26 marzo 2019

Il mio meteo

In molti mi hanno chiesto, come faccio a sapere sempre la condizioni meteo di Sedriano. Un bel mistero no?
Già quando abitavo a Bareggio avevo una piccola centralina meteo della Oregon Scientific, che lavorava in locale, non era possibile scaricare i dati o vederla da remoto. Era normale, ma era il 1998. La tecnologia di allora non permetteva molto di più. Costava quasi un milione e mezzo di Lire ed era abbastanza completa come accessori.
Qualche giorno prima di Natale, mia moglie, allora ancora solo fidanzata, notò che il display segnalava neve. Dopo aver guardato fuori della finestra, sentenziò che la centralina dava di matto, visto il bel sole che splendeva. Quel modello era attendibile nei 25 Km ed aveva un errore di 24 ore, cioè il display indicava che nel raggio di 25 Km si potevano avere degli eventi nevosi nelle 24 ore successive. Difatti a sera rientrammo da Milano in una bufera.
Ora ho qualcosa di più evoluto, di tipo modulare e con visualizzazione sia web che cloud. Per ora ho solo il modulo centrale, il sensore esterno e l'anemometro, primo o poi comprerò anche il pluviometro. Ho scelto quella di Netatmo, per la possibilità di interagire con la termoregolazione di casa.
La centralina incrocia i dati disponibili e mediante un algoritmo produce le previsioni a cinque giorni. La precisione viene affinata con la disponibilità dei dati delle centraline presenti nei circondari. Purtroppo a corto raggio ce ne sono poche, due a Bareggio ed una ad Arluno.
Cliccando sul link che ho messo in calce si può accedere ai dati rilevati a casa mia e la posizione delle altre centraline esistenti, con la possibilità di accedere ai loro dati.
Per esempio, ieri sera il vento soffiava a 16 / 17 Km/h con raffiche di 47 Km/h max. Pressione in discesa e temperatura intorno ai 16°C.  Previsione per domani, soleggiato con vento leggero e temperatura 18°C

Per accedere ai miei dati meteo, clicca qui.

21 marzo 2019

Ho conosciuto il lettore svizzero

Oggi pomeriggio ho  conosciuto quel lettore svizzero un po' sputasentenze (ndr. la definizione è sua), che ogni  tanto scrive mail per spiegazioni.
Lunedì ho ricevuto la sua solita mail, ma questa volta annunciava  un suo viaggio di lavoro a Milano. All'aeroporto di Linate, per la precisione. Nella missiva chiedeva se potessimo incontrarci per conoscerci. Appuntamento alle 18.00 al banco ortofrutta dell'Eurospin di Bareggio, ovviamente!
Nel mio immaginario mi ero dipinto questo signore come il classico Svizzero tedesco, biondo ed alto, della mia età, con quell'accento "tetesco" dove le G diventano C e le D in T, vestito elegante con loden blu. Di professione lo facevo pilota di aerei o  agente segreto.
Tutto sbagliato! Mi sono trovato davanti una persona sulla quarantina, carnagione scura e capelli neri, di media altezza, sembrava un meridionale mio compaesano. Parlava un Italiano perfetto con un vago accento toscano. Che delusione!!!
Dato che io ispiro "fiducia" e tutti si confidano con me. anche Alexander non è stato da meno. in un'ora netta mi ha raccontata la sua vita dalla nascita sino ai giorni attuali.
Nato e cresciuto a Pistoia, dove il padre, Svizzero di Winterthur, era il sommo capo della rappresentanza di una società svizzera. Ha fatto il liceo in un noto collegio di Firenze. Prima di iniziare l'università. ha fatto la scuola di volo. Così ha iniziato il percorso, che lo ha portato, ad avere una posizione nell'assistenza a terra dei velivoli di una compagnia aerea tedesca. E' sposato con una Svizzera francese di un paesino vicino a Losanna ed hanno una bambina di tre anni.
Parlando, abbiamo scoperto, di avere pure un amico in comune alla KLM
Intanto che io facevo la spesa, lui raccontava e comparava i prezzi Eurospin con quelli di Migros. Gli ho indicato anche un paio di PIA che, vergognosi come sono, non si sono avvicinati. Peccato che non c'era il mastino Cheng, faccia tosta come è si "salebbe plesentato al signole".
L'incontro si è concluso davanti ad un cappuccino con panna da Dolcidea.
 

19 marzo 2019

Tanti auguri a tutti i papà!

