22 aprile 2019

Perche si dice: "Andare a ramengo"?

Questa è l'italianizzazione della frase in dialetto veneziano "Ma và a reméngo".
Nella dizione originale è un intercalare usato, per mandare al diavolo o quel paese qualcuno. Nella versione italiana cambia tantissimo, prendendo il significato che qualche azione sta andando male, in maniera non prevista.
Non è chiaro se il lemma "Remengo" derivi da "Ramingo" o da "Raméngo". A riguardo della seconda possibilità il Dizionario Treccani scrive:
Raméngo (e reméngo) s. m. [forma dial. per ramingo]. – 1. a. (pl. -ghi) gerg. Bastone (in questo sign. anche raméngolo). b. Nei dial. veneti (ma espressione nota anche altrove), rovina, malora, nelle locuz. mandare, andare a ramengo (o a remengo): infiniti guai che ... avrebbero mandato tutto a remengo (Buzzati); anche come esclam. volg. di stizza per mandare qualcuno al diavolo: va’ a r. e non mi seccare!; meno frequente col senso di andare vagabondando: per tutto l’autunno era andato a ramengo (Pavese), anche nell’accr., dial. e spreg., ramengón o remengón. 2. Nella variante remengo, nel linguaggio marin. corrente, andare a remengo, di nave che, in balìa del vento e del mare, vada alla deriva senza governo.
Qualora derivi da "Ramingo", il sito venipedia.it asserisce che possa derivare dal gergo poetico "...va ramingo per il mondo...", cioè errare lontano dalla patria, senza una meta. Certe altre fonti lo fanno derivare dalle invettive dei Veneziani contro i mercanti ebrei del ghetto, quando tentarono di diventare i primi operatori commerciali della laguna,

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