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L'interno del Pendolino
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Leggendo del nuovo sciopero di 24 ore di Trenord e delle lamentele dei pendolari, mi è venuto da ripensare al mio viaggio a Varsavia di Lunedì.
Siamo ancora in ballo per i documenti scolastici di mia figlia, ma forse siamo arrivati alla fine delle pene.
Per compiere l'ultimo passo, sono dovuto andare in Ambasciata per depositare I documenti della maturità tradotti ed asseverati in Italia.
Con l'appuntamento alle 9.30, decido di prendere il Pendolino alle 6.04 che doveva arrivare a Varsavia alle 8.50, ma è sempre in ritardo.
Questo treno di Pendolino ha solo il nome, essendo l'Alstom EMU 250, derivato dall'ETR610 e non ha niente a dividere con gli ETR 450 / 460, di buona memoria.
Ad Opole è arrivato con 6 minuti di ritardo e non riusciva a ripartire per continui cali di tensione. Per fortuna arrivato sulla linea nuova è riuscito a ricuperare parte del ritardo. Siamo arrivati a Varsavia alle 9.00, solo 10 minuti di ritardo. Quindi un quarto d'ora a piedi ed alle 9.25 ero alla porta dell'Ambasciata.
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Il centro commerciale a Warszawa Centralna
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Fin qui niente di diverso da quanto siamo abituati con Trenitalia o Trenord.
Il divertente quando, espletate le pratiche, ho tentato di ripartire. Premettere che anche una mia conoscenza polacca ha fatto fatica a venirne a capo del bordello che si è generato.
Dopo cinque minuti di coda in biglietteria, una donna annuncia che il sistema informatico era down e, quindi, non potevano vendere più biglietti. Andare in biglietteria all'altra stazione e tornare.
Vabbè l'altra stazione è attraversata la piazza, ma lì non ne sapevano niente del disservizio.
I passeggeri hanno dovuto spiegare il problema, ma in quella stazione non potevano vendere biglietti a meno di tre ore dalla partenza del treno cercato. Così l'impiegata mi ha venduto un biglietto per il treno dopo, tanto costa uguale. Biglietto con la dicitura "Brak gwarancji mieisc siedracych", cioè senza garanzia del posto. Dato che anche quando siamo arrivati in Polonia, avevamo un biglietto con quella dicitura, mi sono messo le mani nei capelli (pochi ormai).
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Palac Kultury
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Tornata alla stazione principale, con questo mio amico andiamo al binario. Qui ci rendiamo conto che c'è qualcosa che non funziona ancora. Treni non segnalati che arrivano e non ripartono. Al binario del mio treno ne arriva uno con destino Berlino, pure lui si ferma e non riparte. Al che annunciano che il binario è cambiato. Non fai in tempo ad arrivare al binario, che ne annunciano un altro. Trovato il treno scopro che in 10 carrozze siamo si o no cinquanta persone. Perché il biglietto è senza garanzia del posto? OK, va bene che il biglietto è per il treno dopo, ma a Varsavia ci saliamo in una trentina.
Il treno rimarrà fermo al binario un'ora ed un'altra mezz'ora per uscire da Varsavia. Non meno di cinque fermate in galleria.
Non appena il treno si avvia senza altri intoppi, il capotreno disperato incomincia a cambiare i biglietti, a mano, perchè il computerino non va.
Arriviamo ad Opole con un'ora e quaranta di ritardo.
Mia figlia ha tentato di usare la nuova app, che traccia la corsa dei treni PKP, avendo degli strani riscontri. Quando eravamo a cinque minuti da Opole. mi telefona chiedendo dove fossi. Per l'app il treno era arrivato tre volte, ripartito e ritornato indietro di nuovo.
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L'Ambasciata d'Italia
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Ma che cosa era successo a Gliwice il 19/12? Quando in stazione mia figlia chiede un biglietto sul primo treno per Opole, l' impiegata le risponde che le avrebbe venduto i biglietti per il treno delle 19.05 che aveva mezz'ora di ritardo, cioè che sarebbe arrivato dopo cinque minuti.
Pure qui la caccia al binario giusto, di un treno che è arrivato dopo venti minuti e non cinque.
Arrivato il treno ci siamo accorti che il distanziamento sociale non esisteva del tutto. Le sardine nella scatola stavano più larghe