25 aprile 2021

Ballabio

Oggi ho deciso di scrivere un post turistico su Ballabio, piccolo centro all'inizio della Valsassina, in provincia di Lecco.
Qui sto dando una mano ad un mio amico a ristrutturare un piccolo appartamento che ha ereditato prima del lockdown.
Vediamo di inquadrare il posto. Dov'è lo abbiamo gia visto, fa 4.114 abitanti e si sviluppa tra i 661 e 750 metri slm. Sino al 1927 era diviso in due comuni distinti, Ballabio inferiore e Ballabio superiore. Da questo paese si passa per andare a Pian dei Resinelli ed a Barzio, note località sciistiche degli anni '60.
Vista della Grigna
Di turisticamente interessante ci sono due chiese. Quella dedicata a San Lorenzo, Santo Patrono del paese, e Beata Vergine Assunta, pregevole costruzione del XIII secolo, proprio ai piedi della casa di questo mio amico.
Nel XIX secolo furono fondate qui, due famose marche di formaggi, la Locatelli (1860) e Galbani (1880). Il formaggio, in fattispecie il Taleggio, è uno dei core della valle. Sulla strada per Barzio troviamo Introbio, da dove arriva uno dei migliori Taleggi.
Sempre da qui passava la via romana Spluga, che univa Mediolanum con Lindau. Essendo un luogo di passaggio, troviamo tracce degli Orobi, degli Etruschi, dei Romani e dei Galli.
Anche a signorie non stiamo male. Il paese si è trovato sotto gli Sforza, i Medici, i Francesi e gli Asburgo.
Ballabio assurge agli onori della letteratura, quando nel XXIX capitolo dei Promessi Sposi, il Manzoni descrive la calata dei Lanzichenecchi.
La vocazione attuale è il turismo estivo. A neanche un'ora di auto da Milano, si può godere di aria buona e frescura.
Ci sono vari ristoranti, ma ne abbiamo trovato uno di ottima qualità. Penso che scriverò un post della serie "Mangiare a...", per illustrare il menù.
 
La chiesa della Beata Vergine Assunta
 
Il corpo della chiesa













La Via Crucis













Il parco comunale




La chiesa di San Lorenzo

Il corpo della chiesa












L'altare maggiore











I Cabiadini

I Caviadini o anche Cabiadini sono un dolce tipico della Valsassina, dolce PAT, di farina, burro e uova.  Per aver delle notizie sull'origine, bisogna scendere sino al 1600. Si tramanda che dei cuochi locali fecero degli esperimenti, per creare dei nuovi dolci, che fecero da cavia. Così questi biscotti tagliati a mano, da non averne mai due uguali, in dialetto lombardo furono chiamati Caviaditt.

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