Stasera due PIA mi hanno fatto gli auguri per la festa del papà. La femminuccia (ndr. 1,70 di altezza) mi ha fermato al solito banco ortofrutta dell'Eurospin, mentre il maschietto mi ha beccato nel settore non food e mi ha chiesto la ragione di tale ricorrenza.
A dir la verità questo argomento lo ho già trattato il 18 Marzo 2017, ma rinfreschiamo la memoria.
La festa ricorre il 19 Marzo, giorno di San Giuseppe, solo nel Sud dell'Europa ed in Sudamerica, Per fare un esempio di altre date, negli Stati Uniti ricorre nella terza Domenica di Giugno.
Sino alla revisione dei Patti Lateranensi, era una giornata festiva, come è ancora adesso nel Canton Ticino. E poi dicono che gli Svizzeri siano dei lavoratori!
Perché la festa del papà è proprio a San Giuseppe? San Giuseppe ha due giorni dedicati a lui, San Giuseppe uomo giusto (19 Marzo) e San Giuseppe lavoratore (1 Maggio). Nel 1871 La Chiesa Cattolica lo proclama santo protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa Universale. Qualche anno dopo, il Papa Leone XIII motivava così:
In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini un tipo e difensore insieme della integrità verginale. I nobili imparino da lui a conservare anche nella avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare
Quindi il comportamento tenuto da San Giuseppe, nella sua posizione di padre putativo di Gesù, gli è valso la nomina a protettore della figura dei padri.
Anche se l'ufficializzazione della ricorrenza risale agli inizi del XX secolo, in contrapposizione della festa della mamma, se ne hanno cenni già nel XI secolo. Si legge che nel 1030 dei monaci benedettini incominciarono a diffondere l'usanza. Nei secoli vi furono vari intervento di papi a sostegno della festa.
Una curiosità. Negli Stati Uniti fu necessario un decreto presidenziale per riconoscere la valenza nazionale della festa. Fu una gestazione di 56 anni, conclusasi nel 1966.
  

Bibliografia:

16 marzo 2019

Gesù Cristo, primo socialista?

Settimana scorsa, il PIA di prima generazione Marco mi ha chiesto cosa intendesse la professoressa di Lettere con la frase. "Gesù Cristo è stato il primo socialista". Una frase messa lì, senza una spiegazione, ha buttato nello sconforto i poveri ragazzini.
Tra un arancio ed una catalogna, passando dal banco latticini, gli ho spiegato per sommi capi il perché. Certo che è vero "Eurospin, nuova Agorà". Dovrò cambiare supermercato?
Nei ritagli di tempi ho fatto una piccola ricerca sull'argomento. Ho scoperto che la spiegazione data, basandosi sul Vangelo, era giusta, ma non era completa. Va bene così!
Dagli articoli trovati ho scoperto che il dibattito su Gesù socialista è nato nella notte dei tempi, ma che si è rinforzato dopo la caduta del Muro di Berlino.
Le tre religioni monoteiste predicano l'uguaglianza dei popoli ed in particolare la Cristiana prescrive di vendere i propri beni e dividerli con poveri.
Prampolini, a fine XIX secolo, scriveva:
"Perché noi socialisti siamo oggi i soli e veri continuatori della grande rivoluzione sociale iniziata da Cristo"
Ad inizio secolo XX, grazie alle sue teorie, ci fu anche un avvicinamento della Chiesa Evangelica alla dottrina socialista.
Contemporaneamente ci fu anche un certo exploit iconografico, che culminò con l'esposizione dell'immagine di "Cristo dei lavoratori" affianco all'immagine di Marx, in tutti i circoli socialisti.
All'inizio del secolo corrente, il solito deputato italiano ben pensante, affermò che Gesù Cristo non fosse altro che un antesignano del Marxismo  comunista. Guardando bene dentro le due dottrine, scopri che è un'affermazione che non sta in piedi.
Negli "Atti degli Apostoli" leggi che i primi Cristiani mettevano in comune i beni. OK, anche il marxismo prescrive di mettere i beni in comune, ma questa dottrina è atea e materialista. Mentre il mettere in comune cristiano, è un'azione per alleggerirsi e raggiungere Gesù Cristo, nel Marxismo è fatto per utilità ed interesse, in un punto di vista laicale. Essendo un movimento laico che nega Dio, si evince che Gesù Cristo, può essere sì socialista, ma non comunista.
Sul sito delle Chiese Riformate Italiane ho trovato un interessante articolo, che si conclude negando che Gesù sia stato il primo socialista.
Invece su La Repubblica online c'è un articolo dove Gorbaciov afferma che grazie alla divisione dei pani e dei pesci, Gesù Cristo è il primo e reale socialista.
Leggete gli articoli citati e fatevi una vostra idea.


