31 ottobre 2025

Dolcetto o scherzetto 2025

Stasera verso le 20,30, il campanello di casa ha suonato insistentemente, cosa rara che suoni, ma così mai!
Apro la porta e mi trovo davanti un orda di ragazzini e ragazzine travestiti in maniera orrida e truccati in una maniera ancora più spaventosa.
In coro mi urlano dietro la frase magica: "Dolcetto  o scherzetto?".
Essendo in attesa del bimbo del vicino e dei sui compagni d'asilo, mi ero procurato un bel po' di caramelle e cioccolatini. Ma questi non avevano tre anni, forse anche una dozzina di anni. 
Ma da arriva questa frase?
Tutti pensano che arrivi dagli Stati Uniti, come le usanze di Halloween. Niente di più sbagliato! Arriva dal Canada ed ha origine solo nel 1917.
A dir la verità la versione originale è costruita all'incontrario. Per primo si parla di scherzetto (trick) e poi di scherzetto (treat). Penso che l'inversione sia esclusivamente perché suona meglio. Sono andato a vedere come si dice in Spagnolo, ma l'ordine è quello originale (truco o trato). In francese è come in italiano (un bombon ou un sort).
Nel Medio Evo, alla vigila di Ognissanti, era uso di andare di casa in casa, vestiti come spiriti, mendicando del cibo in cambio di preghiere per i morti. Con il cibo ricevevano anche il "Soul cake", torte molto speziate di pasta frolla. Nell'evoluzione del XX secolo sono i bambini che si travestono da fantasmi, vampiri o zombie, ripetendo come un mantra la frase magica a tutti quelli che incontrano o, proprio, bussando alle porte.



Bibliografia:

25 ottobre 2025

Musa

Acronimo di Museo Universitario delle Scienze Antropologiche mediche e forensi per i diritti umani.
Nato per diffondere il ruolo e l'importanza delle scienze mediche, antropologiche e forensi nella lotta alla violenza e nella tutela dei diritti umani.
In Europa è il primo sito che tratta questo tema che apre al grande pubblico, gratuitamente, raccogliendo l'eredità dell'Istituto di Medicina Legale e del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense.
Facendomi passare per uno studente abbondantemente fuori corso, mi sono imbucato in una delle visite guidate di oggi.
Una Archeologa Antropologa ci ha guidato attraverso le varie sezioni del museo, storica, identità, crime e viventi. Per la tragedia di Melilli, ove morirono 1000 emigranti, nell'affondamento di una carretta del mare, vi è una sezione stile escape room.
Sezione storica
Lungo un corridoio si aprono delle anse che rappresentano un dato periodo storico della popolazione milanese. Si parte dalla Mediolanum romana per arrivare ai giorni nostri.
Ogni ansa ha le pareti laterali realizzate con una scaffalatura riempita con scatole di ossa trovate negli scavi nella città ed attribuite a quella data epoca. Sulla parete di fondo un televisore, dove puoi vedere un cartone animato sulla vita dell'epoca.
Questa è la sezione storica, a cui segue la sezione identità, dove si spiegano i perché esiste la necessità di dare un nome a tutti i corpi trovati. Qui fanno impressione le lapidi dove sono enumerati i morti a cui non si è potuto dare un nome nel naufragio di Melilli ed in due periodi storici di Milano.
Nella sezione crime viene illustrato, come sia importante l'analisi dei luoghi circostanti, al ritrovamento di un corpo. Come una foglia o una macchia possano dirti, come e quando sia morto il corpo trovato.
La sezione viventi non mi ha lasciato dei ricordi. Non so proprio come descriverla.

Sezione Crime
L'ultima sezione è una specie di escape room, dedicato al naufragio di Melilli e alle opere per il ricupero del relitto, con i corpi contenuti in stiva.
A sinistra viene proiettato un filmato muto che documenta quanto sia stato fatto. Di fronte la ricostruzione di un pezzo del relitto con i corpi dei naufraghi. Ricostruzione molto forte.



Bibliografia:

24 ottobre 2025

La prima lavatrice solare

La prima lavatrice alimentata con il sole
Dopo quattro mesi di trafile burocratiche demenziali, ieri abbiamo messo in rete i pannelli solari.
Ieri pioveva e la potenza utilizzabile bastava solo per le lampadine e la TV. Con una media di 250 W/h non si va molto lontano. Alla fine della giornata avevano prodotto solo 2,14 kW/h.
Oggi è andata meglio. abbiamo avuto un picco a 2,4 kW/h per 2 ore. Alla fine giornata la produzione è stata di 11,07 kW/h. Così abbiamo incominciato a fare esperimenti.
Primo controllo, ripetuto più volte, è l'autosufficienza. L'indipendenza energetica la raggiungo con una produzione di 0,38 kW/h. Praticamente oggi c'è stata dalle 9,30 alle 17,45, per essere fine Ottobre con pannelli ad Ovest è un buon risultato. Con tre frigoriferi in funzione, una lampadina, la rete dati e la televisione accesa, la potenza istantanea al contatore era zero.
Il primo esperimento lo abbiamo fatto con il Cucinabarilla. Una teglia, mezzo sacchetto di patate e due tranci di salmone. 40 minuti di funzionamento a 2,2 kW, potenza istantanea al contatore 0,610 kW. Cioè significa che 1,8 kW li ha ricevuti dal fotovoltaico.
Al pomeriggio mia figlia ha voluto l'onore di fare la prima lavatrice. Risultato in riscaldamento potenza istantanea 0,315 ed in lavaggio 0. Non male!

