05 giugno 2021

Le lavandaie

Su Instagram ho pubblicato delle fotografie legate a mestieri persi nel tempo. L'ultima foto è stata fatta oggi a Ballabio. Mostra il lavatoio locale, deserto da anni, ormai usato come fontana.
I più giovani si domandano a che servivano quei piani di pieta inclinati, posti vicini a corsi d'acqua. Non sanno che le lavatrici si sono diffuse solo dopo la Seconda Guerra Mondiale e che nei tempi passati i panni venivano lavati a mano da nerborute donnone.
A dir la verità la prima lavatrice meccanica appare intorno al 1850, mi pare in Inghilterra, ma il risultato dei panni lavati con l'olio di gomito era migliore.
A Milano, nel quartiere San Cristoforo, troviamo il Vicolo delle Lavandaie con degli stand coperti che prendono l'acqua dal Naviglio Grande.
Torniamo alla professione. Il Dizionario Treccani scrive in merito:
lavandàia (region. lavandara) s. f. [femm. di lavandaio]. – Donna che esercita il mestiere (comune nel passato) di lavare la biancheria altrui, in casa, in un lavatoio pubblico o in apposite aziende (lavanderie): E cadenzato dalla gora viene Lo sciabordare delle lavandare (Pascoli). In usi fig., e come termine di confronto, donna maleducata e sboccata: è una vera l.; contegno, linguaggio da lavandaia. Ginocchio della l. (o anche, meno spesso, della monaca), espressione di uso pop. (spec. in passato) per indicare una forma di artropatia cronica delle ginocchia dovuta a lievi traumi da appoggio ripetuti e protratti. ◆ Dim. e vezz. lavandaina, lavandarina, e anche lavanderina (spec. nella filastrocca della bella lavanderina, che si canta in una specie di girotondo per bambine).
Partendo da qui possiamo incominciare a fare delle considerazioni. Le lavandaie, con l'accento sulla penultima A, Erano delle donne ben piazzate che arrivavano dai livelli più bassi del popolo. Erano delle persone senza peli sulla lingua, che non ci pensavano due volte a mandari a spigolare. Quindi erano di dizionario alquanto sboccato e sapevano tutto e di tutti, che raccontavano volentieri alle colleghe. Di qui il detto "Essere una lavandaia".
Stando inginocchiate per ore, spesso sui sassi delle sponde dei fiumi, avevano un malattia professionale, passata alla storia come "Ginocchio della lavandaia". Clinicamente si chiama "Borsite del ginocchio" e consiste in una infiammazione della borsa sierosa pre-patellare collocata poco più in basso della rotula.
Era una malattia diffusa anche tra le suore di clausura vecchia maniera.
 
Il Vicolo delle Lavandaie a Milano
Ora vediamo come venivano lavati i panni. la prima operazione era l'ammollo a cui seguiva una spazzolatura con cenere depurata. Poi seguiva il lavaggio con la lisciva, I panni venivano sbattuti e strofinati sui famosi piani inclinati di pietra. Si finiva con ripetute risciacquature nell'acqua corrente del fiume o del canale.
Nei secoli scorsi era un mestiere così importante che, ora, gli vengono dedicati dei musei. I più famosi sono a Waux Hall (Belgio) ed a San Giacomo (Trieste).
Il Comune di Capannori e la Regione Toscana stanno attuando delle azioni per conservare e tutelare la memoria dell'arte dei "Panni sporchi".


Bibliografia:

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