14 marzo 2017

Come Google ci spia

Non mi ricordo se questo argomento è già stato trattato, ma repetita juvant. Il titolo accusa Google di spionaggio a nostri danni, ma non è il solo colpevole.
Sabato abbiamo fatto lo sgombero della sede Pro Loco, causa sfratto da parte del Comune. Uno degli argomenti trattati, mentre caricavamo sul camion le masserizie, era come Settegiorni ed Altomilanese avessero saputo dell'incorso. Due le possibilità, o una talpa, o info raccolte su Facebook o What's Up.
La gente comune pensa che tutto quello che postano sui vari  social sia al sicuro, ma nel sottobosco di internet si aggirano oscuri personaggi, fisici ed elettronici, che sono pronti a carpire ogni informazione che possa servire. Se ti va bene ti  ritrovi pieno di pubblicità o, in uno dei peggiori casi, con la casa svaligiata.
A scuola di mia figlia, la polizia tiene ogni anno delle lezioni sulla pericolosità dei social, come utilizzarli, cosa non fare o scrivere ed amenità simili.
Vi racconto cosa abbiamo combinato ad una nipote sconsiderata di un mio amico. La ragazzina (allora 14 anni) dava appuntamenti via Facebook a cani e porci, nonostante i genitori lo avessero proibito. Un bel dì, in accordo con il nonno (il mio amico) ed il padre, gli abbiamo dato degli appuntamenti in Piazza Duomo e dintorni. Io mi ero fatto passare per una sedicenne, collezionista dei Duran Duran. Non mi ricordo le altre due scuse addotte per gli appuntamenti.
Per primo vado io, sotto la statua di Dante in Piazza Scala. Per secondo il nonno in Piazza San Babila e per ultimo il padre in Piazza San Babila, che gli molla un paio di ceffoni ben assestati.
Questa volta è andata bene e la ragazzina ha capito, ma quante volte finisce male? Non sempre finisce in pizzeria, come abbiamo fatto noi.
Da Computer Bild Italia 209 - Settembre 2015
Ritorniamo a Google che, fra parentesi, ospita questo blog. Di sopra ho messo un box che ho trovato su di una rivista specializzata, che spiega come Google raccolga dati e che utilizzo ne faccia.
Questa attività si chiama profilazione ed è lo sport più diffuso al mondo. Anche più del calcio.
Tutti pensano che le tessere fedeltà che Esselunga, Coop o Carrefour ti danno, servano solo a raccogliere punti per i regali. Niente di più sbagliato! Con queste tessere i clienti fanno conoscere i loro gusti, dove comprano e quanto comprano. I supermercati elaborando i dati raccolti, ottimizzano gli acquisti ed il ricarico dei punti vendita.
E qui sorge un dubbio! I brand che non hanno tessere fedeltà, se ne fregano della soddisfazione del cliente? Ci sono anche altri metodi, come l'analisi delle videosorveglianze o i controlli della sicurezza.
Per concludere, non scrivete cose personali nei social o nei commenti ai post. Come avrete capito il "Grande Fratello" del romanzo "1984" di Orwell, era un dilettante, in confronto a Facebook, Twitter o Google.
Penso che ritorneremo spesso sull'argomento e su come difendersi da questa invadenza.

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