Bibliografia:

10 marzo 2019

Ignavia

Questo è  un argomento già  trattato in passato, ma è  da riproporre ancora, sperando che dia da pensare a qualcuno.
Come ben sapete, spesso e volentieri, devo seguire anche impianti consumer, cioè piccoli impianti privati. Qui regolarmente devo mettermi le mani nei capelli  per l'inconsistenza ed ignoranza dei clienti, special modo a casa di benestanti per non dire dell'alta borghesia.
Quando telefoni per fissare un appuntamento Linkem o Kena, chiedi se hanno una finestra in una data direzione, dando come riferimento qualcosa di conosciuto, come potrebbe essere un centro commerciale, o un punto cardinale. Regolarmente salta fuori che non sanno dove  sia il centro commerciale o il Sud. Una volta ho trovato una che non sapeva neanche dove tramontare il Sole!
Un paio di settimane fa mi ha telefonato una mia amica, che lavora a SKY, chiedendomi se potevo andare a vedere da un utente, perché  il decoder fosse bloccato. Nota bene erano già  andati due "tecnici" e non avevano risolto nulla. Vado e mi rendo conto che non arriva nulla dalla parabola. Chiedo alla madre del cliente se sapesse quale fosse la loro parabola. La risposta è  stata:"Ma perché  ci vuole la parabola? Non so mica se ce la ho!"
Di esempi come questi, ne potrei citare un centinaio, ma lasciamo perdere. Ora mi domando, l'ignoranza della popolazione media non è  più  quella degli anni  '60, quando l'analfabetismo era abbastanza diffuso, ma non sembra essere cambiato molto. Ora l'italiano medio sa scrivere e leggere, ma è  completamente rincretinito dai social, alcool, droga e programmi come Amici o C'è posta per te.
Non è  che ce l'abbia con la De Filippi, programmi fuma cervello ce li ha anche la RAI o La 7,  ma così  ti puoi rendere conto del basso livello culturale che è necessario per fare audience. Sembra che nei format ci sia un intento medioevalistico, di ridurre la capacità di ragionare del popolo o di avere un minimo di cultura propria.
Ritornando a coppa, la gente in quel centro commerciale ci va e come! Non dove sia rispetto alla propria abitazione, ci va per abitudine, sempre dalla stessa strada, come un gregge che sa solo una strada per tornare alla stalla. Non sanno neanche il nome delle vie che sono nei dintorni di casa. Per il Sole non prestano attenzione dove sorga o tramonti, per loro basta che lo faccia tutti i giorni. Tanto non possono impedirglielo!
Scusate questo amaro sfogo, ma la situazione è  triste assai.

04 marzo 2019

Un giro a Varsavia - Conclusioni

Ritornati ad Opole, vediamo di fare un riepilogo di questo week end, passato correndo da una parte all'altra della Polonia.
Venerdì è stato un giorno  dedicato al trasferimento dall'Italia.  A dir la verità, sulla strada di Orio al Serio, ci ho piazzato anche una installazione di uno SKY Q da un mio collega. Il tipo abita metà  di Via Fabio Filzi, quindi vicino alla Stazione Centrale, dal metrò  sono andato a casa sua, gli ho installato il decoder, ho associato la tessera e siamo andati al bar a berci un sano caffè.
Fatto tutto ciò ho preso il pullman per andare in aeroporto. Ovviamente sono arrivato con discreto anticipo, così  prima di infilarmi nell' area sterile, sono  andato all'Illy Bar per  un cappuccino  con  brioche.
Al controllo bagagli pochi passeggeri, ma tanto casino. Prima di me è passata una vecchietta, stile “Arsenico e vecchi merletti", a cui hanno trovato di tutto. Nel trolley aveva un set di coltelli da cucina ed un campionario di profumi. Addosso aveva un busto con stecche in metallo che ha fatto impazzire il metal detector ed una trousse per la cura delle mani. Nella fila accanto i soliti Rumeni che volevano far passare 10 bottiglie di vino rosso.
A Wroclaw l'autonoleggio mi ha dato una Golf  automatica full electronic, che ti lasciava decidere a te solo la strada da fare. Decideva lei quando accendere i fari o i tergicristalli, con che marcia dovevi andare o come dovevi parcheggiare. Un incubo! L'unica cosa interessante è stato che ho percorso 933 Km con € 60,00 di benzina. Preferivo la Cinquecento che avevo prenotato.
Di Sabato e Domenica ho già scritto, andatevi a leggere i post degli ultimi due giorni.
Adesso sono in aeroporto aspettando il volo per Bergamo,. Poi il pullman per la Stazione Centrale, metro 2 ed 1 e per finire un altro pullman da Molino Dorino a Sedriano.
Tutto ciò aspettando il Orio al Serio Express, RFI e Trenitalia promettono per l'estate 2023. Speriamo!!!

