nell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa per propagandare le proprie idee (e poi usata anche con altri sign. estens. analoghi).

Bibliografia:

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