10 ottobre 2019

Mistero risolto

Negli ultimi anni, con le cugine bolognesi di mio padre, ci eravamo chiesto più di una volta , che fine avesse fatto zia Lidia, moglie del fratello rettore di mio padre.
L'ultimo a vederla ero stato io, a metà Novembre del 2013. Visita a casa sua a Pavia, visita molto esistenzialista. Nonostante i suoi 97 anni si ricordava benissimo degli eventi di famiglia, sia nel bene che nel male. Con un unico problema, era sorda come una campana. Mi disse: "Giancarlo, urla che sono un po' sorda". Un poco sorda! Io direi un tanto sorda! Non ho urlato così tanto, neanche al corso Allievi Ufficiali, dopo un'ora ero completamente rauco.
Oggi tornando da Broni, ho fatto una piccola deviazione e sono andato al cimitero di Torre d'Isola (PV), a controllare la situazione. Questa azione di commando era in essere da molto tempo, ma non ho mai avuto tempo di attuarla.
Per fortuna mi ricordavo dove fossero i loculi, che ho trovato occupati tutti. Quindi la zia era morta senza che nessuno della famiglia del marito lo sapesse.
Questi loculi furono comprati, con grande scandalo, a metà degli anni '70, a scopo d'investimento. C'è chi si compra una casa e c'è chi si compra una tomba. I due fratelli centrali, come nascita, criticarono assai questo acquisto. Uno disse che il fratello si credeva Giulio II che si fece fare la tomba da Michelangelo, quando era ancora vivo. L'altro asserì che il rettorato durante la protesta studentesca del '68 gli aveva bruciato il cervello. Ma questi due erano i "benpensanti" della famiglia. Mio padre, che era molto più pratico, commentò che era un investimento un tantino originale, ma non da condannare. L'importante che venisse utile il più tardi possibile.
Ma ritorniamo a zia Lidia, donna sfortunata, ma di una cultura invidiabile. Non erano tante le donne che si siano laureate durante il ventennio. Non ricordo se in chimica o fisica, non importa. Mi pare che abbia insegnato anche all'università, durante il periodo ferrarese. 
Sfortunata negli affetti famigliari. Mio zio muore dopo alcuni anni di malattia nel 1980, Quasi contemporaneamente, viene scoperto un melanoma al figlio, che morirà tre anni dopo. Poi una malattia alle orecchie che la porterà alla già citata sordità.
Ora c'è da domandarsi dove sono finite le proprietà. La collezione di monete antiche di mio cugino, furono donate al Museo Poldi Pezzoli, nel 1985. La casa di Chiavari arrivava dal padre, quindi sarà andata ai figli del fratello. La casa di Pavia chissà a chi è andata. Tolto con me e mio fratello, non è che andasse troppo d'accordo con i nipoti da parte marito, quindi niente possibilità di eredità. Come del resto i manoscritti ed i diritti d'autore dei cinque libri per i corsi universitari scritti da mio zio. Sui diritti d'autore non c'è da scialare. Di questo tipo di libri se ne vendono poche copie, poi i diritti scadranno nel 2030. Penso anche, che siano pure superati, essendo stati scritti negli anni '60. L'unico interesse potevano essere i manoscritti.
Per me casa e manoscritti sono confluiti in una donazione all'Opera San Vincenzo. Dopo la morte del figlio c'era stata un avvicinamento progressivo alle attività della San Vincenzo. Partecipava alle attività sociali e benefiche della sezione di Pavia, accompagnando i malati a Lourdes o a Fatima.
Nell'albero genealogico di famiglia possiamo riempire la casella della data della sua morte, ricordandosi di portare un fiore ogni tanto.

Le tombe nel cimitero di Torre d'Isola

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