Nel programma RAI "Unomattina in famiglia", vi è una rubrica sulla lingua italiana, curata dal Prof. Francesco Sabatini.
Nella puntata di ieri di "Pronto soccorso linguistico", il nome della rubrica, veniva chiesto a cittadini che cosa possa significare "Andare a zonzo". Vi lascio immaginare cosa sia venuto fuori da quelle bocche.
Un signore ha asserito che il significato era lo stesso di "Andare a Filippi" e che Zonzo era il nome di una cittadina dell'antica Grecia. Il tipo ha fatto due grandi errori. La frase corretta è "Ci rivedremo a Filippi", che, in effetti è una cittadina della Macedonia greca. Zonzo è una voce onomatopeica e non un paese. A dir la verità Zonzo esiste, ma è la frazione di un paesino in provincia di Salerno.
Come ha spiegato l'inorridito Prof. Sabatini, zonzo indica il rumore di certi insetti, nel loro volo disordinato, senza meta.
Quindi il significato è andare in giro senza una meta ben definita, magare facendo dei giri inutili, tanto per perdere tempo.
Il vocabolario Treccani scrive al proposito:
żónżo s. m. [voce onomatopeica, riferita dapprima al volo di alcuni insetti]. – Si usa solo nella frase fam. andare a z., andare, passeggiare girellando qua e là, senza meta definita o scopo preciso, per svago o per trascorrere il tempo in qualche modo: aspetto che … sia pronta, per uscire e cominciare il giro della città, per andarcene a z. come infinitamente mi piace (Achille Campanile). Nell’uso ant., scherz., del cervello, andare a z., impazzire; mandare a uno il cervello a z., farlo impazzire.
In questi momenti difficili di lockdown, ho una grande voglia di andare a zonzo, in un prato, seguendo il ronzio degli insetti in volo.
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