17 agosto 2017

Namastè

La piccola lontra vi saluta
Andiamo avanti a spiegare le parole "strane" nella canzone di Francesco Gabbani. Oggi tentiamo di spiegare che cosa è il Namastè.
E' il saluto tipico in India e Nepal, che si è diffuso nell'Australia meridionale e nelle comunità New Age europee. Il nome deriva dal Sanscrito namas + te = mi inchino a te, nel intento di rispetto verso una divinità o altrui persona.
La gestualità del namastè è molto semplice e conosciuta da tutti. Devi unire le palme delle mani, facendo un angolo retto con gli avambracci, tenendo i gomiti larghi. Devono essere all'altezza del petto ed il capo deve essere leggermente inclinato in avanti.
Esistono delle varianti con le mani all'altezza della fronte o della bocca, ma il significato rimane lo stesso.
Il namastè con le mani all'altezza della fronte è tipico nelle comunità yoga. Negli anni sessanta Maharishi Mahesh Yogi, teorico della meditazione trascendentale, più conosciuto come il guru dei Beatles, lo ha fatto conoscere al mondo. 
Nelle sedute di yoga, il namastè è una specie di sciogliete le righe al termine degli esercizi. Spesso viene usato anche in apertura per saluto ai partecipanti.
Il simbolo del namastè è lo stesso del mantra Om. In un altro post proverò a spiegare il significato, che è molto interessante.

Il pittogramma di namastè
Chiudiamo con un pensiero del Mahatma Gandhi.



Bibliografia:

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