24 febbraio 2023

Ma come é nato?

Dal sito panettonevergani.com
Siamo appena  arrivati alla fine del Carnevale e siamo ancora a parlare di Natale.
La stura qual'è? Una compagna di liceo di mia figlia, ci ha chiesto di portarle un panettone. A Febbraio? Forse vuole una colomba per Pasqua? No, proprio un panettone!
Per fortuna che avevo a casa un panettone di San Biagio, così abbiamo accontentato la ragassola.
Ma come nasce la tradizione di questo dolce, replicato in 100 milioni di pezzi ogni anno? Di sicuro c'è molto poco, leggende tante.
Per prima cosa chiarire che il "panetùn" come lo conosciamo oggi, è una trovata di Angelo Motta, che incominciò a produrlo industrialmente nel 1919.
Dal 2003 è un marchio registrato, legato ad un rigidissimo preliminare per la produzione. E' iscritto anche al PAT del ministero MIPAAF.
Con l'aiuto del sito Vergani, Wikipedia e un leaflet trovato sul panettone di una nota catena GDO, mi sono fatto una piccolissima cultura.
Il panettone nasce a fine del XIV secolo, 800 anni dopo la colomba, Si parla del 1395, ma non è sicuro.
L'unica cosa sicura è che nasce nella Contrada delle Grazie, che è quella parte  di Milano, posta tra Santa Maria delle Grazie ed il Castello Sforzesco.
In quell'anno viene firmato un decreto che permette ai fornai di Milano di produrre nel periodo natalizio il "Il pan del ton", vendendolo a chiunque. Il pane del tono era una pagnotta di frumento bianco, di lusso, che veniva distribuito alla famiglia dal padre, davanti al camino, alla sera della vigilia. I poveri della città potevano mangiarlo solo a Natale.
Andando avanti di una trentina d'anni troviamo un'altra leggenda. Un certo Messer Ulivo degli Atellani, falconiere di casa Sforza, follemente innamorato della figlia di un fornaio, si fa assumere come garzone dal padre di lei. Anche se era una scusa per stare vicina all'amata, si dà da fare per incrementare le vendite. Impastò la migliore farina del mulino  con uova, burro, miele e uva sultanina. Non appena misero in vendita il dolce, fu un successo che attraversò tutta la città, Per gratitudine il fornaio concesse la mano della figlia al geniale falconiere.
Arriviamo alla fine del XV secolo. Alla vigilia di Natale del 1495, nelle cucine di Lodovico il Moro si vive una piccola tragedia, si brucia il dolce del cenone. Lo sguattero Toni propose di portare a tavola un dolce che aveva fatto con gli  avanzi della dispensa. Il cuoco, non avendo alternative, lo portò a tavola.
Da dietro una tenda rimase a guardare la reazione dei commensali. Alla reazione entusiastica degli ospiti, il duca chiamò il cuoco chiedendo il nome di tale prelibatezza. Il cuoco rispose: "L'è 'l pan dal Tögn", cioè " Il pane del Toni".
Nei secoli il dolce si è evoluto generando anche una versione veneziana e di Pinerolo.
Se vi avanza uno, non buttatelo o regalatelo, ma mangiatelo a San Biagio (3 Febbraio). La tradizione narra che questa azione, protegga dai malanni della gola.



Bibliografia:
  • Per il sito Panettone Vergani, clicca qui.
  • Per la pagina Wikipedia, clicca qui.
  • Per la ricetta del panettone, clicca qui.



1 commento:

  1. Perché devo far avanzare il panettone per San Biagio? Lo devo mangiare duro?

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