03 marzo 2019

Un giro a Varsavia - Polin

Quando sono stato a Varsavia nel 1998, chiesi al consulente turistico del Marriot, dove fosse il Ghetto di Varsavia. La tipa mi rispose che non ci si dovesse limitare al Ghetto, ma considerare la storia di tutta la città, perché Varsavia è stata ricostruita su due milioni di morti, Ebrei e non.
In effetti la storia insegna come la città sia sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale, distrutta, ma viva e con la voglia di rinascere. Però ti insegna poco su cosa era prima e come viveva la popolazione in mezzo alle due guerre o nei secoli precedenti.
Checché se ne dica, se vuoi conoscere l'Olocausto fuori dai libri di storia, devi girare in lungo ed in largo la Polonia. Nel 1998 ho visitato Auschwitz e Birkenau, questa estate sono stato al quartiere Ebraico di Cracovia e ieri pomeriggio al Polin.
Ma che cosa è il Polin? E' un museo, inaugurato nell'autunno 2015, dedicato ai mille anni di storia ebraica in Polonia. E' costruito nei luoghi del quartiere ebraico di Varsavia, in una ampia piazza ove troviamo anche il monumento dedicato agli eroi del Ghetto.
L'origine del nome è controverso. La leggenda narra che un gruppo di Ebrei in fuga, entrando in una foresta sentirono degli uccelli fare un verso che poteva sembrare la parola "Polin". Secondo come la pronunci in Ebraico, può suonare come "Polonia" o "Resta qui".  In qualunque caso un chiaro segno di predestinazione.
Il museo realizzato su disegni dell’architetto finlandese Rainer Mahlamäki, è diviso in otto sezioni, dall'arrivo nel X secolo sino alle persecuzioni naziste.

All'ingresso, un gioco di proiettori ricreano l'ambiente della foresta dove gli Ebrei erranti sentirono gli uccelli cantare.
Nella sezione "Foresta" vengono illustrati vari aspetti della vita, nell'arco di mille anni, della più grande comunità ebraica d'Europa.
Su questo tavolo è riprodotta la mappa delle migrazioni ebraiche dalla Palestina all'Europa centrale






In questa sala è stato ricostruito l'interno della sinagoga lignea di  Gwoździec.
La sinagoga di questa cittadina ucraina fu costruita intorno al 1650 e parzialmente distrutta da un incendio durante la Prima Guerra Mondiale. Ricostruita, è stata definitivamente distrutta dai Tedeschi nel 1941.
La ricostruzione da parte di 300 volontari, ha inspirato il documentario "Raise the roof".
Questa è la sezione denominata "Nella strada ebraica". Qui si può vedere lo stile di vita degli Ebrei Polacchi tra le due guerre, durante la Seconda Repubblica Polacca.
Sono in risalto gli aspetti culturali di questa grande comunità, nel cinema, teatro e letteratura.





Sulla spianata del museo si può ammirare il monumento dedicato agli Eroi della Rivolta del Ghetto di Varsavia, avvenuta nel 1943, nel periodo della Pasqua Ebraica.






Le sezioni del museo sono:
  1. Foresta 
  2. Primi incontri (X secolo-1507)
  3. Paradisus Iudaeorum (1569-1648)
  4. Il quartiere ebraico (1648-1772)
  5. Gli incontri con la modernità (1772-1914)
  6. Nella strada ebraica (1914-1939)
  7. Shoah (1939-1944)
  8. Dopoguerra (1944-oggi)

Bibliografia:

02 marzo 2019

Un giro a Varsavia

Oggi è iniziato il tour di due giorni, in giro per la Polonia centrale. Ieri sera sono arrivato ad Opole dall'Italia, in aereo sino a Wroclaw e poi in macchina d'affitto.
Qui il problema base è che non ci sono molte autostrade. Da Opole a Varsavia i  primi 103 km sono di strada statale e neanche troppo larga. I villaggi sono uno dietro l'altro, la strada tortuosa ed  altalenante impediscono ogni sorpasso. Se becchi un camion ci rimani dietro per chilometri.
Opole, Kluczbork, Wielun ed arrivi alla S8, superstrada che va da Wroclaw a Varsavia, ma per un giro più lungo. Si gira intorno Lodz con la A1 e poi si finisce con la A2 che ti porta sino alla tua destinazione.
Google Maps dice che sono 330 km da percorrere i 3 ore e mezza. In effetti sono 347 km e ci vogliono 4 ore e mezza abbondanti.
Il residence dove siamo scesi non era male. Arredato tutto con mobili IKEA, pulito ed ordinato. Il lavello del bagno scaricava male, ma il resto funzionava.

La camera da letto
Il salotto e la cucina










Un murales a Wola
Al pomeriggio abbiamo fatto una visita al "Polin", il museo sulla storia della comunità ebraica polacca, mille anni di storia, dall'arrivo alla Shoa. Ma questa è un'altra storia...


Bibliografia: