23 maggio 2021

Intolleranza

Continuamo a scrivere post sugli effetti collaterali del COVID o sulle conseguenze dei vari lockdown e zone rosse.
Nel caso particolare parliamo di intolleranza alla guida. Nell'intento di evitare la pestilenza e la ridotta capienza del trasporto pubblico, si sono gettati tutti in strada con la macchina.
Le statistiche parlano del raddoppio del numero di macchine entranti in Milano, ma non parlano degli autisti. Alla guida troviamo autisti della Domenica, massaie represse, esagitati e ditini facili.
Spiego subito cosa intendo per ditini facili, tanto so che qualcuno salterà su a chiederlo. Ci sono dei guidatori che hanno il dito sempre sul clackson, che viene usato sempre a sproposito. Si parte da quelli di scuola romana che, un  millisecondo dopo il verde, incitano a ripartire. Si finisce a quelli che hanno paura di non essere visti e incominciano a suonare cento metri prima dell'incrocio. In mezzo ci mettiamo quelli che ritengono di aver subito un torto e suonano per protestare. Questi sono i più pericolosi. Se gli rispondi, abbassano il finestrino e si esibiscono in un profluvio di insulti non riferibili per la volgarità.
Ieri sera io ed un'altra macchina stavamo girando a destra. La macchina prima di me si ferma per far passare i pedoni sulle strisce, tutto regolare! Non per la macchina dietro che si mette a suonare in maniera stizzita. Non riferisco i commenti dei pedoni.
Altra categoria è quella dei prevaricatori, che ritengono che la strada sia loro proprietà. Così salti di coda, precedenze e stop non rispettati non si contano.
Finiamo con quelli che ritengono che il rosso del semaforo, non sia altro che una convenzione borghese.
Voi direte che tutte queste cose esistevano anche in passato. Io vi ribatto che, negli ultimi diciotto mesi, tutto è peggiorato, rendendo ancor più alienante il girare per Milano.

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