I miei 10 pannelli
Ma come è composto l'impianto?
Per prima cosa chiarire che è un adattamento su quanto disponibile. La falda è esposta ad Ovest e non a Sud e non ha un'inclinazione di 35°. Sono 10 pannelli da 450 W cadauno, montati su di una stringa. 
L'inverter è un HuaWei, modello BT22C0041557, senza accumulo.
A Luglio in collaudo avevano segnato 3,8 kW alle 17,30.
Se domani è un altra giornata di sole, continueremo gli esperimenti ed i controlli.

23 ottobre 2025

Choco Story Torino

Dopo la visita al museo del cioccolato Lindt di Zurigo, siamo andati al corrispondente di Torino.
Ovviamente non è nulla in confronto con quello di Zurigo, ma a livello divulgazione, su cosa c'è dietro ad una tavoletta di cioccolata, va benissimo. Nelle "sale" si racconta come è nata la cioccolata gianduja, dei famosi cioccolatini torinesi.
Ho scritto sale tra virgolette, perché il museo è ricavato nelle cantine della pasticceria Pfatish, ove negli anni '20 del secolo scorso, si producevano i giandujotti.
Questa è la 12a sede di questa catena di musei, dedicati alla cioccolata. Sono in quasi tutto il mondo, Europa, Messico, Libano.
Le prime sale sono dedicate alla coltivazione del cacao, alla sua prima lavorazione e spedizione.
Per seguire il viaggio del cacao, sono esposti oltre 700 oggetti, dai Maya al giandujotto, passando dal '800 e '900. Per i più piccoli ci sono anche dei giochi interattivi.

Le tazze in ceramica
Poi si passa alla storia della diffusione e preparazione presso l'aristocrazia sabauda. Ci sono due pareti dove sono esposte varie tazze in ceramica ed i bricchi con cui veniva preparata la cioccolata calda.
Andando avanti viene spiegata le differenze tra il cioccolato amaro, al latte e bianco, sino alla preparazione della cioccolata per i giandujotti.
Per guardare tutto ci vuole un'ora ed alla fine del percorso emergi nel retro della pasticceria Pfatish di Via Sacchi.



Anche questo museo è visitabile con la card Abbonamenti Musei Piemonte / Valle d'Aosta o Extra.

Quanto sono bello!


Bibliografia:




22 ottobre 2025

La Reggia di Venaria Reale

La Reggia vista da Piazza Repubblica
Grazie alla trasferta per un convegno sul mal di pancia dei gatti, abbiamo fatto un giro alla Reggia di Venaria Reale. Era quasi un anno che ci stavamo pensando, così abbiamo approfittato per mettere in atto l'intento.
Il luogo fa parte delle residenze reali sabaude ed insieme a Stupinigi è una delle più conosciute. E' anche quella che ha avuto una storia recente molto travagliata.
I lavori iniziano nel 1658, sotto la spinta di Carlo Emanuele II, l'architetto Amedeo di Castellamonte da il via ai lavori per un luogo per il piacere e la caccia dell'enturage sabaudo. nel 1699 Vittorio Amedeo II incarica l'architetto Michelangelo Garove di trasformare i giardini da stile italiano a francese stile Versailles. Nel 1716 Filippo Juvarra riceve l'incarico per l'ampliamento, con la creazione della Galleria Grande, la Cappella di Sant'Uberto e la Scuderia.
Ulteriore ampliamento nel 1739, quando l'architetto Benedetto Alfieri creerà le gallerie di servizio per andare da un'ala all'altra o al maneggio coperto.
Nel 1798, a seguito delle guerre napoleoniche, viene trasformata in caserma ed i giardini distrutti, per far posto ad una piazza d'armi.
Il declino prosegue per 200 anni, sino al 1999, quando inizia un grande restauro per il ricupero funzionale del sito.
Dal trasferimento del Battaglione Logistico Cremona, sino agli inizi dei restauri, la Reggia è stata preda di vandali, che si sono portati via tutto quanto potesse essere riutilizzato.
I lavori di restauro dureranno sino al 2007, quando la Reggia tornò ad essere visitabile nella sua interezza.
Il salone grande
Nel 1997, la Reggia era stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
Il restauro ha interessato anche il Borgo Antico ed il Castello della Mandria con il suo parco.
Noi siamo andati a piede libero, fuori dalla visita guidata, mettendoci un'ora e mezza per vedere il corpo centrale e la chiesa di Sant'Uberto.
Un'altra oretta per vedere i giardini, ripromettendoci di tornare a primavera, con le piante in fiore.

Verso i giardini
Per le scuderie tenete libera mezz'ora, non c'è molto da vedere. Il bucintoro sabaudo e tre carrozze reali.
Le spiegazioni che trovi lungo il percorso sono esaurienti e molto ben fatte, solo i cartelli indicatori del giardino non sono molto chiari.
Anche i cartelli per andare verso l'uscita di Piazza Repubblica dalle scuderie, inducono in errore, tanto che ci siamo persi con degli altri visitatori.
E' da vedere sicuramente, l'ora e mezza di viaggio da Milano, ne vale la pena. Qui si vede come era il mondo Savoia prima del regno d'Italia, in piena espansione e splendore.

I soffitti
Adesso siamo programmando altre due visite. La Palazzina di Caccia di Stupinigi e il Castello Reale di Racconigi. Quest'ultimo è più difficoltoso, essendo oltre Carmagnola in provincia di Cuneo. Ci vuole più tempo per il viaggio.
Come ho già scritto, a primavera ci torniamo per il giardino e, magari andremo anche al Castello della Mandria con annesso parco.
Per altre fotografie, andate alla pagina Instagram dedicata a questo post.

Anche la reggia ed i giardini sono visitabili con la card Abbonamenti Musei Piemonte / Valle d'Aosta o Extra.













Bibliografia: