Questo post deriva da una provocazione di mia moglie. Due o tre sere fa, dopo la pubblicazione del post sul lavandaio cinese Oh Ke Kulo, si stava parlando di vari anedotti su di me o sulla mia famiglia.
Ad un certo punto si va a parlare di mia madre e racconto alcuni episodi su di lei. Quello su cosa è successo al ristorante La Parolaccia di Roma è un po' volgare, ma carino. Il frasario non è certo all'altezza di una signora di buona famiglia meridionale, ma il luogo ispira.
A fine serata mia moglie insisteva che non avrei mai pubblicato un post su quella serata. Ecco qua un riassunto.
Da premettere che mia madre era una donna casa e famiglia, elegante, che sapeva come districarsi in tutte le situazioni. Ma attento a non pestarle i piedi, non per altro per la tua sicurezza. Ti avrebbe sistemato usando il tuo stesso metodo o, nel caso specifico, la tua stessa verbalità.
Nel XX secolo a Roma c'erano due ristoranti molto in, Il Nazareno e la Parolaccia. Nel primo la caratteristica era che i camerieri erano vestiti come Gesù Cristo. Nel secondo la gente va, tuttora, per essere insultata, piuttosto volgarmente.
Correva il 1977, in autunno. Ero al corso allievi ufficiali alla Cecchignola. Una sera andiamo a mangiare in questo ristorante e ci prendiamo una bordata di insulti. La maggior dose la prendo io, perché ero in divisa.
Qualche giorno dopo ci ritorniamo invitati da un parente di mio padre, che abitava a Trastevere vicino al ristorante. Entrando il capo sala si rivolge a mia madre dicendo: " La puttanona di Milano è tornata a trovarci!". Mia madre senza fare una piega gli risponde: "La baldracca di tua madre come sta?". Al che tutta la sala scopiò a ridere. Da quel momento i camerieri si rivolsero a mia madre con molto rispetto. "Signora vuole un po' di vino?" o "Signora ripete di carne?". Che cosa dire? Normalmente era di un liguaggio molto forbito e non così "oxfordiano".
Si è ripetuta una dozzina di anni dopo. Stavo entrando in casa a termine da un viaggio in Estremo Oriente, quindi era metà Dicembre 1991. La trovo al telefono che sta snocciolando un dizionario degno di un camallo del Porto di Genova. Alla fine della jaculatoria, le chiedo con chi ce l'avesse. Mi racconta che erano alcuni giorni che telefonava un esibizionista, che le faceva profferte piccanti in maniera assai volgari. Al mattino era stata in Questura a chiedere consiglio su cosa fare. Il poliziotto prendendo la segnalazione, le consigliò di mostrarsi molto decisa, in caso di altre telefonate. Non penso proprio che intendesse decisa in questa maniera, ma il risultato fu ottimo. L'esibizionista non telefonò più!
Bibliografia:
Per il sito ufficiale del ristorante "La Parolaccia", clicca qui.
Per "La parolaccia" su Wikipedia, clicca qui.
Per "La parolaccia" su You Tube, clicca qui.
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