La Torre Velasca trovata in Internet |
Note le vedute opposte di Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, sull'estetica del grattacielo. Daverio lo definisce un capolavoro assoluto che rappresenta l'idea d'architettura meneghina. Sgarbi invece lo giudica come "il paradigma della civiltà dell'orrore". Nonostante le disparità di giudizio la Torre Velasca è sottoposta ai vincoli della Sovrintendenza ai Beni Culturali dal 2011.
La torre alta 106 metri per 26 piani fu completata in meno di un anno nel 1957 e l'attuale proprietario è l'assicurazione Unipol Sai. Il nome deriva dalla piazza in cui è stata eretta, intitolata al governatore spagnolo Juan Fernández de Velasco.
Il progetto è dello Studio BBPR che, su incarico della società Rice, curò il progetto e la sua realizzazione.
I primi diciotto piani sono destinati ad uffici e negozi, mentre negli ultimi 8 sono sono stati realizzati degli appartamenti di lusso. Qui ha dimorato sino alla morte il comico Gino Bramieri.
L'originale forma a fungo è dovuto alla necessità di avere una superfice adeguata alla realizzazione degli appartamenti. Lo stile a cotrafforti rovesci mi fa pensare ad uno sport in voga a Milano dopo la guerra. Approfittando delle distruzioni causate dai bombardamenti, che coinvolse anche l'assessorato all'Urbanistica, parecchi proprietari di stabili, sopraelevarono gli stabili, anche con stili diversi dall'originale. Conoscendo questo fatto, la silhuette della torre fa pensare che gli ultimi otto piani siano una sopraelevazione a posteri. Lo stile riportato nei testi è: "Razionalismo italiano che può collegarsi al Neoliberty, ma con accenni di Brutalismo".
Bibliografia:
- Per la pagina Wikipedia, clicca qui.
- Per l'articolo su Il Foglio Online, clicca qui.
- Per la pagina sul sito "LombardiaBeniColturali", clicca qui.
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