17 gennaio 2019

Terroni

Trovata sul sito www.globalproject.info
Stamattina ho sentito una notizia alquanto stravagante. Nel programma del mattino di Radio Montecarlo, lo speaker riferiva la notizia a riguardo di un benzinaio di Mendrisio che aveva dato dell'Africano ad un automobilista  di Cantù. In effetti Cantù è più a Sud di Mendrisio, ma per arrivare in Africa c'è n'è ancora di strada da fare.
Nel mio girovagare per il mondo ne ho sentito di tutti i colori su di questo argomento. Nord / Sud sono i casi più diffusi, ma anche Est / Ovest non scherzano. In Germania ne ho sentite di belle su tutte e due le direzioni. Più di una volta ho sentito Tedeschi dare del terrone, in Italiano, ad un povero Austriaco, malcapitato di turno. Vabbè che una volta una mia conoscenza Svizzera Tedesca, si è preso del meridionale illetterato da una biondazza teutonica!
Sempre rimanendo in Germania, un dirigente di una azienda, presso cui ero ospite, mi chiese se l'Italia potesse prestare il Bossi alla Germania, spiegandogli prima che doveva fare storie in orizzontale, contro gli ex Tedeschi dell'Est.
A fine anni '90, giravo per il mercato ortofrutticolo con mio suocero, quando incontrammo un manipolo di ragazzotti che urlava: "Ukrain, Ukrain" a qualcuno. Data la cattiva fama che si portano dietro gli Ucraini, pensavo che fosse un avviso, che in mezzo alla folla ce ne fosse uno. In seguito mio suocero mi spiegò che era una maniera di insultare qualcuno che stava antipatico al gruppuscolo.
Questi sono gli insulti verbali, ma ci sono anche in versione scritta. All'epoca delle leggi razziali, molti negozi esponevano il cartello "Qui non si servono gli Ebrei". Azione disdicevole già negli anni '30, ma ancor peggio se trasportata negli anni '60.
Ero piccolino allora, avevo solo sei anni, mi ricordo di negozi in centro a Torino, che avevano lo stesso cartello, ove al posto di Ebrei avevano scritto Meridionali. Fate voi!
Alle scuole elementari avevo per compagna una contessina, figlia di una famiglia di nobiltà risalente al regno di Sardegna, che, sapendo delle mie origini meridionali, mi guardava e diceva: "Strano, mi sembri normale!"
Come possiamo vedere che dopo sessant'anni siamo ancora a coppa, non è cambiato nulla.

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